Teatro Officina, stagione 2016/2017

Il Teatro Officina  quest’anno compie quarant’anni, la metà di quelli compiuti dal direttore artistico, Massimo De Vita. Il nome scelto per la stagione 2016/2017 è Corrispondenze, una stagione che si articolerà attraverso due tappe: una prima da ottobre a dicembre, e una seconda che proseguirà da gennaio a maggio. Accanto alle nuove produzioni verranno ripresi spettacoli di successo delle stagioni precedenti, e, in dicembre, un particolare e sentito omaggio alla città di Milano.

Corrispondenze perchè durante la stagione, mentre si creeranno dei legami nuovi, se ne rievocheranno di vecchi, e le fila di un progetto teatrale impegnato socialmente, oltre che culturalmente, si intrecceranno in un percorso denso, in costante dialogo con il pubblico.

La stagione si apre il 14 ottobre con la produzione più applaudita dello scorso anno, con la regia di Enzo Biscardi: Ci ho le sillabe girate – dramma dislessico per giovani attori”; con Stefano Grignani, Sebastian Luque Herrera e timthumbPietro Versari. Lo spettacolo vede muoversi in scena tre giovani attori dislessici, come “veri unici protagonisti” della scena alle prese con la quotidianità. Sul palco la vita di tutti i giorni che perde e prende forma, scorrendo libera in una stanza nella quale tre ragazzi parlano e si raccontano con un linguaggio e un ritmo serrato tipico del loro oggi. Una giornata come le altre: chiacchiere sul presente, idee per il futuro, risa, ricordi, silenzi, scontri, birra, pizza e…dislessia. In Italia la dislessia è ancora poco conosciuta, anche se si stima interessi migliaia di ragazzi in età scolare. Non è solo un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA), ma, a tutti gli effetti, è un modo di stare al mondo diverso e così particolare.
Rappresentato anche all’Università Bicocca di Milano, in occasione dell’evento  di chiusura del Master per insegnanti specializzati nei disturbi dell’apprendimento ha riscosso un tale successo tra operatori, insegnanti, ragazzi e famiglie che il Teatro Officina lo ha scelto come spettacolo di apertura della propria stagione, puntando su una generazione di giovanissimi attori.

Salde le collaborazioni con l’Università Bicocca, sia grazie al progetto “Ci ho le sillabe girate” che per Bookcity, occasione in cui il 19 novembre Teatro Officina e Università Bicocca organizzeranno un reading sulla Medicina narrativa. La medicina narrativa vede anche la collaborazione con l’Università statale di Milano all’interno dei corsi elettivi sul tema delle cure palliative.
L’autore Alberto Cavalleri, Laureato in Lettere Moderne, ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienze Linguistiche E Letterarie presso l’Università Cattolica di Milano, dove insegna e collabora con le cattedre di “Istituzioni culturali e letterarie europee” e di “Tecniche espressive dell’italiano” (Facoltà di Scienze Linguistiche e Letterature Straniere). Allievo dei registi Gabriele Vacis e Luca Ronconi, di entrambi è stato anche assistente alla regia presso la Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi e il Piccolo Teatro di Milano. Presso il Piccolo Teatro ha frequentato la Masterclass di drammaturgia contemporanea 2004-‘05, condotta da Luca Ronconi. Si è perfezionato in Pedagogia teatrale presso l’Università Cattolica di Milano.  Dal 2011 conduce diversi progetti teatrali sulla realtà contemporanea, sull’immigrazione e sulle radici europee. Conduce laboratori-spettacolo e insegna recitazione a Milano, per Riff Raff Teatro e altre associazioni.
Il regista Enzo Biscardi comincia a fare teatro, appena diplomatosi, formandosi alla scuola del Teatro Officina di Massimo De Vita col quale ancora condivide il proprio percorso teatrale come attore, formatore e regista.  Contribuisce alla nascita della compagnia Teatro Periferico di Cassano Valcuvia e collabora con Zona K per i quali attualmente gestisce diversi laboratori teatrali nelle scuole pubbliche e non solo. Partecipa a diversi seminari con Francesco Mazza, César Brie, Paola Manfredi, Matteo Forti, Maria Grazia Mandruzzato ed altri. La lunga esperienza come educatore professionale gli ha permesso di approfondire il lavoro di équipe e acquisire valide tecniche di gestione del gruppo, specializzandosi così nella pedagogia teatrale. Attualmente si sta specializzando nel lavoro teatrale con stranieri e rifugiati politici anche vulnerabili. Vince quattro primi premi e due segnalazioni speciali in due diverse rassegne di teatro scolastico (“GEF” di Sanremo e “Il teatro va a scuola” di Castelnovo ne’ Monti), con spettacoli di cui cura regia e drammaturgia. Nel 2009 vince a Milano il Premio “Casa della pace” con il progetto Cellophane.

Il Teatro Officina mantiene sempre al centro i progetti di Teatro sociale. E così secondo appuntamento sarà “Inciampi di vita”, un dittico che nasce dall’incontro fra De Vita e Beppe Stoppa, autore dell’omonimo libro scritto attraverso i racconti degli ospiti della casa dell’accoglienza Enzo Jannacci, il dormitorio di viale Ortles. Il libro scaturisce da un progetto di responsabilità sociale di un’ azienda che si trova in viale Ortles, Zetaservice, proprio di fronte al dormitorio.download (2)

Il presupposto da cui parte la drammaturgia di “Inciampi di vita” consiste nel considerare l’ascolto e la comunicazione come portatori di benessere e cura, sia per colui che trova la forza di raccontare che per coloro che si offrono all’ascolto, aprendosi alla funzione trasformativa della parola. Lo spettacolo consiste un dittico in cui si avvicendano mondi esposti a diversi tipi di fragilità: quelle degli homeless, dei carcerati, dei rifugiati politici e  quelle di semplici malati. Alcune narrazioni sono tratte dall’omonimo libro di Beppe Stoppa, alle quali viene sommato un toccante inserto regalato da un detenuto nel carcere di Opera in permesso di lavoro, il quale narra del “dentro-fuori” le mura.
L’argomento verrà declinato in due diversi spettacoli dando voce a diverse realtà: gli homeless ed i carcerati con la regia di de Vita nei giorni 12 e 13 novembre; le storie dei rifugiati politici e quelle emerse nell’ambito del progetto di medicina narrativa con la regia di Enzo Biscardi e Daniela Airoldi Bianchi nei giorni 20 e 21 novembre.

La stagione si muoverà fra i quartieri e i territori: nel periodo dicembre-gennaio la nuova produzione “Inciampi di vita” uscirà dal perimetro teatrale e andrà nelle mense dei poveri: in Casa della carità, poi in Casa dell’Accoglienza Enzo Jannacci in viale Ortles ed infine al Refettorio Ambrosiano di Piazzale Greco. E altre proposte teatrali riempiranno i mercati comunali coperti di diversi quartieri, valorizzando i nuovi locali e ristoranti sorti proprio internamente ai mercati rionali, luoghi aperti fino a tarda sera dove si intrecciano cultura e convivialità.

Per dare voce al sogno di una Milano davvero europea, solidale e fraterna il mese di dicembre sarà dedicato alla città. Il nome scelto per la rassegna è “Milano mon amour”, l’ingresso sarà libero per gli eventi dal 15 al 18 dicembre. Saranno vari e trasversali gli incontri organizzati: un convegno, una lettura poetica e due concerti.

Si inizierà il 15 dicembre, alle ore 15, con “Impasti  immateriali”; un convengo per fare il punto sulle pratiche culturali virtuose nei territori di Milano.

Il 16 dicembre, alle ore 18, l’incontro sarà dedicato alla poesia milanese, ai suoi protagonisti e ai suoi immaginari: “Poeti di  Milano Letture poetiche da Delio Tessa a Franco Loi fino all’ultima generazione di poeti”.

Il 17 dicembre alle ore 21 si terrà un concerto dedicato a Jannacci e alla sua Milano: “Secondo te, che gusto c’è?” Una produzione di Intesi come tram con Domenico Schiattone (voce, contrabbasso e chitarra), Enzo Gilberti (sax), Max di Noia (batteria), Marco Stabilini (pianoforte e tastiere), Massimo Alò (chitarra), Laura Loperfido e Alassandra Maroccolo (voci). In un concerto in cui si verranno a intrecciare e confondere paesaggi e storie di una Milano che abbiamo ancora viva e alle spalle.

Infine il 18 dicembre, alle ore 16, il duo Duperdu con “Chiameròlla Milano” presenterà un florilegio di canzoni sulla città e la sua gente. Con Marta Marangoni (voce  e flauto) e Fabio Wolf (voce e pianoforte). “In questa Milano dominata dalla frenesia e dalla fretta che ci assorbe totalmente, non ci rendiamo conto della bellezza che abbiamo intorno a noi, una bellezza nascosta. Proveremo a vederla con gli occhi di Belloveso, il mitico fondatore della città, in un girovagare fra palazzi aristocratici e periferie, andremo a riscoprire le sue leggende antiche e curiose, che possono riconciliarci con la storia più autentica della città”.

La stagione del Teatro Officina è intimamente dedicata a Milano, “città che vive uno straordinario momento di vitalità culturale e che ragionevolmente sembra potersi candidare a divenire la nuova capitale europea dello spettacolo dal vivo. Ci muove un sentimento di condivisione con l’intera comunità cittadina, con i molti giovani che nei quartieri producono cultura e innovazione, con i tanti operatori della cultura che quotidianamente sperimentano, producono, con una compagine istituzionale che si è realmente sforzata di imprimere un cambiamento a decenni di atrofia sociale e culturale. Un sentimento di sobrio orgoglio che ci consente di guardare al nostro territorio cittadino come a un mondo vitale, caleidoscopico, aperto al nuovo. Così ci è sembrato un atto doveroso, un gesto di onestà intellettuale evidenziare la vivacità che questa città oggi sembra esprimere, non solo con prodotti culturali di livello ma anche e soprattutto con pratiche partecipative che coinvolgono i semplici cittadini.
Il teatro che ci interessa è quello che esce fuori dalla ritualità del palcoscenico, che si contamina con la vita delle persone comuni, che diventa condivisione e azione sociale. Sommessamente vorremmo dire grazie a questa Milano”.

La stagione continuerà ovviamente da gennaio a maggio, con spettacoli che svilupperanno le tematiche fin qui proposte e si arricchirà di altre: Teatro Periferico con Dario Villa in “Mater Strangoscias” di Giovanni Testori. Ci sarà Francesca Perilli con “Primo passo”, spettacolo che propone la figura di Maria scagliata dentro la contemporaneità. Atelier Teatro proporrà una rivisitazione de “Gli uccelli” di Aristofane, grande paradigma del potere e dell’utopia. Tano Avanzato, con il suo gruppo Zabara, accosterà, in un triplo salto mortale, i dannati della terra così come li ha ritratti la Divina commedia e così come li ha cantati Fabrizio de Andrè. Camilla Barbarito offrirà un suo omaggio a Domenico Modugno, con “Che io possa esser dannato se non ti amo”. Ed infine, il lavoro su Pier Paolo Pasolini di Metaschimatismòs Teatro, dal titolo “Il paese mancato” .

Della seconda parte della stagione verrà data comunicazione dettagliata a fine dicembre 2016. Continuate a seguirci per tutti gli aggiornamenti.

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