Recensione: “Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello”

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foto Luca Del Pia

Al teatro Fontana è in scena fino a sabato 27 marzo, “Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello”, nella riduzione di Michele Sinisi e Francesco M. Asselta, il nome dell’autore è parte integrante del titolo.
Il dramma, rappresenta una compagnia teatrale che, durante le prove per la messa in scena di un’altra opera dello stesso Pirandello, “Il giuoco delle parti”, viene interrrota dall’entrata in teatro di alcuni “personaggi” che raccontano la propria storia al capocomico, convincendolo a mettere in scena il dramma che “portano dentro”.

Il Padre abbandona la moglie e il Figlio per lasciarla libera di ricrearsi una vita con un altro uomo: il segretario che viveva in casa loro. Ciò nonostante non perde mai di vista la nuova famiglia, che nel frattempo aumenta con l’arrivo della Figliastra, il Giovinetto e la Bambina. Quando il segretario viene a mancare, la Madre inizia a lavorare per Madama Pace che insoddisfatta del lavoro svolto propone alla Figliastra, ormai grande, di intrattenersi con degli uomini per mantere il lavoro alla Madre e poter così provvedere alla famiglia. La ragazza accetta ma il destino vuole che un giorno si trovi di fronte come cliente proprio il Padre, che sembra non riconoscere la Figliastra.

Nella sua regia Sinisi attua una duplice forma di metateatro rappresentando una compagnia teatrale che sta svolgendo le prove di “Sei personaggi in cerca d’autore” e sembra quasi voler ricercare quello straniamento nel pubblico che fece esclamare a chi lo vide per la prima volta nel 1922 “Manicomio! Manicomio!”, muovendosi in una mediasfera dove il confine tra vita privata, storytelling, informazione e manipolazione è sempre più labile. Lo straniamento viene ricercato anche con la tecnologia, sul palco infatti viene proiettato uno schermo di computer che durante tutto lo spettacolo rimane in azione, a volte con ricerche web e social riguardanti ciò che viene detto, altre sottolineando alcune batture degli attori.

L’interazione con il web è presente fin nelle prime fasi dello spettacolo, quando una voce guida, al contrario di quanto accade normalmente, invita gli spettatori ad accendere il telefono e seguire il profilo facebook dello spettacolo. Invito che rimane però lasciato a metà: non c’è infatti una reale interazione del pubblico con lo spettacolo a livello digitale e di social, elemento che forse avrebbe portato ad uno “studio” interessante.

Così come nell’opera originale, arriva (decisamente) dal nulla Madama Pace che, nell’immaginario del regista, prende il palco cantando una canzone in pieno stile Broadway o, meglio ancora, Moulin Rouge.
Altra innovativa interazione digitale, è la presentazione di ospiti speciali tramite la proiezione di una diretta facebook mentre stanno raggiungendo il teatro, per poi arrivare in carne e ossa sul palco e interpretare, al posto dei personaggi, la scena di incontro tra Padre e Figliastra, che verrà poi reinterpretata dagli attori. Gli ospiti cambiano ogni sera e ad oggi sono stati: Frigoproduzioni, Alberto Astorri e Giuseppe Isgrò, Nina’s drag queen, Tristeza ensamble, Ortika/Alice Conti e Ambra Chiarello. Questa settimana ci saranno invece: Walter Leonardi e Paola Tintinelli, Vincenza Pastore e Davide Gorla, Marco Ripoldi, Servomuto Teatro e Sebastiano Bronzato, Massimiliano Speziani, Vincenzo Zappa.

Il proseguimento della scena tra Padre e Figliastra è affidato a due enormi paia di gambe di legno che li rappresentano nel quasi incesto, interrotto dall’arrivo della Madre disperata.
La chiusura della storia in cui il Figlio trova la Bambina affogata in piscina e lo sparo del Giovinetto, sono affidati al racconto del Regista (di scena) che narra la vicenda, supportato da reali immagini tratte dal web.

Lo spettacolo scorre in un susseguirsi rapido e ben equilibrato di scene che portano lo spettatore a entrare e uscire dall’opera pirandelliana, trovandosi da prima immerso fino al collo nel dramma di una madre e di un padre che sentono l’urgenza di raccontare la loro tragica storia e poi di colpo nella pausa di una prova teatrale, quasi fosse il pubblico stesso, un attore in prova con colleghi, per tornare poi nuovamente al dramma.
Tuttavia l’arrivo delle “guest star” è un fattore straniante dello spettacolo, che personalmente ritengo deconcentri molto lo spettatore da uno spettacolo non facile da seguire (se non conosciuto), attraverso i continui dentro e fuori dalla commedia, in cui al pubblico potrebbe sfuggire proprio la scena dell’incontro tra Padre e Figliastra, che è poi il fulcro del racconto dei personaggi.

Enea Montini

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