
Uno spettacolo che si pone mille domande, ma che non dà nessuna risposta. Così Massimiliano Loizzi parla del suo nuovo lavoro “La Bestia”. Sicuramente i temi sul tavolo sono tanti e alcuni di essi non dovrebbero nemmeno avere bisogno di risposte, dovrebbe essere il buon senso a darle. Ma come sostiene Loizzi l’umanità (o almeno gran parte di essa) fa schifo ed ecco che l’algoritmo della Bestia può sguazzare in certe bassezze e alimentare l’odio come una scintilla in un pozzo di benzina.
Loizzi con le sue parole da una parte sottolinea lo stato malato dell’umanità, amplificato dall’avvento di internet, dall’altra offre un antidoto a tanta pochezza culturale mostrando che non tutto è da buttare.
“La Bestia” è uno show nel vero senso della parola, fatto di musica, balli, risate, improvvisazioni e tanto altro. Si inizia con un brano trap, con tanto di “dedica” a Renato Sarti, per concludere con un’emozionante monologo. Nel mezzo si parla di attualità, di complottismo, di coronavirus, di politica, di scontro tra generazioni, di social network e del famigerato algoritmo. Entriamo nel mondo di Loizzi per conoscere i suoi genitori, la sua fidanzata, i suoi figli, viviamo episodi della sua vita quotidiana, una realtà che un po’ chi segue l’attore su Facebook già conosce ma che raccontata dal vivo rende molto di più.
Loizzi arriva da tre capitoli de “Il Matto”, un prodotto di altissima qualità ma che spesso punta volutamente sulla ripetitività. “La Bestia” invece porta una ventata nuova e forse riesce addirittura a far risaltare maggiormente le doti comunicative dell’artista che compie un ulteriore passo in avanti nella costruzione teatrale dello spettacolo. Perché “La Bestia” non è una stand up comedy, può avere dei punti in comune, ma ci troviamo davanti a un monologo con una struttura e una regia ben delineate, due ore che in platea sembrano volare ma che evidenziano la grande prova di Loizzi. Domina ogni centimetro del palcoscenico, grazie alla sua autoironia può permettersi di insultare in ogni modo il pubblico ricevendo applausi in risposta, fa ridere come pochi altri riescono a fare e propone un testo che, oltre ad essere divertente, sprigiona un’altissima dose di sensibilità ed empatia.
Ripensando a frasi tipo “Usciremo dalla pandemia migliorati” viene spontaneo un amaro sorriso, però per certi versi il periodo di lockdown ha portato a un’ulteriore crescita artistica di Massimiliano Loizzi. In quei momenti bui l’attore ha regalato bellissime serate ai suoi follower con le dirette sui social, ha pubblicato “Maledetta primavera”, un libro da leggere tutto d’un fiato, ed ha scritto “La Bestia” probabilmente il suo miglior spettacolo…e l’impressione è che di storie da raccontare ce ne siano ancora tante.
Ivan Filannino
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