Recensione: “Al suo posto”

al posto suo
Foto Emanuele_Limido

Il 16 giugno, presso lo spazio della Fabbrica dell’Esperienza, è stato presentato il nuovo spettacolo Al suo posto della compagnia TeatRing, con la regia e la drammaturgia di Marianna Esposito.

Partendo dal tema del patriarcato, con ironia, ma senza fare sconti a nessuno, la compagnia riesce a toccare nell’intimo sia gli uomini che le donne. È stato trovato il modo di raccontare quella abitudine culturale che vive nella quotidianità e nella frase: è sempre stato così.

In questo spettacolo, come nella serie ai confini della realtà, cambia il pattern di partenza. Non è il patriarcato a dominare i precetti culturali e sociali ma il matriarcato. Così facendo, tutte le dinamiche di discriminazione si ribaltano sul mondo maschile che, per un momento, si cala nei panni delle donne.

In questo mondo, quattro amici si ritrovano al bar per parlare e cercare di organizzare una vacanza che sembra non trovare mai una quadratura del cerchio. Partendo da questa situazione tutte le dinamiche relazionali e le abitudini tossiche vengono eviscerate in modo leggero ed efficace. Nel ventaglio di situazioni esposte è difficile per chiunque non riconoscere anche solo un frammento di un atteggiamento che, sebbene teoricamente riconosciuto, stenta ad essere abbandonato nella pratica.

La drammaturgia e la regia di Marianna Esposito sono molto intelligenti e ben pesate. Non calca mai la mano e costruisce una messa in scena puntuale ed efficace. Gli attori Alberto Corba, Alessandro Cassutti, Giulio Federico Janni, Leonardo Tacconella, riescono ad interpretare con molta naturalezza i loro ruoli. Non enfatizzano in alcun modo la maschera che indossano, risultando sempre verosimili. Anche la scena, più simile ad una installazione, di Stefano Zullo, riesce a indirizzare lo sguardo dello spettatore. Limita al massimo i movimenti degli attori che sembrano vivere in una foto sempre uguale.

Citando le parole della compagnia: “invece di parlare di vittime e mettere in scena donne straziate, abusate, uccise, Al suo posto fa parlare gli uomini. Non uomini che parlano di donne o che fanno le donne, ma uomini che si calano, letteralmente, nei loro panni, per parlare di tutti i piccoli e grandi abusi che le donne vivono nel corso della loro vita”. Al suo posto è uno spettacolo che saprà sicuramente colpire e lasciarvi una sana riflessione da portare a casa e sulla quale continuare a rimuginare. Evolvere è possibile, richiede un esercizio di ascolto quotidiano che farebbe bene a tutti. Sapersi mettere nei panni dell’altra/o è di certo un primo passo importante

Michele Ciardulli

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