Festival Exister – Rolling Idols

rolling idols

Spettacolo di apertura del Festival Exister_15 è Rolling Idols di Susanna Beltrami, Direttrice Artistica di DanceHaus, vera dance community da lei fondata nel 2010 e centro formativo e performativo per danzatori, oltre che residenza per artisti emergenti.

L’’amore, tema cardine di questa ottava edizione del Festival, organizzato da DanceHaus e ArtedanzaE20, ne caratterizza anche l’identità; è l’’amore per la danza contemporanea, naturalmente, protagonista assoluta, ma anche per la sperimentazione, per l’’evolversi del linguaggio espressivo, per l’’anticonformismo, la contaminazione di altri stili e linguaggi creativi, la libertà della fantasia coreografica, per la ricerca e il confronto continuo liberi da ogni pregiudizio. E ancora, è l’’amore per le collaborazioni con altri artisti, per ciò che generiamo, per ciò che ci circonda, per la creazione di spazi fertili e di nuovi avvenimenti, per il lavoro che portiamo avanti ogni giorno con passione e tenacia, ed è l’’amore anche per Milano, città in movimento e sempre più vivace e aperta alle novità in ambito artistico.

Sperimentazione, confronto, contaminazione: la passione dà loro vita, energia, li muove, li mescola con la danza in un composto ricco e prolifico dal quale nascono gesti, immagini ed emozioni di cui noi, spettatori, godiamo.

Quest’’anno il Teatro Franco Parenti ha ospitato per la prima volta le due serate iniziali del Festival Exister_15 con Rolling Idols, appunto; coprodotto da ArtedanzaE20, in collaborazione con NEXT-Regione Lombardia, lo spettacolo è dedicato, come suggerito dal titolo, all’’opera immortale e controversa della storica band The Rolling Stones, guidata dal suo frontman Mick Jagger.

E’’ la loro musica, infatti, ad invadere e saturare lo spazio, sia eseguita dal vivo da Daire O’’Dunlaing e Francesco Sacco, sia registrata e riprodotta dal dj Karoly Paul Moldovan; ma non è sola, a lei si accompagnano altre sonorità, dal blues alle melodie di Marianne Faithfull alla musica elettronica, il tutto spesso accompagnato da immagini evocative o simboliche, oniriche, visionarie, psichedeliche, interrotte a tratti da elementi della natura.

La scena è nuda, minimale, di legno crudo con un semplice e grezzo telo per schermo; leggero, quasi impalpabile, si muove lieve quando sfiorato, ma in realtà è fortemente presente, invadente.

Il palco si sporca subito di farina, sparsa a gettate dai danzatori, quasi  fosse terra, fango; è elemento primordiale, arcaico, puro, culla di vita e luogo a cui tornare. Richiama La Sagra della Primavera di Pina Bausch, danzata su sabbia.

I corpi dei ballerini vi si rotolano, si sporcano, ci giocano, sono a casa, si sentono sicuri, rappresentati, è parte di loro; la matrice è la stessa, anche loro infatti sono natura, ma allo stesso tempo animale, essere umano, uomo, donna, e anche nudi, vestiti, sensuali, multiformi, androgini.

Corpi soli, uniti, femminili, mascolini, i danzatori sono come musicisti, strumenti sonori e plastici della celebrazione di riti di immortalità, di affermazione, di battaglia, di seduzione e accoppiamento, sempre alla ricerca di nuove sonorità, di nuove forme di espressione e pervasi da un’’incontrollabile tensione all’’evoluzione.

L’’arte e la musica sono i mezzi per rincorrere i propri sogni, per dar loro corpo e veridicità, e per riscattarsi socialmente onde continuare ad esistere come individui. Ma è davvero così importante il riscatto sociale? Non è forse meglio, invece, la preziosa individualità?

Bravissimi tutti i danzatori, impegnati in una prova fisica quasi senza sosta, in un gioco perpetuo di equilibri e forze nel danzare su un fondo scivoloso e non certo privo di rischi; splendide le donne, forti, guerriere, sensuali, corpi esili e flessuosi capaci di indossare con disinvoltura molte maschere divertendosi ogni volta in una nuova sperimentazione.

Tutti i corpi sono protagonisti, esplorano lo spazio e le relazioni fra di loro, si lasciano plasmare dall’’estro creativo di Susanna Beltrami, malleabili e ricettivi; dotati di solide e fondamentali basi di classica, sono pronti alla rielaborazione dei meccanismi intrinseci alla danza per fondersi all’’estetica e alla poetica di nuovi linguaggi creativi ed espressivi. E la scena diventa così lo spazio per la ricerca e la sperimentazione, per la contaminazione tra arte e spettacolo; è terra generatrice di una nuova progenie di danzatori fortemente orientati all’’evoluzione.

Se avete amato Rolling Idols non perdetevi i prossimi spettacoli di Festival Exister_15; dopo il carattere psichedelico e le evocazioni visionarie del lavoro di Susanna Beltrami, assisterete a rappresentazioni orientate verso toni decisamente più intimisti in Field di Tabea Martin al Pim Off il 22 ottobre, L.A.N.D. Where is my love? di Daniele Ninarello e Sul Punto di Claudia Catarzi il 23 ottobre sempre al Pim Off. Chiuderà la rassegna il 24 ottobre Piccole Forme –- Mattoncini di Ambra Senatore alla DanceHaus, come di consueto.

Be the first to comment

Leave a Reply

Your email address will not be published.


*