Una strana coppia, la recensione

Foto di Maria Vittoria De Lorenzis

Doverosa nota storica: “La strana coppia” di Neil Saimon va in scena a Broadway a metà degli anni 60 e nel 1968 arriva la trasposizione cinematografica con Matthau e Lemmon.

Nel 1985 è l’autore stesso che riprende in mano il copione e declina di genere le vicende di Felix e Oscar su Fiorenza e Olivia; ne nasce un divertentissimo e per nulla scontato osservatorio sul concetto d’amicizia al femminile nonché del rapporto tra donne e uomini in cui il maschio ha un ruolo marginale…o quasi.

 

Milano, interno borghese, probabilmente inizio anni ’90…l’Iberia (compagnia di bandiera spagnola) assumeva ancora.

Una volta alla settimana un variegato e stravagante universo femminile si incontra per la consueta partita di Trivial Pursuit.

Le domande del gioco sono il pretesto per sprezzanti, intelligenti e spietate battute delle convenute. Poco possono i tentativi di Michi (mestiere poliziotta) di far rispettare tempi e regole del gioco: le uscite fuori luogo della svampita Vera, la sagacia di Silvia e la “esuberante” Daniela, le rendono il compito quantomeno complesso.

E poi c’è Olivia, la padrona di casa. Per nulla imbarazzata di vivere nel disordine totale e di servire alla amiche tartine ammuffite. Ostenta cinismo e freddezza di fronte alle assillanti richieste di danaro da parte di Filippo, ex marito e scommettitore alle corse dei cavalli. Ostenta, ma ci vuole poco a farla cedere e forse in un angolino dei suoi pensieri continua a sperare in una riconciliazione.

Non è, però, ancora arrivata Fiorenza: moglie-geisha di un insignificante ometto di nome Camillo.

Giusto il tempo per le giocatrici di iniziare a preoccupassi che Fiorenza irromperà in casa di Olivia con un carico disperazione e lacrime. La fine del suo pluriennale matrimonio (14 anni) l’ha devastata.

Olivia, in un evidente eccesso di generosità, propone all’amica sconfortata di vivere da lei.

Basteranno pochi giorni alla padrona di casa per realizzare di aver commesso un grosso errore: la sua libertà, le sue abitudini, la diposizione stessa della casa vengono annientate dalle compulsiva ossessione per l’ordine dell’ipocondriaca Fiorenza.

A far saltare definitivamente gli equilibri ci penseranno poi due cialtroneschi fratelli spagnoli loro vicini di casa:  Manolo e Jesus Costazuela.

Dopo una cena mancata con gli “iberici” il rapporto tra le due amiche arriva ad un epilogo che condurrà Fiorenza ad acquisire una maggiore consapevolezza di se.

Una commedia divertente in cui la regia ha inserito un buon ritmo comico caratterizzando i personaggi fino a portarli ad un spassoso “sopra le righe” mantenendo al contempo equilibrio e credibilità.

Nel finale, forse, manca la dimensione di quanto la presenza di Fiorenza possa aver influenzato le amiche; in modo particolare Olivia. Quanto invece amiche ed accadimenti hanno ispirato Fiorenza, sarà più che mai evidente.

 

Prossima rappresentazione: sabato 24 ottobre 2015 – ore 21.00

ARONA Palacongressi “Marina e Marcello Salina”, Corso Repubblica 52

Roberto De Marchi

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