
Torna a Milano Arturo Cirillo il quale adatta, dirige e interpreta una delle opere più alte dal punto di vista linguistico della letteratura italiana, Don Giovanni, opera ispirata al libretto di Lorenzo Da Ponte per Mozart e al Don Giovanni di Molière, dal 4 all’8 dicembre 2024 presso al Teatro Elfo/Puccini.
In scena con Cirillo, Irene Ciani, Rosario Giglio, Francesco Petruzzelli, Giulia Trippetta e Giacomo Vigentini. Come sempre i meravigliosi costumi sono di Gianluca Falaschi e le scene di Dario Gessati.
“Ho deciso di raccontare questo mito, che è Don Giovanni – queste le parole di Cirillo – usando forme e codici diversi, conservando di Molière la sua capacità di lavorare su un comico paradossale e ossessivo”
Ma chi è il Don Giovanni che vedremo in scena al Teatro Elfo/Puccini?
L’ho chiesto direttamente all’amico Arturo Cirillo durante la nostra chiacchierata telefonica. Telefonata che potrete ascoltare sul mio profilo Instagram: @ttciotta
“Don Giovanni è di sicuro un mito inafferrabile e come tutti i miti è vissuto in tante epoche e continua a vivere anche nell’epoca contemporanea.
Ho colto degli aspetti del personaggio Don Giovanni, scritti nel testo di Molière e dal libretto scritto da Lorenzo Da Ponte per la trilogia mozartiana (Nozze di Figaro, Don Giovanni e Così fan tutte). All’interno di questo connubio di due testi mi sono fatto molto abitare, durante la fase delle prove, dalla figura di Amleto figura che non ho cercato, si è presentato lui!”
Perché Amleto?
Per il forte rapporto con il padre… anch’io ho avuto un difficile rapporto con mio padre, scomparso quando avevo 19 anni. Ad esempio nel testo di Da Ponte la figura del padre non c’è, c’è quella del commendatore che se vuoi potrebbe rappresentare quella paterna, mentre nel testo di Molière il padre c’è. Di fatti Don Giovanni è più figlio di padre che figlio di madre, della madre si parla solo nella seconda scena e poi basta!
Hai anticipato una mia curiosità, ovvero quanto c’è di Cirillo in Don Giovanni?
Sai… faccio sempre testi in cui cerco di mettere nei personaggi che poi interpreto (non sempre sono il protagonista, se pensi ad Orgoglio e Pregiudizio), sempre qualcosa di mio, perché quello che mi interessa e mi diverte quando faccio teatro è di raccontare di me, apparentemente non raccontando di me, ma soprattutto raccontare di me senza mai usare parole che ho scritto io!
Credo molto negli attori che usano il proprio personaggio per rivelarsi o magari per conoscersi meglio, sicuramente per esprimere dei sentimenti che forse sono chiusi in loro stessi.
Per rispondere alla tua domanda, certamente c’è molto di Cirillo in Don Giovanni e forse, visto il mio passato un po’ turbinoso e avventuriero, c’è un po’ di Don Giovanni dentro Cirillo.
Molière/Mozart, il primo abile con le parole, il secondo con le note musicali. Nel tuo Don Giovanni cosa pesa di più sulla bilancia? La parola o la musica.
Sicuramente pesa di più la parola.
Dell’Opera di Mozart usiamo soprattutto la parola, proprio perché considero i libretti di Da Ponte per la trilogia mozartiana capolavori della lingua italiana.
Volevo sperimentare il teatro di prosa rispetto a dei libretti nati per essere cantati o meglio recitati/cantati. Di Mozart ci sono sicuramente dei richiami, delle memorie musicali (composte da Mario Autore giovane compositore che stimo molto) che abbiamo riarrangiato.
Dell’Opera citiamo dei momenti seguendo un metodo, potrei dire, ruccelliano (ispirandomi a Annibale Ruccello) e li usiamo come elementi fortemente emotivi, una narrazione di un pathos. Non vogliamo assolutamente rifarci all’Opera lirica anche perché non ne saremmo in grado né avrebbe senso!
Non è il primo testo di Molière da te messo in scena…
È il quarto!
… ti piace di più come descrive o come racconta l’uomo?
Secondo me un autore di teatro quando descrive e racconta, è un po’ la stessa cosa.
La scrittura drammaturgica è una scrittura prevalentemente fatta di battute. Poi chiaramente ci sono autori che usano molto le didascalie o descrizioni, ma nel caso di Molière, come Shakespeare, è molto molto avaro di didascalie. Quindi l’elemento narrativo/letterario in Molière è poco presente. Invece molto presente il discorso diretto.
Ricordiamo che la mia versione di Don Giovanni è contaminata, come accennavo prima, dal libretto di Da Ponte e con qualche battuta di Amleto.
Concludendo, perché dovrei/dovremmo venire a vedere il tuo Don Giovanni (i presupposti ci sono tutti)?
Non so perché dovresti venire a vederlo!
Perché?… perché secondo me, come tutti i miti, penso abbia qualcosa da raccontare, perché vi abitano tanti opposti dentro la figura di Don Giovanni, come dentro la vicenda.
C’è sicuramente una grande carica vitale, ma anche autodistruttiva. Le donne da una parte subiscono molto, ma dall’altra parte si riscattano. C’è il tema intramontabile delle leggi del desiderio, c’è come ampiamente detto prima il rapporto con il padre, non soltanto con il padre ma anche con l’autorità, con il soprannaturale, con il destino. Per certi versi è anche un personaggio molto predestinato. Se pensi che nell’overture dell’Opera, Mozart mette il finale, questa scelta la facciamo anche noi, chiaramente riarrangiando la musica di Mozart.
Questo per dire che questo spettacolo racconta molto dell’uomo, non soltanto di quell’epoca ma l’uomo di oggi.
Ti rubo un altro minuto prima di dare appuntamento a teatro. È più una mia persona curiosità, visto che ti conosco da anni. Come sta andando la direzione della scuola di teatro?
Siamo solo agli inizi di questo percorso.
Come sta andando? non te lo so dire, penso bene… spero bene!
Ti posso dire che abbiamo fatto lunghissime selezioni come credo non si facciano più, abbiamo impiegato un tempo infinito, abbiamo dato a tutti i candidati moltissimo spazio e tempo. Di questo sono molto contento anche se c’è costata moltissima fatica però credo, alla fine, aver messo in piedi una classe molto interessante, molto varia e non soltanto di ragazzi e ragazze provenienti dalla Campania.
Inoltre ho introdotto il corso di regia e anche di questo sono molto contento.
Come detto siamo solo agli inizi, abbiamo davanti a noi tre anni, tante cose si potranno aggiustare, potranno cambiare. È sì una scuola legata alla tradizione del teatro napoletano (sarebbe assurdo non rapportarsi con questa ricca e fortissima tradizione), ma sarà anche una scuola nazionale, perché abbiamo fatto un gemellaggio, che poi si chiama protocollo d’intesa con l’Accademia Silvio D’Amico di Roma e a breve anche con la Scuola di Teatro Nazionale di Genova.
Crediamo molto in uno scambio non soltanto tra docenti, ma uno scambio di conoscenza tra allievi.
Caro TiTo diciamo che il teatro non se la passa benissimo però le scuole di teatro vanno a gonfie e vele e non so dirti il perché!
A te piace molto aiutare i giovani o sbaglio?
Non soltanto mi piace, a me piace proprio conoscerli.
Mi piace vedere come cambia il modo di pensare a teatro, grazie a loro. In realtà sono io che mi nutro di loro! Sono una persona di natura molto curiosa e i giovani, mio pensiero, sono un continuo in divenire e questo a me piace molto. Devi sapere che faccio l’attore perché per certi aspetti sono rimasto molto infantile o se vogliamo usare un termine più negativo, sono “immaturo”. Di conseguenza quando mi confronto con i giovani, mi confronto con dei coetanei.
Per invogliare chi sta leggendo questa intervista (o ascolterà, dalla tua viva voce, il podcast sul mio profilo Instagram) diamo appuntamento a Teatro Elfo/Puccini per il tuo Don Giovanni?
Certo! Tra l’altro saremo in tournée fino a primi di marzo, dopo Milano saremo a Chiasso, Casale Monferrato, con l’anno nuovo a Genova, Venezia, Bologna e sicuramente mi starò dimenticando di qualche altra città.
Per quanto riguarda Milano saremo in scena dal 4 all’8 dicembre 2024.
… e visto che il Ponte di Sant’Ambrogio/Immacolata Concezione non ci sarà, quale miglior occasione per festeggiare in compagnia di Arturo Cirillo e il suo Don Giovanni?
Quando?
dal 4 dicembre all’8 dicembre 2024
Dove?
Teatro Elfo/Puccini – Sala Shakespeare
Milano
DON GIOVANNI
un’irrefrenabile corsa verso la morte,
una danza disperata ma vitalissima sempre sull’orlo del precipizio.
Una sfida al destino!
Buona serata.
TiTo
Leave a Reply