110 anni! Che fiesta per la Baistrocchi: la recensione

che fiesta
Luciano Cini La Torre

Da lassù Mario Baistrocchi non può che essere orgoglioso nel vedere la sua creatura festeggiare i 110 anni di storia con tanta gioia e davanti a un pubblico così numeroso. Purtroppo lui ha potuto godersi la Bai per pochissimi anni perché la Prima Guerra Mondiale lo ha ingiustamente lasciato sul campo di battaglia, ma quanto da lui creato è immortale e fa parte indissolubilmente della storia del teatro italiano.

La Compagnia Goliardica Mario Baistrocchi di Genova compie infatti 110 anni, un record unico per il nostro Paese. Era il 1913 quando andava in scena il primo spettacolo “L’allegra brigata” e ora dopo oltre un secolo tocca a “Che fiesta…110 años”.

Il regista Edoardo Quistelli ha allestito un lavoro che non è solo uno spettacolo, ma una vera e propria festa di compleanno. D’altronde per una compagnia che fonda le sue radici nell’ambiente universitario il numero 110 ha un valore ancora maggiore del 100 e la lode arriva dagli applausi e dal coinvolgimento del pubblico che per due ore ride, canta e balla coi goliardi baistrocchini.

Si parte subito forte con il bel monologo del Bacci/Quistelli che, affiancato da tre improbabili vallette, va a toccare con grande ironia temi di grande e importante attualità come l’aumento delle bollette e la mancanza di lavoro per i giovani laureati. Arriva poi il momento di conoscere le due conduttrici della serata, la prima Drusilla Foer, interpretata dal giornalista di La 7 Paolo Colombo con grande savoir faire ed eleganza, la seconda è l’immancabile Raffaella Carrà di Osvaldo Olivari, una parodia che il pubblico adora e che siamo sicuri la stessa Raffaella apprezzerebbe se fosse ancora tra noi. Il medley con le sue canzoni è il primo apice dello spettacolo oltre a un modo per continuare a ricordare una leggenda dello spettacolo italiano.

Un ricordo speciale anche per Franco Gatti dei Ricchi e Poveri, sul palco Matteo Delfino, Francesco Martignone, Davide Casalino e Giovanni Izzetta, insieme ai ragazzi del corpo di ballo scesi in platea, fanno scatenare il pubblico con Sarà perché ti amo e Mamma Maria mentre sullo schermo vediamo reunion della band a Sanremo 2020.

Sono tanti gli omaggi che la Baistrocchi fa allo spettacolo italiano come l’inconfondibile brano tratto da un capolavoro del cinema come “Polvere di stelle” con Alberto Sordi e Monica Vitti. La Bai si inserisce proprio in quel filone tra il teatro di rivista e l’avanspettacolo, con un po’ di fantasia non è difficile immaginare loro sul treno che viaggia tra monti e vallate per andare in scena ogni sera in una città diversa come faceva la compagnia teatrale del film.

La Baistrocchi, però, sa anche stare al passo coi tempi e porta sul palco anche il suo Alessandro Borghese con un pezzo scritto e interpretato sapientemente da Nicolò Benincà. Una scelta azzeccata e intelligente che riesce a coinvolgere anche il pubblico più giovane. Altra nota di merito per lo sketch delle pompe funebri davvero divertente.

Foto Luciano Cini La Torre

Spazio anche al ballo con le coreografie di Alessandra Zaniratti e i costumi di Micol Gastaldi e Simona Covotta. Non possono mancare il can can e il balletto classico che diventa irresistibile con l’ingresso in scena in tutù di Paolo Colombo e Stefano Manzini sulle note di “Fai rumore” di Diodato. Particolarmente coinvolgente la coreografia sulle hit dell’estate coi giovani della compagnia che possono dare il meglio.

Quistelli, Olivari e Colombo quando sono insieme sul palco formano un trio ben rodato e capace di spaziare anche fuori copione attirando ancora di più la simpatia del pubblico. Le sortite di Matteo Delfino, Francesco Martignone e Gianfranco Francescon aggiungono altro pepe allo spettacolo. Il finale non può che essere dedicato alla celebrazione del 110° compleanno e l’annuncio di un importantissimo appuntamento il 2 e il 3 dicembre al Teatro Carlo Felice per due repliche in favore della Croce Rossa. Perché non va dimenticato che la beneficenza è sempre il primo obiettivo della Bai e anche gli incassi di questo tour invernale, tolte le spese, andranno all’associazione Gigi Ghirotti fondata dal professor Franco Henriquet che nonostante i quasi 93 anni non ha per nulla perso la voglia di divertisi a di stare a teatro con la Baistrocchi.

Ivan Filannino

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