The great disaster, al Teatro della Cooperativa dal 5 al 17 maggio nel 2014, torna al Teatro Litta dal 17 al 29 marzo 2015 per offrire al pubblico milanese uno sguardo inedito sulla tragedia del Titanic e non solo.
Un bravissimo Matthieu Pastore interpreta il ventenne Giovanni Pastore, addetto a pulire i cucchiaini nelle immense cucine del Titanic. Giovanni è morto durante l’affondamento del transatlantico eppure si regala ancora una volta, agli spettatori, con onestà e coraggio. Ne risulta non un personaggio ma un uomo che riesce a vivere tra passato, presente e futuro in un continuo concatenarsi di piani temporali sempre autentici e sempre vibranti.
Il Titanic, negli occhi di Giovanni Pastore, diviene metafora di un mondo caduto ma che in fondo si ripropone ancora oggi: medesime sono le crisi e le differenze sociali, il lavoro precario e i sogni che si infrangono nell’immobilità di una società uguale a se stessa e di un secolo che non va avanti ma si ripropone.
Giovanni Pastore è ognuno di noi, anche e soprattutto oggi. Giovanni Pastore è uno dei 1503 caduti sul Titanic. Ma Giovanni Pastore urla di non essere uno qualunque. Un paese di origine, una donna nei suoi ricordi, una nonna letteraria, una morte assurda. Giovanni Pastore è protagonista di uno spettacolo che lascia il Titanic sul fondo del mare per riportare in superficie solo le condizioni dei migranti, le condizioni di coloro che non riescono a trovare un loro posto perché è opportuno per molti che sia così.
La drammaturgia è impeccabile e misurata. Ci accompagna nell’anima del personaggio dosando abilmente grazia e potenza. Contamina il linguaggio di inizio novecento a quello di oggi trasportandoci su diversi livelli temporali senza traumi o capogiri. La regia di Renato Sarti accompagna questo testo rispettandolo e esaltandone i momenti più poetici. Ottimi i giochi di luci. Matthieu Pastore con il suo Giovanni fa il resto.
Francesco Annarumma
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