Teatro della Cooperativa: “Mbira”

mbira
Foto Ivo Almiramaro

Arriva a Milano al Teatro della Cooperativa Mbira, l’ultima creazione di Roberto Castello, che ha firmato insieme a Renato Sarti i testi, con la collaborazione di Andrea Cosentino. Lo spettacolo è coprodotto da ALDES e dal Teatro della Cooperativa con il sostegno di MIBAC/direzione generale dello spettacolo dal vivo, Regione Toscana/sistema regionale dello spettacolo, media partner dell’iniziativa la Rivista Nigrizia. Il tour parte da Milano per poi proseguire a Roma, nell’ambito della 34° edizione di Romaeuropa Festival fra l’1 e il 9 novembre.

Quanto ha contribuito l’Africa a renderci quelli che siamo? Per molti secoli europei e arabi hanno esplorato, colonizzato e convertito ogni angolo del pianeta. Oggi tante culture sono perdute e quella occidentale è diventata per molti versi il riferimento universale. Impossibile dire se sia un bene o un male o sapere se i colonizzati prima della colonizzazione fossero più o meno felici. Sta di fatto che il mondo è sempre più piccolo e meno vario, pieno di televisioni che trasmettono gli stessi programmi e di negozi identici che vendono prodotti identici dalla Groenlandia alla Terra del Fuoco, dalla California, a Madrid, a Riyad a Tokio. Ma spesso nel processo di colonizzazione capita che il conquistatore cambi irreversibilmente entrando in contatto con la cultura dei conquistati. Di questo prova a parlare Mbira, un concerto per due danzatrici, due musicisti e un regista che – utilizzando musica, danza e parola – tenta di fare il punto sul complesso rapporto fra la nostra cultura e quella africana.
Mbira è il nome di uno strumento musicale dello Zimbabwe, ma anche il nome della musica tradizionale che con questo strumento si produce. Bira è anche il nome di una importante festa della tradizione del popolo Shona, la principale etnia dello Zimbabwe, in cui si canta e balla al suono della Mbira. Mbira è però anche il titolo di una composizione musicale del 1981 intorno alla quale è nata una controversia che ben rappresenta l’estrema problematicità e complessità dell’intrico culturale e morale che caratterizza i rapporti fra Africa ed Europa.

Mbira è insomma una parola intorno a cui si intreccia una sorprendente quantità di storie, musiche, balli, feste e riflessioni su arte e cultura, che fanno da trama ad uno spettacolo, che, combinando stili e forme, partiture minuziose e improvvisazioni, scrittura e oralità, contemplazione e gioco, ha come inevitabile epilogo una festa. Mbira è insomma una parola che offre un pretesto ideale per parlare di Africa e per mettere in evidenza quanto poco, colpevolmente, se ne sappia, nella convinzione che il gesto più sovversivo oggi sia quello di ricordare che, prima di affermare certezze, in generale sarebbe saggio conoscere l’argomento di cui si parla.

Il teatro borghese nasce per i teatri, la musica pop per gli stadi. Progetti come Mbira nascono invece per tutti quei posti in cui c’è voglia e bisogno di distrarsi, divertirsi e stare bene senza necessariamente smettere di pensare o di porsi domande sul proprio ruolo e sul proprio rapporto con gli altri.

MBIRA
coreografia e regia Roberto Castello
musiche Marco Zanotti, Zam Moustapha Dembélé
testi Renato Sarti e Roberto Castello con la preziosa collaborazione di Andrea Cosentino
interpreti Ilenia Romano, Giselda Ranieri (danza/voce), Marco Zanotti (percussioni, limba),
Zam Moustapha Dembélé (kora, tamanì, voce, balafon), Roberto Castello

DOVE? Teatro della Cooperativa

QUANDO? dal 25 al 27 ottobre ore 20.30 (domenica ore 17)

PREZZI: intero 18€ – convenzionati 15€ – under 27 10€ – over 65 9€

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