Recensione: “80 voglia di…’80!”

80 voglia

Non è solo amarcord “80 voglia di…’80!”. Il musical che molti ricorderanno nella versione di una quindicina di anni fa con Paolo Ruffini e il grandissimo Manuel Frattini è tornato in scena con un nuovo formato, sempre firmato dalla Compagnia dell’Alba, con protagonista Manuel Mercuri, performer, acrobata ballerino e content creator internazionale che vanta più di 38 milioni di follower tra TikTok, Instagram e YouTube.

Un “Ritorno al futuro” all’italiana, un liceale del 2025 si trova, grazie a un cubo di Rubik magico, catapultato nel 1984 dove incontra i suoi professori diciottenni che hanno bisogno di aiuto per mettere in scena il concerto/spettacolo di fine anno. Inizia così un mitico omaggio agli anni ’80 che, come detto all’inizio, non si limita essere una celebrazione di un’epoca passata, tra rimpianti e nostalgie. Il testo scritto da Gianfranco Vergoni, su idea di Paolo Ruffini, mette in evidenza il bello degli anni ’80, i loro colori (da qui la presenza di “True colors” di Cyndi Lauper), ma anche certe contraddizioni come il fatto che la stravaganza tanto ricordata oggi, in realtà era concessa solo alle star, per la gente comune non mancavano prese in giro ed emarginazione. Con la giusta leggerezza richiesta dallo spettacolo si trattano anche temi come il bullismo, il difficile rapporto coi genitori e l’inevitabile confronto tra la tecnologia di oggi e quella di 40 anni fa (curioso come anche solo rispetto alla versione del 2011 sia stato necessario aggiungere parecchi nuovi riferimenti visto come la tecnologia si è evoluta in 15 anni) che offre ovviamente tanti spunti per creare incomprensioni ed equivoci divertenti. Questi confronti rendono alcuni dialoghi molto coinvolgenti e ricchi di spunti riuscendo ad andare aldilà del semplice intrattenimento. C’è poi il percorso di formazione di un ragazzo che fatica a trovare la sua strada, avrebbe bisogno di incoraggiamento e consigli piuttosto che di critiche e giudizi.

Manuel Mercuri si trova chiamato per la prima volta a interpretare il protagonista di uno spettacolo, la prova è stata sicuramente superata. Merito anche del regista Fabrizio Angelini che ha saputo metterlo nella condizione di rendere al suo massimo. Mercuri collabora nelle coreografie corali sfruttando le sue doti da acrobata in modo da accompagnare i brani interpretati dagli altri cantanti. Quando però è il momento di recitare diventa padrone del palco col suo ritmo incalzante e le innate doti da presentatore. Sa attirare su di sé l’attenzione del pubblico, ma al tempo stesso mettersi al servizio del cast quando necessario, protagonista e spalla a seconda del bisogno. Tiene in mano la situazione anche quando si rompe la quarta parete e devi rivolgersi agli spettatori con un monologo. Da segnalare la sua perfetta interpretazione di Super Mario e il balletto sulle note di “Beat it” di Michael Jackson suo autentico idolo come raccontato in una recente intervista.

Tutto il cast è da promuovere, il loro impegno è ben visibile dalla platea, non è facile essere contemporaneamente cantanti ed ensemble, loro ci riescono alla grande. Alcune coreografie (sempre firmate da Angelini) sono davvero apprezzabili, ne citiamo due: “Material girl” di Madonna e “Lamette” di Donatella Rettore.

La direzione musicale di Gabriele de Guglielmo ha lavorato su brani che sono pietre miliari della musica anni ’80 (con qualche piccolo salto nei ’70). Difficile citarli tutti, si tocca sia il repertorio italiano con Raffaella Carrà (“Rumore”), Loredana Bertè (“Non sono una signora”), Vasco Rossi (“Bollicine) e i Ricchi e Poveri (Sarà perché ti amo”), sia quello internazionale con gli Wham (“Wake Me Up Before You Go-Go”), i Van Halen (“Jump), i Queen (“Somebody to love”), i Duran Duran (“The Wild Boys”) e anche una versione di “The final countdown” degli Europe interpretata molto bene da Ottavio Cannizzaro (ok è un brano uscito due anni dopo rispetto a quando si svolge la storia, ma come fai a non metterlo?).

Convincenti anche le voci di Silvia Ghirardini, Ilaria Lanzillotta, Giulia Rubino, Edilge di Stefano e Noemi Cappellini a cui si aggiunge la buonissima interpretazione di Filippo Di Menno e Lorenzo Giambattista. A proposito di recitazione, per quanto improbabile in un liceo di Roma del 1984, il mix di accenti romani, milanesi, baresi e veneziani funziona e fa divertire il pubblico. Un complimento speciale va a Cristian Cesinaro chiamato a sostituire l’infortunato Pietro Galetta nel ruolo del professore di letteratura.

“80 voglia di…’80” regala tanto intrattenimento e tanta musica indimenticabile, i 10 performer sul palco, con la loro grande energia, sono stati in grado di trascinare gli spettatori brano dopo brano in questo salto nel passato trasformando la platea in una discoteca degli anni ’80. Il pubblico ha potuto così sognare, viaggiare nel tempo, ricordare episodi della propria infanzia e gioventù o semplicemente immaginare i propri cari vivere quell’epoca magari cercando di riavvolgere il nastro di una musicassetta con una penna bic o rispondendo correttamente alle interrogazioni del Grillo parlante della Clementoni.

Ivan Filannino

Be the first to comment

Leave a Reply

Your email address will not be published.


*