La Classe non è acqua

scuola

Si può ridere, anche se amaramente, passeggiando sulle macerie (metaforicamente e letteralmente parlando) della scuola pubblica italiana?
Si può ridere, anche se amaramente, di fronte ad insegnati (più volontari che funzionari pubblici) che vedono vanificati (da norme stravaganti) i loro sforzi per rendere la scuola un posto migliore? O chi la frequenta un cittadino migliore?

Si può ridere, anche se amaramente, di una riforma della scuola dimostrante il fatto che “BUONA SCUOLA” non necessariamente corrisponde ad una “SCUOLA BUONA”?

Si. Si può fare. Ne è la prova provata: “LA SCUOLA NON SERVE A NULLA” in scena al COOPERATIVA dal 18 al 23 ottobre di e con Antonello TAURINO scritto con Carlo TURATI produzione TEATRO della COOPERATIVA.

Mattina presto. Il PROF fa una colazione fugace raccoglie due o tre cose dal tavolo. Tra queste una busta pervenuta dal MIUR (Ministero Istruzione Università Ricerca). Potrebbe essere, speriamo, il BONUS di 500 euro riconosciuto ai docenti più meritevoli. Ma non è così.
Si tratta di un impietoso e puntuale elenco delle “gravi mancanze e stranezze” di cui il PROF si è reso responsabile al punto di incorrere in una sospensione dall’insegnamento.

Violazioni di norme e del codice penale che altro non sono che “Kafkiane” contorsioni della realtà; distorsioni dovute al contesto stesso in cui le vicende sono maturate: LA SCUOLA.

LA SCUOLA appare come un girone infernale (geniale la rivisitazione del canto V) in cui si incontrano il concorsone, la didattica per competenze, il GAE, le tre Fasce di graduatoria, la multidisciplinarietà le classi multi*.* (multi razziali, religiose, culturali ecc…). In compenso, però, mancano i banchi per le aule pollaio, le LIM e gli insegnanti di sostegno.
Argomentando punto per punto la sua difesa il PROF ci rivela la sua voglia di fare e quello che fa. E fa tanto.

Fa come fanno tanti docenti: mettendoci del suo. Il suo tempo, le sue competenze, la sua passione e le sue capacità; relazionandosi con classi in cui i FRANTI sono la maggioranza e i DE ROSSI e BOTTINI quasi non esistono.
Questo spettacolo potrebbe diventare un lavoro in costante definizione che si autoalimenta di tutti i guai che affliggono la scuola pubblica: le brutte riforme, quelle bruttissime, concorsi fallimentari, concorsoni falliti, dirigenti scolatici disorientati, professori sconcertati a volte umiliati, alunni indisponenti, bulli, casi umani e familiari.

Il tutto comicamente e sarcasticamente illustrato da TURATI e TAURINO.
Più che convincente nei panni del PROF, Antonello TAURINO si muove su un palco diviso in ambienti fisici ed emozionali con poca scenografia, molte luci ed ausili multimediali.

Opera originale, divertente, per certi versi quasi di “Teatro Civile, “LA SCUOLA NON SERVE A NULLA” non è un progetto per soli addetti ai lavori. In fondo tutti noi abbiamo a che fare con la scuola. Vuoi per mestiere, vuoi perché ci vanno figli o nipoti o più semplicemente perché dovrebbe essere il luogo in cui si danno alle nuove generazioni gli strumenti attraverso i quali, un giorno, confrontarsi e misurarsi con il resto del mondo.

Un finale forse (ma forse) consolatorio in cui il PROF intravede (per mezzo di uno dei FRANTI della situazione) la possibilità del riscatto del sapere. Come dice la canzone che introduce lo spettacolo: ci vorrebbe una “scuola bella come il mare” ma tant’è.

Roberto De Marchi

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