Grisham al Teatro Libero

In una notte di dicembre del 1982 una donna, Debbie Fritz, viene trovata morta con evidenti segni di violenza nella sua casa. Inizia così per Ronald Keith Williamson l’accusa per questo omicidio che lo porterà, attraverso un monologo al pubblico, a ripercorrere la sua vita, con i suoi successi, le sue passioni e il suo amore, spezzata all’improvviso dal ricordo degli ultimi 11 anni passati in cella, tra i banchi di testimoni, della corte e delle umiliazioni subite.

Il tassametro della vita a poco a poco continua a battere più veloce e ne possiamo sentire la frenesia e l’isterismo nei suoi discorsi raccapriccianti dei suoi incontri carnali, di amicizie sbagliate, ricordi di una madre con una vena alla Psyco e momenti di schizofrenia alla Shining che sembrano smentire le sue capacità mentali. Sarà a questo punto davvero innocente Ronald Williamson? Mirko D’urso ci porta così ad investigare su un tema attuale come può essere l’accusa ad Amanda Knox e a far diventare noi stessi giudici ed avvocati di un sistema carente di prove ma basato sui nostri stessi pregiudizi.

L’interpretazione di Mirko D’urso regge il ritmo serrato della drammaturgia e molte volte la regia ci mette faccia a faccia con il protagonista e quindi con la nostra coscienza. La luce gioca con il palco e con lo spettatore con parsimonia ma grande efficacia.

Lo spettacolo, tratto da un romanzo di John Grisham di cui si sente tutto il sapore, è in scena al Teatro Libero fino al 23 ottobre.

Un’occasione per riflettere e confrontarsi sul tema della giustizia a partire dal contesto americano per atterrare col pensiero sulla nostra penisola.

Francesco Annarumma

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