Il teatro del surreale a Roma all’India con “Fratellina” (fino al 18 febbraio)

"Fratellina" di Spiro Scimone, regia di Francesco Sframeli.
Nella foto Francesco Sframeli, Spiro Scimone, Giulia Weber e Gianluca Cesale. Foto di Gianni Fiorito

Appuntamento nella struttura post industriale del teatro India a Roma con Fratellina, lo spettacolo portato in scena dalla Compagnia RF. immaginifico in senso utopico o distopico, starà allo spettatore giudicare, la regia di Francesco Sframeli promette momenti di divertimento e di riflessione nella zona del vecchio porto fluviale romano, grazie anche all’opera ideata da Spiro Scimone.

Fratellina è un testo che racconta una realtà che sta capitolando sotto i colpi drammatici del nostro tempo, che sembra aver completamente dimenticato i veri valori dell’umanità. Si tratta di un autoritratto della società, «veramente» ripugnante, dalla quale i due protagonisti cercano di fuggire, alla ricerca di una nuova dimensione dove semplicemente essere sé stessi o, addirittura, migliori. Nella scena composta da due grandi letti a castello Nic e Nac, una mattina, al risveglio, sperano di vivere in una nuova realtà, dove tutte le cose dimenticate si possono di nuovo ritrovare.

Il desiderio di Nic e Nac, di scoprire un’altra realtà che va oltre i confini visibili della scena, si concretizza con l’apparizione del Fratellino e della Sorellina, due personaggi che con i loro dialoghi mescolano ilarità e paradosso, denuncia e sconforto. L’incontro permette a ciascuno di ritrovare la propria parte mancante all’interno di un contesto familiare poco accogliente. La sofferenza, lo stato d’ansia e il sentimento di delusione dei quattro protagonisti di Fratellina, lasciano spesso spazio al sorriso e all’ironia. Importanza viene data anche alla figura immaginaria del cognato del dirimpettaio: un personaggio troppo generoso, ora imprigionato dentro a un armadio, che va portato in salvo. Nel momento in cui, però, questo armadio viene ritrovato, nessuno ha il coraggio di aprilo e fare il primo passo.

L’atmosfera lieve e giocosa dell’opera, nasce dalla musicalità dei dialoghi, dal ritmo, dalle ripetizioni delle parole, dalle attese e dall’ascolto del silenzio. C’è in questo lavoro l’accorata denuncia di un mondo sempre più vuoto e crudele, dove il senso comune ha perso ogni punto di vista o di riferimento e che lascia così isolati e perduti i propri personaggi costretti a rifare il mondo “a parole” su dei lettini che mimano più i giacigli delle prigioni che i tappeti volanti su cui sognarsi in viaggio. In questo loro mondo, il dolore e il furore del nostro sono sostituiti dalla gentilezza e speranza, volendo sottolineare l’importanza del superare la solitudine e l’immobilità, senza restare prigionieri delle illusioni.

La compagnia RF nasce dall’incontro di Spiro Scimone e Francesco Sframeli e dalla passione verso il teatro del surreale. Questo spettacolo, come molti altri della compagnia, rappresenta l’aspirazione a un futuro utopico, a cui non bisogna rinunciare, quasi in attesa di una redenzione umana.

DOVE:

Teatro India, Roma

QUANDO:

dal 13 al 18 febbraio

ore 20.00
domenica ore 17.00
durata 50′

Di Spiro Scimone
Regia Francesco Sframeli
con Francesco Sframeli, Spiro Scimone, Gianluca Cesale, Giulia Weber

Tratto da Soli al Mondo, presentazione di Jean-Paul Manganaro

Scena Lino Fiorito
Costumi Sandra Cardini
Disegno luci Gianni Staropoli
Regista assistente Roberto Zorn Bonaventura
Assistente alle luci Maria Virzì
Assistente alla scena Lello Becchimanzi
Direttore di scena Santo Pinizzotto

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