Marcello Cotugno porta in scena Some Girls(s), dal testo di Neil LaBute, autore americano classe ‘63. Il titolo gioca sull’alternanza tra singolare e plurale; some girl, una qualsiasi ragazza, some girls, alcune ragazze. In una camera d’albergo, Guy prima di sposarsi, decide di incontrare le sue ex fidanzate per chiarire gli inevitabili non detti che accompagnano i fallimenti delle relazioni sentimentali, e poter affrontare il matrimonio dopo essersi riguadagnato, grazie a dei confronti apparentemente sinceri, una sorta di verginità sentimentale.
Si alternano così in scena con il protagonista quattro donne, quattro mondi femminili, (la fidanzata, l’amante, la vamp e il grande amore) su cui cade uno sguardo lucido e intenerito come nei film di Rohmer. E come nel cinema di Rohmer, la recitazione ha il registro di un naturalismo quasi documentario con incastri e tempi meccanici e perfetti.
Il protagonista maschile, mai cresciuto, è invece una sorta di Candide dell’amore, esce indenne da ogni incontro, pronto a ricominciare, vivendo attimi di verità che lo lasciano uguale a se stesso. Un ritratto emblematico di questa nostra società liquida, senza responsabilità né certezze. La modernità dei personaggi è ribadita anche dalla medialità dei mezzi utilizzati: un quinto episodio infatti sarà visibile dagli spettatori on-line.
Note di regia
Quello che emerge di Guy è il tragicomico ritratto, in bilico tra Rohmer e Voltaire, di un uomo-bambino: un adultescente che barcolla tra paura di impegnarsi, senso di colpa e una spietata ambizione che lo spinge, un po’ per cinismo un po’ per incoscienza, a consumare e manipolare le donne della sua vita. Simpaticamente sconfitto su tutti i fronti, alla fine sarà capace di rialzarsi, nonostante i lividi, senza pensarci troppo su. E con la stessa leggerezza (o superficialità) di sempre, ricomincerà a macinare la propria vita tra un danno e un altro. Quattro donne si alterneranno in scena con il protagonista, e una quinta sarà interprete di un insolito contenuto extra. La messinscena, infatti, si contamina con una multimedialità che supera i confini teatrali: grazie a un link gli spettatori avranno la possibilità di assistere a un quinto episodio della storia che, visibile solo online, li condurrà ancora più in profondità in quest’indagine sulle complessità delle relazioni uomo-donna.
Luci e scenografia contrastano con il realismo che suggerirebbe la scena (una stanza d’albergo sempre più o meno uguale) e sconfinano nel terreno di un teatro simbolista à la Maeterlinck. Le musiche accompagnano, senza mai sottolinearne gli eventi, questa commedia brillante ma allo stesso tempo amara.
Tutto confluisce nell’idea di un teatro indie-pop: un teatro che, con la stessa capacità di intercettare tensioni e passioni che ha la più illuminata musica contemporanea, ingaggi lo spettatore in un processo di identificazione non rassicurante, in una riflessione sulla liquidità delle esistenze e dei legami, in una condivisione profonda delle emozioni. Un rito di catarsi collettiva che, senza esaurirsi nel tempo della messa in scena, lascia delle domande aperte che accompagnano il pubblico fuori dalla sala.
Marcello Cotugno
SOME GIRL(S)
di Neil LaBute
con Gabriele Russo, Valentina Acca, Bianca Nappi, Roberta Spagnuolo e Martina Galletta
regia di Marcello Cotugno
DOVE? Teatro Franco Parenti
QUANDO? Dal 29 marzo al 2 aprile
PREZZI: Intero 15€, Over65/Under26/Convenzioni 12€
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