
Al Teatro Gerolamo torna in scena una bravissima attrice (in questo caso anche bravissima cantante) Roberta Lidia De Stefano con lo spettacolo/concerto da lei scritto e diretto Dream a little dream dal 23 al 24 novembre 2024.
In scena con Roberta Lidia, Massimo Betti.
“Mi presento per chi non mi conoscesse o non si ricordasse di me, mi chiamo Janis, qualcuno starà pensando come Janis Joplin… ed è proprio così.
Mia mamma era negra, i miei nonni erano negri, ma io sono bianca, come mio padre. Evidentemente assomiglio molto a mio padre…tranne il culo, quello l’ho preso da mia nonna…”
Per una “ragazza blues” essere nata bianca in un contesto del genere, significa non appartenervi fino in fondo; vivere il dramma di non essere mai all’altezza, sentire il peso di un importante “testimone” tra le mani.
Con immaginazione e autoironia Janis, conoscerà meglio la storia della sua vita.
Ed io per saperne di più e stuzzicare la vostra fantasia ho chiesto all’amica Roberta Lidia De Stefano, cosa vedremo grazie allo spettacolo Dream a little dream?
“Il racconto di un sogno, un desiderio di appartenenza, in forma di concerto”
Chi è la Janis che vedremo al Teatro Gerolamo, ma soprattutto riesci a tenere a bada un personaggio così ingombrante?
”Janis” è un chiaro riferimento a “Janis Joplin”.
Difficile imbrigliare una vera rock star… ma per fortuna o per sfortuna non sono Janis Joplin”…
Quanto c’è di Janis in Roberta Lidia e quanto di Roberta Lidia in Janis?
“Da quando ero adolescente ho adorato la figura ribelle e anticonformista di Janis Joplin.
Il suo bisogno d’amore. Le sue dipendenze. La sua auto affermazione così naturale, così insolita anche per una ragazza che non aveva una bellezza canonica. La sua voce calda e sensuale paragonabile ad una “pelle di puledra”, era graffiata e sofferente eppure potente e gioiosa. Io ho un rapporto molto intimo e profondo con “la vocalità” la mia voce è un modo per esplorar-mi, per esplorare il mondo. Mi piace percepirne ogni piccolo cambiamento, ogni possibilità, al limite del maniacale. Quando ero adolescente qualche mio compagno del liceo mi diceva che le assomigliavo, che avevamo la stessa risata… di certo io mi sentivo un po’ “fuori” ma non necessariamente in senso “cool”, anzi. Ricordo che sin da allora portavo gli occhiali da sole colorati per vedere il cielo sempre un po’ rosa. Io sono astigmatica e miope e anche un po’ strabica da un occhio, quindi per me gli occhiali da sole erano e sono una specie di maschera. Non amo svelarmi troppo, nonostante possa sembrare molto estroversa, in realtà sono molto timida.
Nella vita a volte porto gli occhiali da vista, in teatro mai. Mi piace non vedere, mi piace perdermi e poi ritrovarmi in questo “luogo”; sento che sviluppo altri sensi, altri intuiti. Questo mi fa sentire un po’ in uno stato “alterato”
Ascolteremo, correggimi se sbaglio, brani di cantanti pazzesche le quali hanno sofferto e combattuto molto nella loro vita. Quale messaggio ti piacerebbe lasciare ad una ragazza grazie a Dream a little dream?
“Non so se c’è un vero e proprio messaggio, mi piace pensare che qualsiasi persona assisterà allo spettacolo, si senta libera di cogliere quel che sente, quel che vuole insomma… certamente parliamo di donne forti e coraggiose ma dietro la facciata del successo spesso si cela una grande paura, una grande paranoia, un grande dolore.
Il conto che la vita ti rende quando meno te lo aspetti”
Invece come esce la figura maschile da questo spettacolo?
(anche in questo caso se leggo i nomi delle artiste che canti in scena in mente mi vengono gli uomini che gravitavano attorno a loro!)
“Se pensiamo a Nina Simone a Bessie Smith a Amy Winehouse, Billie holiday…erano tutte artiste donne dotate di grandissimo talento ma vittime di grandi schiavitù esistenziali. Spesso erano sfruttate dai loro padri o partner, per loro erano delle “macchine da soldi”, o anche sfruttate sessualmente o maltrattate. Gli uomini che le accompagnavano spesso si improvvisavano manager, o partner di scena ma non erano all’altezza delle loro intenzioni, erano fedifraghi e causa di grandi sofferenze fisiche e morali, per queste creature spesso in balia di insicurezze, scelte importanti e sregolatezza”
C’è un momento dello spettacolo dove non ti sei sentita all’altezza? Se sì, come hai rovesciato la situazione?
“Anche solo cantare queste note e queste parole così dense di storia, così eterne… è una grande impresa. Con Massimo Betti, che mi affianca alla chitarra, abbiamo cercato di riprodurre fedelmente lo spirito classico del rock e del blues. Non sono un’amante delle riscritture ed in questo caso non mi sarei mai permessa di stravolgere troppo gli arrangiamenti, rispetto ai pezzi originali. Al tempo stesso i brani non sono delle “cover” ma vanno ad inserirsi nel contesto del racconto teatrale e anzi lo accompagnano emotivamente”
Qual è, se posso, un ‘piccolo sogno’ di Roberta Lidia De Stefano?
“Credo di avere un problema coi piccoli sogni. Ho grandi sogni e non sempre i grandi sogni si realizzano, o almeno non nei tempi e modi che ci aspettiamo; questo a volte può rendere infelici. Ma penso anche che tutto sia relativo, anche i sogni cambiano. Mi sono accorta che un’aspettativa disillusa… un’impresa non realizzata, un fallimento… lì per lì ti lascia l’amaro in bocca, ma in fondo ha il potenziale di una miccia inesplosa.
Non sono una fan del lieto fine. Trovo che le cose irrisolte creino sospensioni e le sospensioni rivelano sempre disequilibrio, l’asimmetria che è nutrimento creativo. Non ho la pretesa di far filare le cose per forza. Sono ostinata ma mi sottraggo volentieri quando non mi sento a mio agio. A tutto c’è un limite…fanculo anche ai sogni”
Grande!
Concludendo… perché dovremmo venire a ‘sognare’ con te al Teatro Gerolamo?
“Questo è un racconto di un archetipo familiare, sono certa che tra di noi possiamo condividere un’esperienza in cui riconoscerci. Scavare nella memoria -tra realtà e finzione- credo renda universale un racconto personale. Per me il confronto tra il personaggio e il pubblico è anche un modo per specchiarsi in una reciproca alterità e ricercare un senso”
Quando?
dal 23 al 24 novembre 2024
Dove?
Teatro Gerolamo – Milano
DREAM A LITTLE DREAM
testo e regia di Roberta Lidia De Stefano
con Roberta Lidia De Stefano e Massimo Betti
Dream a little dream è un diario blues, un sogno in forma di concerto; quasi una seduta spiritica, che dissotterra le radici, i suoni e i “pessimi soggetti” delle antenate della protagonista, rivelando l’universo interiore delle grandi cantanti blues. Allo stesso tempo, è il racconto istintivo e sofferto di un’artista che non si sente mai all’altezza
Buona serata.
TiTo
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