“Dopodiché stasera mi butto”: 5 domande a Luca Mammoli

mammoli

Torna a Milano presso il Teatro Gerolamo la Compagnia Generazione Disagio e il loro pluripremiato e acclamato Dopodiché stasera mi butto, il 16 e 17 gennaio 2024.

Generazione Disagio è un collettivo artistico nato nel 2013 da un’idea dell’attore genovese Enrico Pittaluga, che crea spettacoli e performance originali con una forte predisposizione alla contemporaneità, alla nuova drammaturgia, al coinvolgimento di nuovo pubblico e al rapporto diretto con l’audience.

Per l’occasione ho contattato l’amico Luca Mammoli e gli ho fatto le mie 5 domande giusto per quei pochi che ancora non hanno visto il loro Dopodiché stasera mi butto.

Luca domanda di rito; quando e perché nasce lo spettacolo Dopodiché stasera mi butto?

Dopodiché stasera mi butto nasce nel 2013 come primo studio e vede la luce nella sua forma compiuta al Torino Fringe Festival del 2014.

È il primo lavoro di Generazione Disagio, quello attorno a cui ci siamo uniti e messo le basi del nostro gruppo e della nostra poetica, è quasi una sorta di manifesto.

Quello che ci spinse (e sto usando il passato remoto, segno che oramai non siamo più giovincelli!) fu la voglia di raccontare qualcosa di veramente nostro che ci coinvolgesse, che avessimo a cuore e che in qualche modo ci permettesse di essere liberi rispetto alle dinamiche e alle logiche di un teatro più istituzionale. Volevamo essere un po’ una scheggia impazzita, e se siamo qua ancora dopo 10 anni direi che in fondo la cosa non sia andata proprio male.

Direi di no!

Quanto amate creare, negli spettatori, dei cortocircuiti?

Fa parte appunto del nostro modo di fare spettacolo: ci piace creare contraddizioni, unire argomenti triviali a citazioni colte, provocare, far ridere con un sottofondo amaro, stimolare gli spettatori a farsi delle domande al netto del divertimento che possono aver provato in sala.

Grazie allo spettacolo Dopodiché stasera mi butto preferite fotografare la realtà o metterla davanti ad uno specchio, riflettendola?

Passami il termine: domanda un po’ Marzulliana questa! Ahahaha

Anch’io caro Luca sto invecchiando, mi sento tanto Marzullo!…

… Ti rispondo che coesistono entrambe le cose perché appartengono a due momenti del processo creativo diversi tra loro: come artisti “fotografiamo” la realtà per nutrircene, per avere spunti su cui riflettere, studiare, per avere ispirazione o formarci una coscienza critica, per crescere come persone prima ancora che come attori o teatranti; poi però è nostro compito restituirla riflessa, filtrata attraverso il nostro sguardo personale: sono le forme e le grandezze degli specchi a cambiare di volta in volta.

Ho visto lo spettacolo Dopodiché stasera mi butto nella stagione teatrale 2014/2015 (se non ricordo male), com’è cambiato il pubblico, ma soprattutto come siete cambiati Voi attorialmente parlando, rispetto al debutto di allora?

Il pubblico non è cambiato, perché purtroppo (o per fortuna… nostra) c’è sempre del Disagio in cui riconoscersi, da esorcizzare e sfogare magari lanciando delle palline colorate a degli attori su un palco.

Cambia l’attualità, ma non le problematiche o meglio il modo che abbiamo di viverci i problemi, quindi è uno spettacolo che continua a far presa ancora oggi e che in un certo senso è invecchiato bene.

A proposito di invecchiare… ecco anche noi siamo cambiati, sia ovviamente fisicamente (ti dico solo che il personaggio che interpreto è già cambiato 3 volte: da laureando fuori corso, a dottorando…poi ero anagraficamente poco credibile pure per quello e abbiamo trovato un terzo step!) ma anche le nostre vite sono molto diverse: eravamo ragazzi di meno di 30anni da poco usciti dalla scuola di teatro; oggi siamo mariti, padri, proprietari di casa, l’età adulta insomma ci ha asfaltati anche se cerchiamo di limitare sempre i danni il più possibile.

E questo ovviamente ci ha reso anche diversi come attori: siamo più consapevoli, più esperti, forse con un po’ meno di impeto rispetto a 10 anni fa ma sicuramente con un’energia più precisa e calibrata… insomma direi che siamo meno giovani ma più bravi (e già lo eravamo eh!)

Confermo siete bravissimi ed io dopo 10 anni sono ancora qui a testimoniarlo!

Concludendo, chi vorreste vedere seduto in Prima Fila il 16 di gennaio 2024 al Teatro Gerolamo e cosa vorreste chiedergli dopo la visione dello spettacolo Dopodiché stasera mi butto?

Ma certamente vorremmo te in prima fila, TiTo!

E visto che sei stato un nostro spettatore della prima ora, ti chiederemmo, oggi come allora:

“Dunque… dove andiamo a bere?”

Ed io ci sarò, non so se sarò in Prima Fila, ma ci sarò e lo testimonierò sul mio profilo Instagram come sempre!

TEATRO GEROLAMO
16-17 gennaio 2024
DOPODICHÉ STASERA MI BUTTO
di e con Enrico Pittaluga, Graziano Sirressi, Andrea Panigatti, Luca Mammoli
regista e co-autore Riccardo Pippa, co-autore Alessandro Bruni Ocana

Mi raccomando “stasera non buttatevi”, piuttosto… Andate a Teatro!

TiTo

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