“Il canto del bidone” è una fiaba dimenticata in una discarica, una storia caduta a pezzi. È la storia della nascita e della crescita, dell’educazione e della diseducazione di una creatura che a tentoni evade dal buio e a cui la vita impone la luce del sole.
Fuori dal pozzo, tra le cose del mondo, lo attendono due assurde figure, spietati fabbricanti di esseri umani pronti ad ogni passo a correggerlo e perfezionarlo. La procedura è lunga e la creatura è difettosa, ma a forza di provarci anche il mostro inizia a riempirsi di informazioni, aspettative, cose da fare, formule, progetti.
È questa la felicità, questa la vita vera. Ma Pinocchio non riesce a capire.
Rinuncia, si svuota, scappa, non vuole evolvere nella sua ecologica scalata verso il successo. Peccato. Come se ad ogni passo una vocina dentro di lui gli chiedesse il vero motivo di tanto tentare. È quasi una canzone, un ritornello che incessante risuona nella sua testa. Recita “com’è beato chi ancor si sente vuoto” ed è lo stesso ritornello che rimbomba nella mente dell’umanità intera che a testa bassa procede nella sua sfilata incessante e di generazione in generazione studia, lavora, si sposa, progetta, compila, consuma, rompe, ripara, si ammala, va in pensione e finalmente muore.
Il Canto del Bidone è lo scarto di uno spettacolo che vuole rimanere tale e che dentro un gioco d’infanzia ha trovato un rifugio di fantasia e arredato una casa senza pareti. Via dei matti n° 0. È qui che gli attori si muovono, entrando e uscendo dalla porta che Collodi ci ha lasciato aperta e plasmando, come burattinai sapienti, un grezzo e impreparato essere vivente, non dissimile da ciascuno di noi.
La Stagione under35 “Un disperato entusiamo” è diretta dalla compagnia under35 il turno di notte (Silvia Pallotti e Tommaso Russi), ècomposta da sei spettacoli, tutte drammaturgie originali, che cercano di raccontare il mondo per com’è oggi, dal punto di vista della nuova generazione di artisti/e. Di vederlo meglio, o meglio di cambiare lo sguardo: rendendolo affilato, disincantato, folle, capace di innescare domande. Sei spettacoli che non a caso parlano di marginalità, disoccupazione, depressione, solitudine, resistenza. Parlano dai margini e dei margini, interrogando chi non riesce a stare dentro e chi dentro non ci vuole stare, chi cerca altri modi possibili, chi sfida il punto di rottura. Sei spettacoli che questa marginalità la combattono, la rivendicano, la scelgono. Sei spettacoli che, senza la pretesa di racchiudere la voce di un’intera generazione, condividono, nelle loro indagini sul mondo, un disperato entusiasmo.
Uno spazio per tutte queste nuove voci: per valorizzarle, per lasciare che guardino alla nostra mentalità, alla nostra cultura, alla storia e al presente del nostro Paese e non solo, al nostro futuro (possibile?) e ce ne diano la loro versione. Uno spazio per lasciare che, sfondando la quarta parete e guardandoci in faccia, ci si chieda, insieme: “ok, partiamo da qui, ma dove vogliamo andare?”.
Ogni sera sarà offerto al pubblico un aperitivo pre spettacolo.
IL CANTO DEL BIDONE
Regia Alice Sinigaglia
drammaturgia Alice Sinigaglia e Elena C. Patacchini
con Caterina Rosaia, Davide Sinigaglia e Tommaso Pistelli
DOVE? Teatro Linguaggicreativi
QUANDO? 20 e 21 gennaio alle 19
PREZZI: 15 euro
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