Tropicana: la grammatica del riflusso

Cominciamo col dire che non è uno spettacolo facile o, quantomeno, non lo è per chi, purtroppo per motivi anagrafici, di fronte ad una drammaturgia apparentemente comoda si trova con la memoria e la nostalgia sollecitate dalla genesi dall’esegesi della canzone “Tropicana”.

“Tropicana”: la canzone del “Gruppo Italiano” arrivata sul podio del “Un disco per l’estate del 1983”, un periodo, quello, in cui il “riflusso” chiedeva canzoni contenenti sole, mare e disimpegno.

Forse con la coeva “Vamos alla Plaja” uno dei più potenti ed inspiegabili refrain di sempre.

Frigoproduzioni sceglie questo brano per raccontare il giro di boa che la cultura italiana fece all’inizio degli anni ottanta. Una e vera provocazione: dare agibilità  e dignità culturale ad una canzone che non rappresenta certo una pietra miliare nel mondo della discografia e che non ha di per sé molto da raccontare; è un sogno, seppure strano e pieno di evocazioni è un sogno…un po’ come “Volare” (“Nel blu dipinto di blu”), solo che quest’ultima ha avuto un destino migliore.

L’origine del tema narrativo (gli anni settanta) è evocato solo dalla locandina sulla quale è raffigurata una bottiglia dell’aranciata Tropicana (ebbene sì pare esista) con uno stoppaccio a mo’ di bottiglia Molotov. Lo sviluppo della narrazione avviene su un palco “green screen” che lascia presagire scenari straordinari che, inevitabilmente, non si concretizzeranno.

Il percorso di riabilitazione del brano è costruito attraverso una serie di situazioni (quasi sempre senza epilogo) che ne raccontano l’ideazione la costruzione e il successo, quasi fossero reali testimonianze riportate con le necessarie lacune dovute all’approssimazione del ricordo.

Drammatico e comico si alternano sul palco quasi replicando lo stridente contrasto che nella canzone c’è tra testo e musica. I rapporti tra i componenti del gruppo, le vicende dei singoli e le loro dichiarazioni d’amore e di paura per l’arte e per il mestiere d’artista intrecciano il destino degli attori e dei personaggi.

Un’opera piacevole con una trama morbida che permette di esaltare le indubbie capacità attoriali dei quattro in scena (Claudia Marsicano, Daniele Turconi, Salvatore Aronica, Francesco Alberici) e che al contempo ci offre la prova provata della possibilità che il teatro dà di raccontare (e raccontarsi) anche partendo da una storia marginale.

Roberto DE MARCHI

Visto il 7 ottobre 2017 – In scena fino al 19 ottobre

 

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