Spazio Banterle: “In capo al mondo”

capo al mondo

Lo scopo dell’avventura è trovare l’uomo, così avrebbe detto Walter Bonatti.
Uno dei più grandi alpinisti di sempre, l’ultimo grande esploratore. Ci ha lasciato da poco e noi vogliamo ricordarlo raccontando la sua vita, ma soprattutto la filosofia di un personaggio unico e speciale, che ha cercato di superare i propri limiti, come non solo il campione ma ogni uomo dovrebbe fare.

In capo al mondo è uno spettacolo che regala il fascino dell’avventura e delle conquiste, le esplorazioni nella natura selvaggia. Ma è soprattutto un omaggio alla montagna, che noi, vissuti ai piedi del Resegone e della Grigna, non possiamo non amare.

La narrazione si accompagna alla musica dal vivo, proiezioni di immagini spettacolari ci immergono nelle imprese di Bonatti. Un attore e un musicista ci guidano nella più coraggiosa delle spedizioni: la realizzazione dei sogni di un uomo libero.

NOTE DI REGIA

Lecco, la città dove sono nato, è una delle capitali mondiali dell’alpinismo. A Lecco tutti vanno in montagna, parlano di montagna. Io amo la montagna, ma ho scelto di occuparmi di teatro. Qual è il nesso?
Come diceva Carlo Mauri, un grande alpinista lecchese: “l’avventura, l’amore e l’arte sono le tre cose che ti fanno battere il cuore”.

L’incontro con Walter Bonatti è avvenuto, non a caso, in una sala teatrale in una serata a lui dedicata: incontravo un eroe del nostro tempo. Che cos’è un eroe? Chi conduce una vita esemplare e quale vita è più esemplare di quella di Bonatti? Ma dietro ogni vita ci sono mille contraddizioni, così ho voluto scavare per capire. Per trovare l’uomo, come avrebbe detto lui.

Racconterò l’epoca degli alpinisti pionieri, priva di grandi sponsor e di grandi mezzi tecnologici. Racconterò le grandi scalate del Dru, del Cervino, del Gasherbrun IV, i successi internazionali così come le sconfitte: la tragedia del Monte Bianco, e quella sfiorata del K2. Il passaggio dall’esplorazione in verticale a quella in orizzontale, nel vasto mondo. La celebrità, l’amore, la morte.

Dietro Walter Bonatti non ci sono solo le leggendarie imprese alpinistiche, né le celebri esplorazioni condotte per Epoca, dietro Bonatti c’è una filosofia di vita. C’è la volontà di arrivare alla meta senza compromessi, in un confronto leale con la Natura. C’è la curiosità, la voglia di conoscere, quella che condusse Ulisse oltre le colonne d’Ercole. C’è l’umiltà di confrontarsi con culture diverse dalla nostra, magari da noi considerate arretrate e invece più sagge perché in armonia con gli elementi naturali. C’è un grande senso della giustizia, quello che portò Bonatti a lottare per cinquant’anni, ostinatamente, per ristabilire la verità sulla spedizione del K2.
Perché sono gli uomini a incrinare l’armonia del mondo, con le invidie, le falsità, gli opportunismi. L’ideale di Bonatti è invece un ideale di purezza.

Così, ripercorrendo la vita di un uomo, noi compiamo una riflessione sulla vita di ogni uomo. Ognuno di noi, anche se non arriverà a compiere le imprese di Bonatti, si dovrà confrontare con le proprie sfide, con i propri traguardi, dovrà scegliere tra la purezza e il compromesso, tra la giustizia e l’opportunismo. Ognuno di noi dovrà ricordare che non si è fatti “per viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”.

Luca Radaelli

IN CAPO AL MONDO
in viaggio con Walter Bonatti
di Federico Bario e Luca Radaelli
con Luca Radaelli e Maurizio Aliffi alla chitarra

DOVE? Spazio Banterle

QUANDO? 4 e 5 maggio

PREZZI: intero 12€, ridotto 7€

Be the first to comment

Leave a Reply

Your email address will not be published.


*