Sotto i girasoli, favola di guerra ad occhi aperti

SOTTO I GIRASOLI

Nonno raccontami una favola ma non per addormentarmi; raccontami una favola che fa svegliare. Una favola ad occhi aperti. Raccontami una storia. La storia della storia; della storia che siamo stati io e te prima di esserci incontrati.

E’ tutto qui, racchiuso nell’incipit declamato da una voce femminile fuori campo, la distinta base di “Sotto i girasoli” spettacolo bello ed emozionante. Una rara alchimia che riesce a catalizzare  le storie di un ventenne che nel 1942 si trovava sul Don con la passione civile di chi giovane è adesso.

Il fulcro da cui si dipana tutto lo spettacolo sono ricordi di Augusto TOGNETTI (classe 1922 – 38° fanteria divisione Ravenna) da lui consegnati alla nipote Isabella: la regista dello spettacolo.

Come per molti della sua generazione non deve essere stato semplice per Augusto aprire i rubinetti dei ricordi, ma, una volta aperti, ne sono usciti immagini, volti, passeggi, storie di morte e di salvezza, disperazione, fanatismo, coraggio, paura e illusione.

Un flusso copioso che è stato ricomposto e ordinato all’interno di una drammaturgia lineare, in una efficace alternanza di racconto onirico e iperrealista.

I primi rammenti risalgono all’estate del ’42 quando Augusto, in partenza per la RUSSIA (fronte del Don e del Donez), fa la conoscenza con due fanti dello stesso plotone: Carmine e Federico. Rispettivamente nullafacente e violinista.

Tre guasconi che partono ostentando il fascino dalla divisa, poco persuasi della loro condizione di coscritti ma con la speranza di risolvere velocemente una guerra inutile e vana. Hanno vent’anni e  c’è la certezza di tornare. C’è il desiderio di vedere almeno un po’ di mondo, anche se solo di sbieco dal mirino di un fucile.

Il viaggio attraverso l’Europa e poi le prime immagini crude ed innaturali della guerra. Tanto innaturali da non riuscire ad essere elaborate e che si trasformano nei pensieri e nei racconti dei tre commilitoni in consolatorie e poetiche visioni fatte di campi coltivati a uomini.

Anche il tenete Guido CENCETTIMagnifica figura di combattente, volontario di tre guerre, ardente di passione e di entusiasmo, audace ed energico comandante di plotone” viene edulcorato nei ricordi e nel racconto, fino a farlo apparire come un gagliardo istrione con la divisa a fiori che parla in versi pur rimanendo sostanzialmente “un fanatico fascista”.

Nel plotone con Augusto c’è anche Mario FOGLIA (coetaneo e amico da sempre del TOGNETTI). Un mite fante che da civile faceva il sarto e da soldato cuciva i bottoni (in cambio di sigarette) per tutta la compagnia. Un giorno, durante l’ennesimo spostamento, Mario si abbandona al suo destino ed attende la morte in un campo di girasoli ricucendo allo stelo i capolini recisi dagli spari. E’ “il Mario” il primo caduto; quello che farà sciogliere Augusto in pianto prima che tutto diventi abitudine.

Ancora qualche mese e i russi (in prossimità del Natale del 1942) sfonderanno le linee.

Il tenete Guido CENCETTI non vedrà la figlia nata da poco. Morirà, “Fulgida figura di intrepido, eroico soldato, nobile esempio di attaccamento al dovere spinto al supremo sacrificio”, guadagnandosi la tanto agognata Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Si ripiega. Inizia la ritirata: quella delle foto sgranate con righe nere di uomini nel bianco accecante della neve. I tre amici non possono fermarsi anche se non hanno un posto dove andare. Non c’è meta ma la strada è quella giusta. Quella giusta per morire: quella che Carmine sceglierà come luogo dove fermarsi ed avere per sempre vent’anni spegnendosi come un antico oplita. Quella dove Federico troverà fine quasi pietosa dopo aver perso (lui violinista) le mani per congelamento.

Un viaggio disumano durante il quale Augusto attingerà vita ovunque: un po’ di caldo nelle “isbe” abbandonate, del cibo da qualche contadino ed un passaggio di pochi chilometri attaccato alla coda di un mulo (forse l’ultimo dei 25 mila portati sul fronte orientale) prima che l’animale stramazzi nella neve e venga abbattuto.

Poi la ferita alla gamba, il ritorno in Italia con il MITICO Treno Ospedale, l’otto settembre e la deportazione, Buchenwald.

La necessità di sopravvivere alla prigionia porta Augusto a lavorare nella fabbrica celata nel bosco nei pressi del LAGER. Un lavoro fa tornare la voglia di vivere, anche se il futuro che Augusto riesce a traguardare al di là di quella montagna di macerie è del tutto simile al suo presente.

Una storia comune a tanti giovani di allora e al contempo unica. Vicende nelle quali, vuoi per sedimentazioni culturali, ricordi, per DNA o più semplicemente per il modo in cui ci viene proposta ci risulta familiare.

I tre attori in scena (Davide del Grosso-Carmelo, Francesco Errico– Augusto e Andrea Lietti-Federico) caratterizzano storia e personaggi in modo più che convincente e ci portano a fine spettacolo attraverso vastissima gamma di emozioni.

Una moto scenico senza soluzione di continuità ed una scenografia essenziale ma evocativa ed efficiente (Mariachiara Vitali)  fanno da cornice e danno corpo ai ricordi di Augusto attraverso immagini divertenti, tragiche e cruente. Oltre un’ora e mezza di spettacolo a ritmo incalzante. La regia di Isabella PEREGO riesce a contenere e a condurre una drammaturgia ricca e dirompente in un disegno narrativo che crea un groviglio di emozioni che solo dopo qualche giorno comincia a decantare.

Una guerra raccontata senza apologie in modo quasi sommesso con solide aderenza storiche sebbene incline alla poesia e all’immagine astratta. Da vedere.

Lo spettacolo (premiato con Menzione Speciale al Festival Young Station 2015 di Montemurlo) e stato visto il 12 marzo al Teatro LabBarca in via Marco d’Oggiono a MILANO

Verde

                                                                                                                                           Roberto De Marchi

Ancora in scena
DOVE?           Ass. Cult. COMTEATRO –  P.zza Giovanni XXIII,  7 –    20094 Corsico (MI)
QUANDO?    1°aprile
PREZZI?        10€ intero e 7€ ridotto (over 65 under25)

Prenotazioni info@comteatro.it

 

 

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