Recensione: “L’Esorcista”

l'esorcista

Non finire soffocato sotto il peso del film sarebbe già stato un buon risultato, ma l’adattamento teatrale de “L’Esorcista” fa di più e si ritaglia il suo spazio dimostrando che l’horror può avere il suo perché anche a teatro.

Il fatto che tu non ci creda non significa che non esista

La scelta di affidare il lavoro a un regista con grande esperienza nel cinema e in tv sembra essersi rivelata più che mai giusta. Alberto Ferrari mostra al pubblico un film recitato dal vivo grazie all’ottima suddivisione delle scene realizzate da Roberto e Andrea Comotti e il preciso utilizzo della musica che spesso viaggia in antitesi rispetto al dramma che viene mostrato in scena. Il taglio cinematografico c’è ma inserito nel giusto contesto teatrale.

l'esorcistaLe insidie erano davvero tante, su tutte quella di diventare la parodia di se stesso. Ciò non avviene, anzi, “L’Esorcista” è un horror a tutti gli effetti che rispetta i canoni del genere senza mai finire nel grottesco come purtroppo spesso capita a diversi film. Forte degli insegnamenti lasciati dai suoi avi, il romanzo di William Peter Blatty e il film di William Friedkind, la commedia di John Pielmeier cammina con le proprie gambe e può benissimo appassionare anche chi non ha mai avuto contatti coi due illustri predecessori. L’inquietudine cresce passo dopo passo, le scene chiave del film vengono riproposte, ma come promesso dal regista sono solo attimi all’interno di un lavoro decisamente complesso.

La versione prodotta dal Teatro Nuovo può fare affidamento, oltre che su un regista esperto, su un cast di ottimi attori in cui spiccano Claudia Campolongo e Viola Graziosi. Madre e figlia sul palco più che mai affiatate, con la prima capace di vestire contemporaneamente i panni di una ragazzina e di un demone e la seconda brava a esternare tutte le paura di una mamma sia per la situazione in cui si trova la figlia sia per le difficoltà di far convivere vita famigliare e carriera.

Grande presenza scenica anche per i due preti interpretati da Gianni Garko e Andrea Carli. Purtroppo per esigenze di tempo non si riesce ad approfondire appieno questi due personaggi, con la maggior parte dell’analisi dedicata alla famiglia MacNeil, ma i due attori riescono comunque a mostrare la personalità di due figure fondamentali per il racconto. Completano il cast Jerry Mastrodomenico, Massimiliano Lotti, Michele Radice e Simone De Rose

Il resto del lavoro lo fa la storia, il contrasto tra scienza e religione, la fede messa in dubbio, il viaggio nella natura umana e la scoperta di quanto subdolo e irriconoscibile possa essere il male.

Ivan Filannino