Recensione: “Aggiungi un posto a tavola”

teatro della luna stagione 2018/2019

La standing ovation con la quale il pubblico del Teatro della Luna omaggia il cast di “Aggiungi un posto a tavola” è la chiara prova di come questa commedia musicale sia entrata nel cuore degli italiani e al tempo stesso del valore della produzione di Alessandro Longobardi per Officine del Teatro Italiano in collaborazione con Viola Produzioni e curata da Gianluca Guidi.

Scritta nel 1974 da Garinei e Giovannini, con Jaja Fiastri, e liberamente ispirata al romanzo After me the Deluge di David Forrest, “Aggiungi un posto a tavola” ha già di suo l’aura del cult e all’apertura del sipario si capisce subito che l’ambizione non è solo quella di riproporre un grande classico. La scena iniziale è una gioia per gli occhi, Gianluca Guidi e un ensemble di 19 voci (in totale nei credits contiamo 23 nomi) a cantare il brano che dà il titolo all’opera. Una canzone che ha attraversato generazioni di italiani dal ’74 a oggi. Da chi l’ha sentita al suo debutto, ai bambini che la cantavano a scuola o chi l’ha scoperta in una delle tante riproduzioni per spot pubblicitari e altro. Quel che è certo è che in un modo o nell’altro questo brano è trasversale nella storia della musica nostrana.

aggiungi un posto a tavola
foto Tommaso Le Pera

Sarebbe comunque riduttivo limitare l’opera alla sua canzone simbolo. Questa settima edizione di “Aggiungi un posto a tavola”, che ha debuttato al Brancaccio di Roma e rimarrà al Teatro della Luna fino al 31 marzo, ha diversi punti di forza. Il primo è il ritorno, dopo quasi 10 anni, di Gianluca Guidi nei panni di Don Silvestro, senza fare paragoni c’è da dire che a livello visivo, dalla platea sembra di avere sul palco il padre Johnny Dorelli talmente forte è la somiglianza. Le coreografie di Gino Landi sono di un’armonia unica, dei disegni che prendono vita sul palco anche grazie ai colorati costumi di Francesca Grossi nati dai disegni originali di Giulio Coltellacci. Stesso discorso per le scenografie da kolossal sempre realizzate in originale da Coltellacci e adattate da Gabriele Moreschi. Scenografie e luci vanno a braccetto e si compensano in modo perfetto, l’esempio più grande lo vediamo nella scena nel bosco dove le luci di Umile Vainieri regalano un effetto incredibilmente realistico.

I brani li conosciamo bene e l’interpretazione è sicuramente all’altezza. La qualità del cast è di aver curato molto bene anche la parte recitativa che in quest’opera è molto presente. Voce soave per Camilla Nigro che veste i panni di Clementina riuscendo molto bene a dare carattere al suo personaggio così innamorato di Don Silvestro. Ottima recitazione per il sindaco Marco Simeoli, coinvolgente Emy Bergamo nei panni di Consolazione e premio simpatia al Toto di Piero Di Blasio. Infine abbiamo Gianluca Guidi, perfetto nei panni di Don Silvestro, bravo a trasmettere il prototipo di buon parroco di paese riuscendo ad inserire qualche piccola nota di ironia. A dare la voce a Dio è invece il grande Enzo Garinei che in passato aveva interpretato il sindaco Crispino.

Da sottolineare, oltre ai brani che coinvolgono tutto il cast, la bellissima scena di “L’amore secondo me” cantata da Guidi, Di Biasio, Emy Bergamo e Camilla Nigro. Infine, non ci stancheremo mai di ricordarlo, l’importanza dell’orchestra dal vivo che al Teatro della Luna non manca grazie alla direzione del maestro Maurizio Abeni.

Parliamo di un testo scritto 45 anni fa, quindi inevitabilmente e anche giustamente alcuni temi possono risultare un po’ superati. Altri, invece, riescono ad essere ancora attuali, ma quello che maggiormente risalta è l’importanza che la solidarietà, l’amicizia e l’amore hanno nella vita dell’uomo. Per concludere, “Aggiungi un posto a tavola” è uno spettacolo che va visto e i motivi sono tanti. E’ un pezzo di storia della commedia musicale italiana in grado di appassionare anche chi fino ad ora ne aveva solo sentito parlare emozionando invece quelli che ricordano le precedenti edizioni.

Ivan Filannino

1 Comment

  1. Ecco un altro bel pezzo che non nomina la povera Ortensia! Personaggio minore per carita’ ma forse lo faccio molto male!

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