
Torniamo presso l’accogliente Teatro Linguaggicreativi, nato nel 2010 in un cortile della vecchia Milano, per un’importate spettacolo Questo è il mio corpo scritto da Paolo Trotti e Simona Migliori, che lo interpreta.
Una storia che racconta la violenza psicologica e fisica di cui ancora oggi le donne sono vittime ed è la storia di una giovane maestra vissuta a fine dell’800 in un piccolo paese della Toscana, dal nome Italia Donati. A molti di noi questo nome non dirà molto, ma grazie a Simona Migliori che di volta in volta diventa Italia Donati e contemporaneamente i suoi carnefici, impareremo a conoscerla.
Per questo motivo abbiamo contattato Simona e le abbiamo chiesto quando è perché (assieme a Paolo Trotti) hanno deciso di raccontare la storia di Italia Donati?
Sono inciampata in Italia Donati leggendo Prima della quiete di Elena Gianini Belotti, dove la sua storia viene raccontata con molta precisione e delicatezza. Quella di Italia è una storia che mi ha molto colpita per la sua attinenza con l’oggi, ho iniziato a documentarmi e mi sono così tanto appassionata a questa vicenda da volerla raccontare e diffondere il più possibile, e uno spettacolo a teatro mi sembrava il modo migliore per farlo. Paolo mi ha aiutata nella stesura del testo, dove la storia di Italia Donati, accaduta a fine 800, diventa il pretesto per raccontare il nostro presente e aprire uno spiraglio sul futuro.
Anch’io mi sono un po’ documentato e Italia Donati ne ha subite veramente tante… cosa ci dobbiamo aspettare dallo spettacolo che vedremo dal 25 al 27 novembre presso Teatro Linguaggicreativi?
Di provare molta rabbia.
La cosa che colpisce nell’immediato è che se cambiassimo la data e mettessimo quella odierna, non ci accorgeremmo neanche che stiamo parlando di un fatto di cronaca di 140 anni fa. I meccanismi vittima/carnefice sono gli stessi, dove il carnefice non è solo l’uomo di potere, ma una cultura basata sul pregiudizio diffusa e dura a morire, oggi amplificata dai mezzi tecnologici, dai social network: che siano parole dette o scritte poco importa, le conseguenze sono pericolosissime.
Come detto ci troviamo verso la fine dell’800, Italia Donati muore suicida giovanissima perché vittima di diffamazione, che è poi quello che succede ancora oggi, solo che oggi c’è anche il mondo virtuale che ti uccide. Chi vorresti vedere in prima fila il 25 novembre?
Una giovane donna vittima di persecuzioni o il suo carnefice e perché?
Vorrei vedere tutte quelle persone che esprimono giudizi con leggerezza perché capiscano che quella leggerezza può trasformare qualcuno in vittima e loro stessi in carnefice. O che possono esserne vittima a loro volta.
Durante la stesura di Questo è il mio corpo ti sei chiesta perché ancora oggi le donne non chiedono aiuto nonostante le tante associazioni che ci sono?
I motivi sono tantissimi e ogni storia è a sé, nonostante esiti troppo spesso simili. Posso immaginare solo alcuni di questi motivi: perché è molto complicato riconoscersi nei panni della vittima soprattutto quando i maltrattamenti e le violenze avvengono in famiglia, perché percepirsi tale genera senso di colpa, perché si ha paura che chiedere aiuto possa aggravare la propria situazione e magari quella dei propri figli, perché ancora si pensa che ce la si sia andata a cercare e si ha paura di non essere credute, perché ad esempio ci sono barriere linguistiche e culturali nel caso di donne straniere. E in sostanza perché non sempre il fatto che ci siano delle associazioni è sufficiente a colmare il vuoto pneumatico che c’è intorno ad una persona che chiede aiuto. A questo aggiungo che vi sono fatti di cronaca dove vittime che si rivolgono alle autorità vengono comunque lasciate sole fino alla tragedia, e questo non dà la spinta a denunciare.
Purtroppo hai perfettamente ragione!
Quanto c’è di Simona Migliori in Italia Donati che vedremo in scena, se posso?
Io sono la narratrice della sua storia, ma non riesco a guardare il personaggio con distacco. Nel raccontare c’è tutta la mia necessità di far passare il messaggio che l’argomento ci riguarda tutti, con urgenza. Italia ha lottato. Io cerco di farlo parlando della sua lotta e di quella di tante altre donne. In lei c’era la speranza che le cose potessero aggiustarsi. Anche in me c’è la stessa speranza.
Una donna così, se vuoi, forte riesci a lasciarla nel camerino a fine serata o te la porti a casa?
Ogni 3 giorni 1 donna è vittima di femminicidio.
È mio compito di essere umano portarmi a casa e tenere viva dentro di me la storia di Italia Donati.
Per invitare i nostri lettori a Teatro Linguaggicreativi, perché dovremmo uscire di casa, pagare un biglietto per vedere Questo è il mio corpo?
Perché è una storia che tocca il cuore e dopo averla ascoltata verrà voglia di raccontarla. E più si diffondono queste storie, più si diffonde consapevolezza.
Domanda alla quale magari preferiresti non rispondere. Nel caso sentiti libera.
La nostra Presidente del Consiglio, Giorgia, nel suo discorso ha citato tante donne ma per nome e non per cognome, di fatti al telegiornale hanno realizzato un servizio per fare in modo che tutti sapessero di chi stesse parlando.
Da donna, artista, drammaturga, regista e direttrice artistica… ti sei chiesta perché?
Potrei rispondere che la Presidente del Consiglio dovrebbe essere più interessata alla questione di genere. Ma è una risposta diplomatica per non dire altro. Vale lo stesso?
Vale lo stesso!
Dimenticavo, Questo è il mio corpo ti piacerebbe portarlo all’interno delle scuole?
Certamente, abbiamo un tour nelle scuole, perché è una storia a cui i ragazzi e le ragazze si appassioneranno, che gli lascerà qualcosa di importante, come è successo a me.
Se questa intervista Vi ha lasciato qualcosa di importante da portare a casa, adesso vi basterà cambiare location e andare a Teatro… Linguaggicreativi per vedere:
QUESTO È IL MIO CORPO
dal 25 al 27 novembre 2022 – Teatro Linguaggicreativi
di Paolo Trotti e Simona Migliori
con Simona Migliori
sinossi
Italia Donati, nata da una famiglia povera di contadini, desiderava solo diventare un’insegnante. Per poterlo fare aveva studiato privatamente e superato l’esame di stato. Al tempo i disagi a cui andavano incontro le maestre erano enormi: classi di cinquanta e più bambini dai sei ai quattordici anni, mancanza di pulizia e servizi igienici, famiglie restie a sottrarre i figli alla campagna per mandarli a scuola. Inoltre, le donne istruite non venivano viste di buon occhio e quindi erano spesso oggetto di maldicenze. Maldicenze che spesso si trasformavano in persecuzioni e calunnie. Atti di violenza che potevano condurre a gesti estremi. Ed è ciò che accadde a Italia Donati…
Questo è il mio corpo, una riflessione sulla leggerezza con cui a volte si interagisce con gli altri esseri umani dimenticando la loro umanità, e la continua oggettificazione del corpo femminile, costantemente presente nella nostra società, secolo dopo secolo.
Buona serata a teatro
TiTo
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