Notturno – La ragione al sonno

In Italia, “La Casa del Sonno” ha avuto successo più che in qualsiasi altro paese. Il motivo va forse ricercato nel riuscito connubio tra il contenitore – il romanzo – e il contenuto – l’attrazione erotica, slegata dall’attrazione di genere. Con uno stile raffinato e avvincente, Coe riesce ad avviluppare il lettore costringendolo, suo malgrado, a vincere resistenze intellettuali e morali profonde e ad aprire tutto ciò che all’eros e all’amore contribuisce: cuore e mente, istinto e razionalità.

Su questo dualismo, una combinazione di per sé finita eppure in continua espansione, nasce e si costruisce “Notturno”.

Sulla scena si muovono due adulti e il loro amore. Tra loro, la disperazione di non essere stati in gioventù all’altezza del sentimento che provavano, con la consapevolezza di non essersi opposti al ricatto delle dinamiche di genere della società.

Motore dell’azione e del conflitto è un terzo personaggio, marginale nel romanzo di Coe ma determinante per l’adattamento alla scena: uno psicanalista lacaniano. Da lui, nella spettrale clinica chiamata Casa del Sonno e specializzata nel trattamento delle dissonnie (ovvero, i disturbi del sonno), uno dei due protagonisti è in cura per una pesante forma di narcolessia. Le patologie del sonno saranno il comune denominatore delle storie dei personaggi. E proprio allo psicologo sarà affidata la restituzione al pubblico di una personale e particolarissima visione del loro stato psicologico.

Come nel romanzo, la drammaturgia è costruita come un flipper narrativo. La relazione tra i due si muove tra futuro e passato, tra visioni e ricordi, in un conflitto latente che tinge la storia di giallo e porta lo spettatore a investigare, partecipando con la mente e con il cuore, per capire cosa sia successo ai protagonisti e al loro amore.

La regia amplifica e provoca l’immersione dello spettatore nella storia; e lo fa con tutti gli strumenti che le sono concessi dal gioco teatrale, dal testo alle luci di sala.

Il palcoscenico è pensato come una graphic novel in movimento e ruba momenti e suggestioni al cinema. L’estetica si ispira allo steampunk, la cui sintesi è racchiusa nel motto: come sarebbe stato bello il passato se ci fosse già stato il futuro.

 

NOTTURNO – La ragione al sonno
tratto da  La casa del sonno di Jonathan Coe
drammaturgia e regia Filippo Renda | con Alice Redini, Filippo Renda, Irene Serini

 

DOVE? Teatro Filodrammatici

QUANDO? dal 13 al 18 gennaio, martedì, giovedì, sabato ore 21.00 | mercoledì, venerdì ore 19.30 | domenica ore 16.00

PREZZI: intero  20 euro, convenzionati 16 euro, under 25 13 euro | over 65 10 euro

 

 

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