“Nel guscio”: intervista a Marco Bonadei

bonadei
foto Marcella Foccardi

Quest’oggi vi parliamo di uno spettacolo tratto da un bellissimo romanzo di Ian McEwan Nel guscio, romanzo che merita la lettura per la sua prosa elaborata, dal ritmo scorrevole, e per l’originalità del punto di vista dal quale vengono narrati i fatti.

Nel guscio dimostra quanto sia perenne l’influenza di Shakespeare e l’universalità dei temi trattati che, a distanza di quattrocento anni, ancora ispirano e danno vita a riletture più o meno aderenti all’originale. Il romanzo di McEwan è chiaramente una rivisitazione di Hamlet (a partire già dai nomi dei personaggi che ricordano quelli del dramma originale): tradimento, assassinio e desiderio di vendetta.

La tragedia rivive nella Londra contemporanea dove Trudy, la moglie di un inerme poeta, pianifica l’assassinio del marito con la complicità dell’amante, Claude, fratello di questi.

Se nella tragedia originale il dramma si è già compiuto e il principe Hamlet è chiamato proprio dal fantasma del padre a vendicarne l’assassinio, nella rilettura di McEwan l’atto deve ancora compiersi e il figlio, quel feto non ancora venuto al mondo, è spettatore diretto suo malgrado delle macchinazioni della madre e del suo amante, incapace di impedirle e, per questo, lui stesso colpevole di complicità.

Con questi presupposti capite bene che noi di MilanoTeatri non potevamo perdere l’occasione di contattare il protagonista dello spettacolo Nel guscio, Marco Bonadei tra i più talentuosi attori della scena contemporanea teatrale (attualmente nelle sale cinematografiche con il nuovo film di Gabriele Salvatores Comedians).

Buon ascolto!

NEL GUSCIO
di Ian McEwan
Teatro Elfo/Puccini – SALA Fassbinder – Milano
dal 7 al 23 luglio 2021
regia Cristina Crippa
con Marco Bonadei
voci registrate di Ferdinando Bruni, Elio De Capitani, Enzo Curcurù, Alice Redini, Vincenzo Zampa

sinossi

Immaginate un feto ormai prossimo a divenire un bambino che ha da poco finito di crogiolarsi e volteggiare senza pensieri in un fantastico mare privato, e si trova ora incastrato a testa in giù nel grembo di una donna. Se poi quella madre si chiama Trudy, probabile diminutivo di Gertrude, ha un amante di nome Claudio, fratello di un nobile marito di cui si progetta l’eliminazione, a noi teatranti viene un dubbio esistenziale: questa famiglia ci è assai, troppo familiare.

Buona serata a teatro!

TiTo

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