In scena allo Spazio Tertulliano Michele Maccagno con “sidsOrè”, diretto dalla matura regia di Gigi Dall’Aglio, dà prova di completezza attorale confrontandosi con l’ostica riscrittura testoriana dell’Orestea di Eschilo.
La lingua impervia dell’autore milanese mette alla prova lo stesso pubblico, catturato dall’attore camaleonte. Un semplice oggetto/ giocattolo per ogni personaggio, e in scena Maccagno moltiplica i suoi volti, nelle voci e nelle espressioni.
Notevole l’accompagnamento del giovane compositore Emanuele Nidi, il quale, insieme alle luci, guida il narratore protagonista anche oltre la quarta parete. Teatro e metateatro, provocatoriamente fusi in un capolavoro d’ironia non solo linguistica.
Un esempio, quello del duo Dall’Aglio Maccagno, di spiccata sensibilità artistica; uno spettacolo difficile, saturo di letterarietà, che fa del classico qualcosa di innovativo, nella scala dei registri e nel messaggio audace. Un testo che si serve della tragedia per superarla dall’interno, rimaneggiando un materiale senza limiti di tempo, dimostrando di essere sempre e comunque terreno fertile per il rifiorire dell’originalità.
Arianna Lomolino
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