“Come sono diventato stupido” la nuova regia di Corrado Accordino, in scena queste sere al Teatro Libero, ci invita in un viaggio attraverso le difficoltà di condividere e comunicare.
Antoine, un ragazzo di venticinque anni, non riesce a godere della vita come tutte le altre persone questo perché ha un problema irrisolvibile: è troppo intelligente. Per ovviare a questa condizione decide quindi di trovare il modo di diventare stupido.
Seguendo così la trama del premiato libro di Martin Page, gli attori, grazie ai pochi elementi (due sedie ed un tavolo), compongono ed evocano le scene attorno ad Antoine, che si ritrova in balia di varie figure. Le musiche accompagnano questi cambi e gli ingressi di questi personaggi strampalati, introducendoci l’atmosfera della scena successiva.
In questo modo la regia di Accordino sembra voler rappresentare il mondo di Antoine, un mondo avverso e popolato da estranei, che non si conoscono perché non comunicano. La paura di esporre le proprie idee, le proprie emozioni e i propri bisogni, paura che solo attraverso l’amicizia e l’amore si riesce a superare.
Con un alternarsi di freddure, citazioni e gag lo spettacolo ci viene raccontato, così: fra ubriaconi, dottori, amici nuovi e di vecchia data. Attraverso la vita di un ragazzo si affronta il problema dell’adolescenza, del passaggio tra l’infanzia e l’età adulta e l’alienazione a cui noi tutti siamo sottoposti. Tema che viene trattato con la giusta leggerezza, anche se a volte esagerata, e che permette di ridere lasciando il tempo di riflettere.
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