“L’uomo, la bestia e la virtù”: un grande Pirandello al Fontana

l'uomo, la bestia e la virtù

L’uomo, la bestia e la virtù è una commedia, o, come dice lo stesso autore, un apologo in tre atti, scritta nel 1919 da Luigi Pirandello tratta dalla novella Richiamo all’obbligo (1906).

Lo spettacolo è in scena al Teatro Sala Fontana dal 27 gennaio all’8 febbraio 2015.

Il titolo richiama l’intreccio della storia: l’uomo è Paolino, un professore in fissa con il perbenismo ma che si concede una tresca con Perella, signora casta e pudica, quindi la virtù. Infine la bestia è il marito di Perella, un capitano di marina bruto e violento che non considera la moglie, in particolare sessualmente.

L’azione parte da Perella che si scopre incinta e quindi dagli stratagemmi di Paolino per far avere un rapporto carnale alla coppia di sposi e poter coprire pubblicamente lo scandalo.

La farsa e il gioco insiti nelle vicende, molto vicine alla tradizione della commedia italiana, quasi dai sapori goldoniani, non è nient’altro che il pretesto per servire al pubblico le tematiche care al nostro Pirandello: il doppio e in particolare la maschera, quello che crediamo di essere e che non siamo, quello che vogliamo far credere agli altri ingannando il nostro stesso modo di essere.

Monica Conti, la regista, è bravissima a rendere in scena un Pirandello attuale pur conservando un sapore di inizio novecento. Il tema del doppio è presente nella recitazione dei personaggi e nel loro modo di esprimersi. Vi è il grottesco nei volti degli attori e in ogni loro gesto. L’ipocrisia e la maschera sono presenti dall’inizio alla fine, svelandosi tra gli inganni e gli spassi propri della commedia.

Reso perfettamente il momento in cui, nel confronto finale con la bestia, Paolino si svela a mentire: proprio lui che, per tutta la durata dello spettacolo, ha professato e combattuto per la sua onestà e integrità. Ecco che Monica svela l’uomo per come lo vedeva Pirandello: una maschera intrappolata in una vita metateatrale nella quale non riesce più a riconoscersi.

È un piacere incredibile questo spettacolo: una commedia moderna ma che ha attenzione verso il testo, rispetto per la scena, cura dei suoi personaggi. Un classico che resta classico senza essere contaminato da performances o eccessi che sarebbero stati fuori luogo: questo perché Monica Conti dimostra di conoscere molto bene il suo drammaturgo e centra l’obiettivo.

Bravissimi gli attori. Voci forti e intense e una mimica facciale che si adagia e diventa una sola cosa con i personaggi che interpretano.

Una menzione particolare all’allestimento della scena: grande profondità e ottima gestione degli spazi che regalano un ampio respiro.

Francesco Annarumma

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