
Si avvicinano due date importanti per La Scuola del Musical di Milano che il 9 e il 15 gennaio terrà le audizioni in vista dell’anno accademico 2022/2023. Un’occasione preziosa per aspiranti performer che ambiscono a una formazione d’eccellenza, per lavorare nel settore del musical e oltre. Per conoscere meglio questa realtà abbiamo parlato con la direttrice Alice Mistroni, volto noto del teatro e del musical italiano presente in titoli di primo piano come “Mary Poppins”, “Priscilla – La regina del deserto”, “Jersey Boys” e “La Bella e la Bestia”, solo per citarne alcuni.
Che momento sta vivendo La Scuola del Musical?
La Scuola del Musical sta vivendo una fase di ripartenza. Abbiamo ripreso con le lezioni dal vivo dopo aver passato lo scorso anno un lungo periodo molto faticoso in dad. Lavorare in presenza per noi è fondamentale, non possiamo fare a meno della condivisione fisica. Chiaramente abbiamo preso le dovute precauzioni ad esempio facendo tamponi tutte le settimane. Mi piace pensare che siamo riusciti a riportare in aula l’elemento artistico fisico tipico del musical.

Si avvicina il momento delle audizioni. Come si svolgeranno?
Anche le audizioni saranno in presenza. I candidati hanno inviato la loro richiesta, altre persone sono state selezionate in concorsi fatti in giro per l’Italia. Solitamente prima di iniziare tengo ai ragazzi un discorso dove dico a ognuno di dare tutto se stesso perché noi della commissione vogliamo con tutto il cuore che loro siano bravi. Non devono pensare di entrare in sala audizioni e trovarsi davanti qualcuno che è lì per dare un giudizio prevenuto. Noi non vediamo l’ora di trovare persone adatte alla nostra scuola. Nel concreto poi c’è un colloquio conoscitivo per conoscere il carattere e gli obiettivi dei ragazzi poi si prosegue con le prove e a fine giornata diamo il responso. Dopo tanti anni d’esperienza abbiamo ben chiaro ciò che cerchiamo da un allievo per poter portarlo nel campo del mondo professionale in due anni.
Che caratteristiche devono avere le ragazze e i ragazzi che si presentano alle audizioni?
Serve una buona preparazione tecnica di base in almeno due delle tre discipline (canto, recitazione e danza). Chi si presenta come cantante-attore deve partire da una buona base di canto. Nel monologo che porta deve riuscire a tirare fuori la propria personalità raccontando magari un personaggio con varie sfaccettature. Anche le due canzoni che presenta devono essere una lenta e una ritmata e possibilmente di personaggi diversi in modo da mostrare i vari colori di quell’artista. Serve voglia di mettersi in discussione, tanta energia. Ai ragazzi e alle ragazze dico che devono essere belli, ma non nel senso dei canoni di bellezza greca, devono essere persone che tengono al loro aspetto qualsiasi sia la loro fisicità. A volte dei ragazzi si presentano un po’ trasandati, ma io penso che un’audizione è come un colloquio di lavoro in cui devi presentarti al meglio e dare il meglio sempre restando te stesso. Bisogna presentarsi positivi e pieni di energie, aperti alla vita e a ciò che può arrivare da un’esperienza importante come questa audizione.
Qual è l’età dei vostri allievi?
Abbiamo dato possibilità di fare l’audizione anche a persone di 35 anni. Di solito il limite arriva ai 30 anni ma la maggior parte va dai 18 a 23 anni.
A volte i giovani tentano una scorciatoia che può arrivare dai talent show, non c’è però il rischio di bruciarsi seguendo quella strada?
Credo che una formazione da musical debba avere un percorso accademico. È necessario per diventare un performer a tutto tondo. Per riuscire a fare musical devi avere una stamina, una preparazione atletica, fisica, canora talmente forte che un talent non potrà mai darti. I format televisivi giustamente non possono solo insegnare ma devono concentrarsi sull’audience e altro. La cosa più importante è l’audience, non la crescita dell’allievo. Non condanno i talent, ma sono un’altra cosa. Per fare musical vero ed essere preso nei grandi teatri italiani serve una formazione accademica in una scuola con un nome e una reputazione di altissimo livello, dove è ormai comprovato che chi esce da quella scuola va veramente a lavorare. I talent possono darti 6 mesi di fama televisiva ma l’esperienza finisce lì.
Quali attività avete in programma per il 2022?
Al momento abbiamo in programma lo spettacolo di fine anno a fine maggio, il titolo non si può ancora dire però. Probabilmente proveremo ad avere un regista esterno perché voglio dare la possibilità ai nostri ragazzi di lavorare con persone esterne che possono anche diventare contatti nel mondo del lavoro.
Quanto è importante studiare la storia del musical?
È fondamentale avere una buona base storica di ciò che stai facendo. Sapere l’origine dello spettacolo, gli attori che hanno interpretato i vari personaggi, come questi sono stati affrontati nelle varie epoche sono tutte conoscenze che arricchiscono l’attore di oggi.
Com’è cresciuto il musical italiano?
Credo che il musical stia ottenendo sempre più spazio nel mondo del teatro italiano. Il merito è anche di realtà come Stage Entertainment e di registi come Federico Bellone. Le persone iniziano a conoscere i musical anche grazie a molti film che stanno uscendo e che aiutano coloro che non vanno a teatro. Ci sono produzioni sempre più di alto livello con Broadway e West End che iniziano ad essere più vicini a noi. Doveva partire il progetto Broadway Milano con tantissimi spettacoli in centro a Milano, un progetto posticipato ma che ripartirà. Porteremo la qualità del musical americano sempre più in Italia. Nel nostro Paese abbiamo già bravi performer e molti stanno andando all’estero ad avere successo. Tanti nostri ex allievi stanno debuttando in Aladin, Frozen, Flashdance con tour europei e mondiali. Appena ci sarà l’opportunità di ripartire al 100% anche in Italia ci toglieremo tante soddisfazioni.
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