Il racconto dell’ancella al Teatro Basilica di Roma

Arriva al Teatro Basilica di Roma lo spettacolo Il racconto dell’ancella con la premessa che “Ci sono spettacoli più forti delle armi”. Un’opera che prende le mosse dal romanzo scritto nel 1985 dall’autrice canadese Margaret Atwood, The handmade’ tale e che richiama alla memoria l’omonima famosa serie tv disponibile su Prime Video. Voluta e ideata dall’autore e produttore americano Bruce Miller (ER e Everwood le sue prime due serie TV), la versione in cellulosa de Il racconto dell’ancella dal suo debutto è divenuta un caso mondiale. Cortei, manifestazioni e proteste hanno preso spunto dai temi trattati nella serie, ultime forse in ordine di tempo le londinesi che lo scorso marzo sono scese in strada abbigliate come le protagoniste della serie, a sostegno della battaglia per la libertà degli uomini e delle donne iraniane.

La storia è ambientata in una distopica Repubblica di Galaad, devastata da guerre, inquinamento e sterilità, dove le donne sono strettamente sorvegliate e rigidamente divise in categorie ciascuna delle quali viene identificata dal colore dei loro vestiti. Azzurro per le Mogli dei Comandanti, verde pallido per le Marte, donne sterili e anziane che svolgono i servizi domestici, marrone spento per le Zie, guardiane e sorveglianti e rosso le Ancelle, le sole donne in grado di procreare, sottomesse alla Repubblica per essere fecondate dai Comandanti, le cui mogli hanno il compito di crescere i loro figli. Nessuna delle donne può disobbedire o disattendere al proprio ruolo, pena la morte o la deportazione nelle Colonie.

Senza fare alcun spoiler e tornando allo spettacolo proposto dal Teatro Basilica, la versione da palcoscenico de Il racconto dell’ancella era già in programma nel 2020, prima che la pandemia bloccasse tutto. Finita l’emergenza, la produzione Teatro della Città arriva quindi finalmente a Roma, da ieri (13 aprile) fino a domenica 16 aprile, portando in scena Viola Graziosi, in un’opera realizzata con la consulenza letteraria di Loredana Lipperini, tratta dal romanzo di Margaret Atwood “The handmaid’s tale” nella traduzione di Camillo Pennati per Ponte alle Grazie, le musiche originali Riccardo Amorese e la regia Graziano Piazza, che scrive dello spettacolo:

Attraverso il ritrovamento di una confessione registrata, siamo rapiti dal racconto di un’ancella. Non sappiamo da dove ci parli, quale luogo e quale tempo, ma riconosciamo che parla proprio a noi, donne e uomini di questa società contemporanea. L’ancella porta in sé l’urgenza della domanda che brucia, la nostra responsabilità. Ci interroga sulla libertà, su ciò che ne facciamo e soprattutto su quale sia realmente la libertà delle donne. Diventa un simbolo, ma anche l’incubo di un futuro prossimo possibile, un monito che ci tiene in guardia. Nella nostra esperienza di esseri umani ci ritroviamo talvolta a cogliere i segni del cambiamento senza ascoltarli troppo, demandando la nostra responsabilità ad altri e pensando che tutto procederà sempre più o meno bene. Poi quando è ormai troppo tardi, ci accorgiamo che il cambiamento ci ha superato e siamo diventati vittime della nostra stessa indolenza. Come artisti invece l’urgenza è testimonianza. Essere il cambiamento in atto. Viola Graziosi diviene corpo della memoria presente, segno inciso nel suono della parola, negli occhi che ci guardano da un luogo indefinito. Tempo che travalica le ere. E ci troviamo catapultati lì dove non avremmo mai voluto, eppure così vicini a noi, ora”.

Il biglietto intero ha un costo di 18 euro mentre il ridotto (solo per studenti e under26) ha un costo di 12 euro. È possibile acquistare i biglietti anche online con un prezzo promo di 15 euro..


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