Una locanda coi muri rosa schocking, è qui che Corrado d’Elia ambienta la sua versione de “La locandiera” di Carlo Goldoni. Dalla scenografia il pubblico può subito capire che siamo ben lontani dai salotti del Settecento. Lo conferma poi la perfetta colonna sonora interpretata da Lio con Amoureux Solitaire.
Il canovaccio originale viene snellito ma non stravolto, la ciliegina sulla torta è il cast partendo da una splendida Monica Faggiani più che mai a suo agio nell’interpretare Mirandolina. L’attrice, in parrucca bionda, ammicca e seduce coi suoi movimenti sinuosi e i suoi sguardi ammalianti. Da applausi anche la prova en travesti di Tino Danesi e Andrea Tibaldi, cosi come gli scontri tra conte e marchese interpretati da Gustavo La Volpe e Alessandro Castellucci, mentre il ruolo dell’amante silenzioso tocca a Marco Brambilla.
Infine c’è Corrado d’Elia e, chi è abituato a vederlo in opere come “Non chiamatemi maestro” o “Novecento” rimarrà un po’ spiazzato nel trovarselo davanti nei panni del cavaliere di Ripafratta. Ma lo scetticismo iniziale sarà superato in fretta perché interpretare ruoli molto diversi tra loro, oltre a essere motivo di vanto per un attore, è una delle magie del teatro. Uno spettacolo godibilissimo che continua a rendere il giusto omaggio alla figura femminile capace di “sottomettere” quattro uomini grazie alla sua bellezza, intelligenza e astuzia.
Ivan Filannino
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