Teatro i: “I, Shakespeare”

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A partire dal 12 dicembre a Teatro i rivive Shakespeare attraverso il progetto di cinque testi del drammaturgo inglese Tim Crouch, portati in scena dall’Accademia degli Artefatti.

Finalmente a Milano sarà possibile assistere a tutti e cinque gli spettacoli, dei veri e propri “spin-off” che approfondiscono diversi personaggi scespiriani, indagandone la storia, le velleità e le pulsioni al di là delle parole del Bardo. Il folletto Fiordipisello di Sogno di una notte di mezza estate, prende la parola e racconta il “suo” sogno, Banquo ucciso da Macbeth torna sotto forma di fantasma, Calibano, il mostro della Tempesta riprende possesso della sua isola, Cinna riconsegna la storia del Giulio Cesare con i suoi occhi da poeta sgangherato, Malvolio si vendica dello scherzo crudele subito nella Dodicesima notte.

Cinque spettacoli per altrettanti giochi teatrali di immediata e coinvolgente ricezione: cinque affondi nella storia del teatro, cinque occasioni di guardare al contemporaneo attraversando le sue pieghe politiche, relazionali, civili, artistiche. I, Shakespeare è un’occasione per interrogare la convenzione teatrale, mettendola in crisi e rendendola ancora capace di parlare del, e al, presente a partire da testi che della stessa convenzione teatrale ne hanno segnato le fondamenta.

Ogni monologo è un gioco di società in cui lo spettatore ha un ruolo decisivo, quanto lo è quello dell’attore, un ruolo sempre diverso a seconda delle regole che ogni monologo mette in campo. Il coinvolgimento del pubblico è in ogni caso totale, sia quando lo spettatore resta un voyeur, sia quando è chiamato a recitare parti di testo. Nessun ruolo è mai imposto, ma è sempre possibile.

Giulio Cesare, Macbeth, La tempesta, Sogno di una notte di mezza estate, La dodicesima notte, sono fondamenta del teatro che diventano, grazie a Tim Crouch, le occasioni per ripensare la storia culturale occidentale e per presentarne le sue attuali possibili riattualizzazioni. Non si tratta di riscritture, ma di storie antiche che possono così riattraversare il nostro tempo.
La politica, la violenza, il conflitto tra storia e cultura, l’amore: ecco i temi che affrontano i testi shakespeariani, ma ecco anche quattro nodi intorno a cui leggere il presente, sviscerandone conflitti e contraddizioni, condividendone nuovi sguardi e prospettive. Come conciliare il puro intrattenimento, l’educazione teatrale e una possibilità di riflessione sul nostro presente?
I personaggi che danno il titolo ai drammi di Crouch sono sempre dei comprimari dei protagonisti shakespeariani.

Fiordipisello è uno dei folletti di Sogno di una notte di mezza estate, in cui appare solo due volte e dice solo una battuta “sono pronto”. Ma questa volta a Fiordipisello non mancano le parole, mancano gli attori della storia di cui è autore. Non gli resta che coinvolgere gli spettatori in un gioco moltiplicato di legittimità rappresentativa: chi può dire cosa e come? Gli spettatori, invitati inconsapevoli di un Sogno, diventano ora protagonisti della sua rappresentazione. Tutto è quello che era, ma è già qualcos’altro di cui non sappiamo ancora nulla.

Banquo è il generale dell’esercito scozzese di Re Duncan che Macbeth, nell’omonima tragedia shakesperiana, fa uccidere come avversario della sua corsa al trono. Banquo è stato ucciso e messo a tacere e ora torna, in forma di fantasma e prova a ricomporre i segni di una violenza di cui è stato vittima. Ma pur rivivendole la storia non muta il proprio corso. Macbeth e la sua Signora sono solo i corpi passeggeri di una voglia di potere che attraversa il tempo senza mai trovare soddisfazione, rivoltando lo stato delle cose, con l’unica conseguenza di lasciarlo sempre uguale a se stesso: territorio di conquiste, reali e effimere, ma pur sempre tragiche. Il sangue è il segno di questa storia. Un sangue capace di sporcare anche i fantasmi (e gli spettatori, certo). Un sangue che poi si lava via, solo per lasciare spazio ad altro sangue. Banquo è il fautore di una visione. O ne è il protagonista. O forse solo un personaggio in mezzo ad altri. Resta da capire ognuno al posto di un altro come si comporterebbe. Banquo al posto di Macbeth. Uno spettatore al posto di Banquo. E ognuno, al suo posto o in quello di un altro, potrà rispondere alla domanda: il potere chi logora veramente?

Calibano è il mostro de La Tempesta, l’unico abitante dell’isola da cui Prospero scatena la tempesta. Calibano riprende qui possesso dell’isola con l’idea di dare vita a una nuova razza, che nascerebbe dal suo incontro carnale con Miranda. Calibano è il rappresentante barbaro di un’altra idea di natura e anche di civiltà, e delle sue possibili (e impossibili) rivoluzioni. Crouch ne fa l’occhio e la voce di una nuova tragica possibilità di vita. Calibano ricostruisce sull’isola-palcoscenico la sua personalissima tragedia: in suo aiuto ci sono occasionali marianotte con cui Calibano, marionetta mostruosa anch’esso, può riaffogare nelle sue memorie, riemergere dai postumi dei suoi giochi magici e delle sue bottiglie di vino. La violenza dei giusti contro la giustizia (ingiusta) della storia e della sua letteratura. Uno squarcio intimissimo sul colonialismo culturale. Una ribellione dolcissima e già sconfitta. Una struggente ballata sulla nostalgia e sull’abbandono. Con abbondanti schizzi d’acqua per tutti.

Cinna è insieme il console Lucio Cornelio Cinna, coinvolto nell’assassinio del reverendo Cesare ed Elvio Cinna, poeta squattrinato vissuto all’ombra del più celebre Catullo.
Crouch riconsegna un Giulio Cesare rivisto con gli occhi, e riscritto con le parole di un ciondolante poeta che fa brutti sogni, e che non smette di trovarsi sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Questa è la vendetta di Cinna il poeta contro se stesso, e contro le parole e contro il popolo che lo ha ucciso: imparare nuovamente la propria storia e costruirne una nuova rappresentazione. Un racconto che non passa solo attraverso il media verbale ma anche quello delle immagini, specchi che moltiplicano una verità politica e sociale, dolorosamente irriducibile.

Malvolio nella Dodicesima notte è il servo, innamorato della padrona e caduto vittima di uno scherzo crudele. “Mi vendicherò di tutti voi!” minaccia alla fine della commedia scespiriana. Lo spettacolo di Crouch nasce da questo sentimento di rabbia e di rivalsa.

CALENDARIO

12 e 13 dicembre
IO, FIORDIPISELLO
da SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE
di Tim Crouch
traduzione Pieraldo Girotto
regia Fabrizio Arcuri
con Matteo Angius e Fabrizio Arcuri
produzione Accademia degli Artefatti

14 e 15 dicembre
IO, BANQUO
da MACBETH
di Tim Crouch
traduzione Pieraldo Girotto
regia Fabrizio Arcuri
con Enrico Campanati e Matteo Selis
produzione Fondazione Luzzati – Teatro La Tosse di Genova

16 e 17 dicembre
IO, CALIBANO
da LA TEMPESTA
di Tim Crouch
traduzione Pieraldo Girotto
con Fabrizio Croci
regia Fabrizio Arcuri
produzione Accademia degli artefatti, L’Uovo Teatro Stabile d’Innovazione onlus

18 e 19 dicembre
IO, CINNA (IL POETA)
da GIULIO CESARE
di Tim Crouch
traduzione Pieraldo Girotto
con Gabriele Benedetti
regia Fabrizio Arcuri
produzione Accademia degli Artefatti, CSS Stabile di Innovazione del FVG

20 dicembre
lettura scenica
IO, MALVOLIO
da LA DODICESIMA NOTTE
di Tim Crouch
traduzione Pieraldo Girotto

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