Sposi per caso – La Mite: intervista a Andrea Cramarossa”

mite

Torna a Milano, presso Teatro Linguaggicreativi, la compagnia pugliese Teatro delle Bambole nata a Bari nel 2003 con la provocazione (in)formale di dare spazio alle voci dell’Arte attraverso lo studio e lo sviluppo di un Nuovo Metodo di Approccio all’Arte Drammatica.

In scena La Mite tratto dall’omonimo racconto di Fëdor Michajlovič Dostoevskij dove le azioni dei personaggi che si susseguono sono il riflesso delle deflagrazioni che avvengono dentro e fuori l’animo umano, una sequela di atti che appaiono per lasciare spazio ad una visione tragica e ad un significato filosofico dell’essere umano e del suo mondo.

Abbiamo letto tempo fa questo delicato racconto e per questo motivo abbiamo ricontattato gli amici Teatro delle Bambole (Andrea Cramarossa e Federico Gobbi) per saperne un po’ di più sulla loro ‘mite’.

Andrea, la protagonista di questa storia, una ragazzina Mite, accetta di sposare un uomo pur di uscire di casa… questa storia quanto è attuale con l’oggi?

Questa particolare osservazione della storia non è attuale e non corrisponde alla realtà della nostra società odierna; tuttavia, è ancora vigente in molte altre società nel mondo. Le donne, ancora oggi, non possono scegliere di fare ciò che più desiderano della loro vita ma sono ancora troppo assoggettate all’uomo. Ciò che, invece, resta o riemerge nella nostra società occidentale odierna, è il conformismo, un certo conformismo borghese di ritorno e certe altre sfumature della società ottocentesca che, impressionando chi osserva, riemergono follemente e prepotentemente nella nostra del 2023.

Quale domanda vorresti che formulasse, lo spettatore, a termine dello spettacolo La Mite?

Vorrei che lo spettatore andasse a leggersi immediatamente il racconto di Dostoevskij e anche altri romanzi che, magari, non ha ancora avuto modo di approfondire. Lo scrittore russo ha compiuto una enorme trasformazione della letteratura a livello mondiale, determinando un nuovo modo di scrivere il romanzo e, dunque, la funzione sociale e culturale di questa forma letteraria. Vorrei anche che lo spettatore possa viversi l’incanto della narrazione sprofondando nell’abisso emotivo dei protagonisti: chiedersi, forse, qualcosa sulle proprie fissità di pensiero, le proprie storture comportamentali e le proprie paranoie.

Tu quale domanda ti sei posto prima di cominciare a riscrivere il racconto di Dostoevskij?

Non mi son chiesto molto in questo senso perché è stato il racconto stesso a travolgermi e a “ordinarmi” questo adattamento teatrale. Non ho avuto modo di chiedermi nulla; l’ho adattato e basta. Non si tratta di una riscrittura, le parole dell’autore sono state fedelmente riportate nella loro traduzione, ovviamente, ma di un vero e proprio adattamento teatrale di un testo letterario. Anche questa operazione, non semplice, ha richiesto molto tempo, circa due mesi di lavoro sul testo ma sono contento del risultato poiché il testo è, così adattato, teatralmente molto efficace; il fruitore ultimo dell’opera di Dostoevskij è certamente il lettore e non lo spettatore. Non mi andava di riscrivere la storia creandone una originale, come in passato ho fatto con Genet e Shakespeare, ispirandomi alla loro poetica più che ai loro scritti. Questa volta ho voluto rispettare l’anima del racconto, seguendone il flusso e il senso tutto personale che l’autore ha voluto infondere e l’esperimento è stato molto eccitante e direi convincente.

Federico Gobbi, interpreta con maestria il ruolo del marito della Mite in questione e credo che sulla scena emerga persino il pensiero più profondo dello scrittore russo.

Per scoprire questo profondo pensiero non ci resta che andare a vedere…

LA MITE
dal 17 al 19 febbraio 2023 – Teatro Linguaggicreativi
dall’omonimo racconto di Fëdor Michajlovič Dostoevskij
Canto della scena Federico Gobbi
Canto dell’adattamento del testo, allestimento e regia Andrea Cramarossa Casa madre Teatro delle Bambole

sinossi

protagonista della storia, la Mite del titolo, si trova a raccontarsi per bocca d’un marito che non si dà pace, mentre resta proprio lì, nei pressi di quei due tavoli da soggiorno avamposti d’un ozio in spregio ad una luna di miele mai celebrata e sempre agognata, sperata, declamata. Tante domande senza risposte, una ad una in schianto contro lo sguardo di “severa meraviglia” che ha dissolto il loro amore di marito e di moglie, sposi per “caso” e per “istanti”, adoranti del corpo dell’altro in tempi asincroni, assieme all’insostenibile spazio lasciato inabitato dalla moltitudine di parole stracciate e appese nell’atrio d’una taciuta vergogna: l’inutile tormento d’un arrogante silenzio.

Se vi perdete la visione de LA Mite a Teatro Linguaggicreativi, no panic il 25 febbraio Teatro delle Bambole saranno a Cassano d’Adda presso TeCa – Teatro Cassanese.

TiTo

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