
La crudele persecuzione della popolazione omosessuale alla fine degli anni ’30 è al centro dello spettacolo RICINO, scritto da Antonio Mocciola e Pasquale Marrazzo, in scena al Teatro Litta dal 6 all’11 febbraio 2024 e diretto dallo stesso Pasquale Marrazzo.
Regista teatrale e cinematografico, ma anche sceneggiatore e produttore indipendente vive a Milano dove ha girato quasi tutti i suoi film e lavorato al Teatro OutOff e Teatro Litta, sempre attento a esplorare territori insidiosi come nel suo ultimo film di successo Prossimo tuo dove mette a fuoco l’omofobia, storia che lo ha riguardato da molto vicino.
Tematica che torna anche nello spettacolo RICINO e per questo motivo abbiamo contattato Marrazzo per le mie 5 domande per saperne di più su…
… quando nasce lo spettacolo RICINO?
Lo spettacolo viene alla luce nel 2021, nel pieno terrore pandemico!
La richiesta di portarlo in scena parte da Mario Cervio Gualersi, allora direttore per Leciti visioni (rassegna di spettacoli di prosa a tematica LGBTQ+) del Teatro Filodrammatici di Milano. Il testo originariamente aveva come titolo “L’isola degli invertiti” e solo in un secondo momento l’autore originario (Antonio Mocciola) mi chiese di collaborare al testo lasciandomi piena libertà creativa sia nella riscrittura e nella regia poi. Così nasce quello che oggi è RICINO.
Oggi, come allora, la gente ha paura della diversità (per me implica ricchezza e non indebolimento). Perché secondo Pasquale Marrazzo?
La diversità è insita in ognuno di noi, tutti siamo esposti nel diventare qualcosa di inaspettato, cui, spesse volte, nemmeno noi stessi possiamo immaginare!
Diciamo che uniformarsi da sicurezza e continuità alla quotidianità. Rispettare le regole convenzionali scritte è molto più facile che affacciarsi al mondo del molteplice. Pensare che le sessualità sono tante quante sono gli uomini fa terrore. Una volta una mia zia mi disse:
“meglio un figlio “ritardato” che frocio!”
Ecco, questa battuta oscena nasconde una miriade di paure inconsce e incontrollate.
Beata ignoranza!
Pasquale, il ruolo del teatro nella lotta contro l’omofobia, oggi, quant’è importante?
Sarebbe molto importante ma, il problema del teatro è che lo si fa per la piccola e media borghesia. Diciamo che bisognerebbe fare un passo indietro e riprendere ciò che si faceva negli anni sessanta e settanta, quando il teatro è “scappato di casa” in cerca di nuovi linguaggi e spazi. In questo momento il teatro è un luogo un po’ reazionario e troppo fintamente inclusivo. Basta pensare che i teatranti fra di loro non si sopportano ma, per quieto vivere, fanno finta di amarsi!
A chi consiglieresti la visione dello spettacolo RICINO e perché?
Diciamo che mi piacerebbe lo vedessero le persone di fede e i giovanissimi!
Se al Teatro Litta dal 6 febbraio in platea dovesse esserci una persona omosessuale costretto/a a smentire il proprio essere per poter “sopravvivere” cosa gli/le vorresti dire, dopo aver visto RICINO…
Cosa gli direi?…
Molto probabilmente, niente! Diciamo che per me parla quello che faccio.
Allora non ci resta che andare a teatro ad ascoltare quello che mette in scena Marrazzo. Dove?…
MTM TEATRO – Teatro Litta
6-11 febbraio 2024
RICINO
di Antonio Mocciola e Pasquale Marrazzo
con Antonio D’Avino, Diego Sommaripa, Vincenzo Coppola
regia Pasquale Marrazzo
Buona serata a Teatro!
TiTo
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