Recensione: “Progetto Conrad”

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Anche quest’anno Il Giardino delle Esperidi Festival tira fuori il suo fiore all’occhiello dal bosco.

Se nella passata stagione il pubblico fu trasportato nel cuore della natura con “Alberi maestri” stavolta il viaggio organizzato da Campsirago Residenza, Compagnia INTI e dai direttori artistici Michele Losi e Luigi D’Elia si chiama “Progetto Conrad – In to THEatre Wild©”.

I comuni denominatori sono appunto il bosco e il silenzio, ma se in “Alberi maestri” l’immersione era dolce col suo fine didascalico, “Progetto Conrad” ti lancia in mezzo alla natura per vivere una vera e propria avventura.

Progetto Conrad
foto Alvise Crovato

Agli spettatori vengono dati ben pochi indizi su ciò che li aspetterà, divisi in piccoli gruppi con in mano una mappa inizia il viaggio tra gli alberi. Il punto di forza di questo percorso è sicuramente la capacità di stimolare la fantasia e l’immaginazione del viaggiatore. Una mente vivace non farà fatica a ritrovarsi in un attimo nei panni di un esploratore del secolo scorso alla ricerca di questa misteriosa casa di Kurtz tratta dal romanzo “Cuore di tenebra” di Joseph Conrad.

Uno scenario che, con i messaggi delle radio lasciate in vari punti del tragitto e i suoi simboli criptici, può perfino ricordare la serie tv Lost e i suoi protagonisti alla ricerca di una verità incomprensibile. Le immagini e le frasi della mappa aiutano a rendere tutta la situazione quasi cinematografica, grazie a un velo di mistero in cui si intravedono attimi di follia. Se “Alberi maestri” era una total immersion nella natura, “Progetto Conrad” è una extreme immersion che lascia poco spazio alla riflessione perché la concentrazione va principalmente sul seguire il sentiero (per la maggior parte in discesa), attimi per abbandonare la mente ai rumori e ai messaggi ce ne sono pochi, ma non per questo essi non arrivano ugualmente a destinazione.

La spedizione nel mondo selvaggio di Kurtz ha il suo premio finale che regala all’esploratore quel senso di appagamento necessario al termine della lunga camminata. Questa nuova ricerca della compagnia INTI e Campsirago Residenza, concepita e avviata tra Lombardia e Puglia nei mesi di quarantena da un collettivo di artisti, è ancora in fase sperimentale, ma il preludio è stato sicuramente positivo. Qualche accorgimento potrebbe rendere il progetto ancora più convincente e affascinante.

Ivan Filannino

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