Recensione: “Peter Pan – Il Musical”

peter pan

Un ritorno più che mai gradito quello ospitato dal Teatro Arcimboldi. Dopo quattro anni di assenza è, infatti, tornato in scena “Peter Pan – Il Musical” con la sua colonna sonora d’eccellenza firmata da Edoardo Bennato e la regia di Maurizio Colombi. Un titolo che dal suo debutto nel 2006, con protagonista l’indimenticabile Manuel Frattini, ha saputo conquistare l’amore del pubblico replica dopo replica raccogliendo oltre un milione di spettatori con più di 950 repliche.

Punto di forza di questa storia è quella di offrire diversi messaggi che si rivolgono, con linguaggi diversi, sia agli adulti sia ai bambini. La cosa viene messa in chiaro fin dalla prima coreografia che vede uno “scontro” virtuale tra generazioni coi grandi che spesso cercano di legare a sé i più piccoli impendendo loro di volare e muovendoli come burattini. Il verbo volare è quello che viene subito in mente quando si pensa all’affascinante personaggio di Peter Pan, volare e sognare. Lui è un eterno bambino, ma il suo racconto ci insegna che si può crescere senza perdere quella parte di fanciullezza che può venirci in aiuto in tante situazioni difficili.

Il nuovo cast che circonda il regista Maurizio Colombi vede la riconferma di Martha Rossi ormai perfettamente a suo agio nei panni di Wendy. Riesce a offrire l’immagine di una ragazzina che in alcuni casi stuzzica il pubblico con certi stereotipi di genere ormai superati ma al tempo stesso sa farsi amare grazie ai suoi sogni e, ancor di più grazie alla sua voce. Conferma anche per Raffaella Alterio nei panni di Michael mentre è Laura Fiorini a completare il trio di fratellini interpretando John. Tra i nuovi volti spicca ovviamente Giò Di Tonno chiamato a trasformarsi nel tremendo Capitan Uncino. Il performer pescarese per l’ennesima volta si conferma un artista a tuttotondo perfettamente padrone del palcoscenico e dotato di una carica coinvolgente che si trasmette al pubblico. Attira la simpatia anche Renato Converso, uno Spugna dalla cadenza meridionale che segue come un’ombra il capitano. Il suo tip-tap in salsa burlesque merita tutti gli applausi ricevuti.

Il ruolo di Peter tocca, invece, al giovane Leonardo Cecchi, nato a Minneapolis ma cresciuto in Piemonte. L’attore italoamericano vanta una lunga esperienza televisiva e con Aladin ha già assaggiato il musical. La sua recitazione convince subito, a livello di canto l’impressione dopo il primo brano è che ci siano buoni margini di miglioramento. La sorpresa è che tali margini vengono riempiti già nel corso della prima serata. Superata l’emozione iniziale Cecchi cresce e si dimostra un Peter Pan di tutto rispetto, bravissimo sia nelle scene corali sia quando i riflettori sono tutti su di lui. Ottima anche la prova di Giglio Tigrato, Martina Attili, protagonista di un brano più che mai ricco di verve.

Peter Pan è un musical dove la recitazione è grande protagonista e questo aiuta ad essere molto apprezzato anche dai più piccoli. L’importanza delle coreografie non viene, però, a mancare così come costumi e scenografie colpiscono con i loro colori. A rendere tutto ancora più unico ci sono, infine, le musiche di Edoardo Bennato. Brani che i più grandi conoscono a memoria come “Viva la mamma”, “Sono solo canzonette”, “L’isola che non c’è” e “Ogni favola è un gioco” e che i più piccoli imparano ad apprezzare subito. Musiche e parole che invitano a non smettere mai di credere nei propri sogni.

Ivan Filannino

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