L’alchimia tra due compagnie che anno dopo anno stanno conquistando con merito spazio nel panorama teatrale italiano. Lo humor a volte nero di Kronoteatro si unisce all’ironia sottile dei Maniaci d’Amore per uno spettacolo di ottima fattura che riesce a raccontare alcuni aspetti della natura umana che spesso si cerca di tenere nascosti.
È la storia di tre fratelli, Lucy, Tom e Fra, impegnati a preparare per il funerale la madre appena defunta. Devono truccarla (come Nicoletta Orsomando), lavarla, vestirla e, infine, adagiarla nella bara costruita proprio dal figlio Tom falegname.
Per i tre fratelli è un’occasione di confronto e, in certi momenti, di scontro. Quando una persona importante ci lascia ad uscire fuori non sono solo i ricordi piacevoli, ma anche il rancore e quella necessità di sputare tutto quello che ci siamo tenuti dentro e abbiamo accumulato negli anni. Tommaso Bianco, Francesco d’Amore, Luciana Maniaci interpretano con naturalezza i tre giovani e si trovano ognuno ad affrontare diversi fantasmi del passato che si manifestano sotto forma di flashback in cui la madre (interpretata da Maurizio Sguotti) affronta di petto i figli uno per uno.
La scena è semplice proprio come piace a Kronoteatro, solo un lettino per sorreggere il cadavere della donna. Il resto lo fanno il testo in cui emerge lo stile di Maniaci d’amore e la recitazione mai banale. Dialoghi tutti da seguire che strappano tanti sorrisi e quel tentativo di cercare ad ogni costo il colpevole delle cose che nella propria vita non sono andate per il verso giusto.
Per Lucy, Tom e Fra la morte della madre diventa quindi l’occasione per chiudere i conti, mettersi alle spalle il passato e iniziare un nuovo capitolo della propria vita.
Ivan Filannino
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