La recensione di “I, Banquo”

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E se fosse Banquo a raccontare la storia di Macbeth? Un personaggio legato strettamente al protagonista ma segnato da un destino diverso solo perché le streghe non hanno detto a lui quello che hanno detto a Macbeth.

Questo il tema di “I, Banquo”, opera facente parte del progetto “I, Shakespeare” di Tim Crunch e portata al Teatro dei Filodrammatici del Teatro della Tosse, con Enrico Campanati come protagonista e Fabrizio Arcuri alla regia.

Ed è proprio Campanati l’arma vincente dello spettacolo, l’attore ligure per un’ora tiene in mano il pubblico ipnotizzandolo con le sue parole e rendendolo coprotagonista dell’opera perché senza armature e cavalli, lo spettatore può solo immaginare e dare una mano al narratore.

Ad accompagnare il “sanguinante” Enrico Campanati è Matteo Selis nel doppio ruolo di chitarrista e di Fleanche, figlio di Banquo. Gli altri personaggi sono in mezzo al pubblico, i figli di re Duncan, Macduff e persino i coniugi Macbeth. Tutti perfettamente diretti dall’ammaliante protagonista chetrasmette lo stupore, lo sdegno e alla fine la rivalsa di Banquo nei confronti dell’amico traditore. Due vite legate a doppio filo, ma separate da una profezia.

Lo spettacolo rimarrà in scena al Teatro dei Filodrammatici fino al 26 gennaio.