Recensione: “Bum ha i piedi bruciati”

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Dal 17 al 22 maggio, al teatro Franco Parenti, va in scena: Bum ha i piedi bruciati, di e con Dario Leone. Patrocinato della Fondazione Falcone di Palermo, presieduta da Maria Falcone, una approvazione e un onore non facile da ottenere.

Ispirato dal libro “Per questo mi chiamo Giovanni” di Luigi Garlando, Dario Leone intreccia una moltitudine di storie personali e professionali che contribuiscono a delineare una struttura narrativa densa ed efficace, capace di farci navigare nella vita di un uomo che ha segnato profondamente la storia del nostro paese: Giovanni Falcone.

La messa in scena è semplice e si avvale di proiezioni per valorizzare sensazioni e note di realtà, sempre ben integrate nella meccanica dell’opera e mai retoriche. Parte dal piccolo per raccontare una grande storia: da un commerciante palermitano che deve spiegare al figlio perché il suo gorilla giocattolo Bum, ha i piedi bruciati. Come la racconti ad un bambino una storia simile? Un fatto che sembra semplice ma che si lega a ricordi dolorosi. Una storia che tocca tutti quanti, chi più da vicino, chi più da lontano. Questa semplice domanda pervade tutto lo spettacolo e dona all’attore un’ironia amara che sa scavare in profondità, continuando ad entrare ed uscire da ricordi personali e fatti storici. La narrazione è sempre diretta e senza troppe giravolte o giri di parole. I fatti parlano da soli, la vita ed il pensiero di Giovanni Falcone anche. L’attore e regista tratta l’argomento senza mai sovrapporsi ad esso, restando sempre un passo indietro, consapevole del valore della storia che sta raccontando. Della fatica e del sacrificio che il pool antimafia, presieduto da Falcone, ha portato sulle proprie spalle, permettendoci di avere leggi importanti per la lotta al crimine organizzato.

Il 18 maggio era anche il compleanno di Giovanni Falcone, che avrebbe compiuto 83 anni. Per l’occasione era presente Salvatore Borsellino che alla fine dello spettacolo è salito sulla scena per raccontarci quanto quel sacrificio possa essere fragile in un paese dove spesso, proprio quel decreto legge così importante, viene messo in discussione e rischia di essere smantellato.

Quando uno spettacolo riesce ad essere così efficace e presente nella contemporaneità di un paese è sempre un bel segnale. Qualcosa che non può lasciare indifferenti e che ti accompagna anche dopo la sua fine. Ti resta nella mente e nel cuore, ricordandoti quanto possa essere fragile e non scontato uno stato di diritto.

Michele Ciardulli

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