Recensione: “Billy Elliot il musical”

Billy Elliot
foto Gianluca Saragò

È servita un po’ di pazienza, ma alla fine Billy Elliot il musical è arrivato a Milano conquistando subito gli applausi del Sistina Chapiteau. Un grandissimo successo cinematografico del 2000 che sta ora attraversando una seconda e meritata vita sotto forma di musical. Un nuovo trionfo planetario grazie al libretto di Lee Hall e le musiche di Elton John. La versione italiana diretta da Massimo Romeo Piparo non ha deluso le aspettative anche grazie a un cast ben rodato che ha saputo amalgamarsi bene mischiando esperienza e voglia di emergere.

Le scene delle produzioni firmate dal Sistina ci hanno abituato alla loro imponenza e questa volta Teresa Caruso con la sua scenografia ci porta dritti in Inghilterra riuscendo benissimo a rappresentare il proletariato, l’arte di arrangiarsi con poco. Vediamo la casa di Billy, la scuola di pugilato/danza, i cancelli delle miniere e ogni ambientazione sembra respirare realismo.

Il racconto viaggia su due linee che spesso si intersecano, da una parte la vita di Billy, ragazzino di 11 anni che da poco ha perso la mamma e che vive con padre, fratello maggiore (entrambi minatori) e l’anziana nonna non più del tutto lucida. Un ragazzo che per caso scopre la danza classica e se ne innamora al punto di non aver paura di sfidare una famiglia che trova inaccettabile un ballerino maschio. Dall’altra si parla di lotta di classe, di periferie inglesi, di lavoratori che vogliono far valere i propri diritti. Il canto di apertura (Stars Look Down nella versione originale) è, infatti, un vero e proprio inno che invita a combattere parlando di sangue e morte.

In Billy Elliot, però, la recitazione è molto importante e in questo contesto si inserisce perfettamente l’esperienza di Giulio Scarpati che interpreta il padre di Billy. Un personaggio sicuramente diverso dal papà che Scarpati ci ha fatto conoscere per anni in tv, ma l’attore romano riesce a trasmettere molto bene i conflitti e il cambiamento di quest’uomo che ha perso la moglie deve crescere con una grande differenza di età e al tempo stesso guidare la rivolta dei minatori. Scoprire Billy scegliere la danza invece del pugilato è un duro colpo. Nel cast troviamo anche Rossella Brescia che non può che trovarsi a suo agio nella parte di una maestra di ballo. La sua prova è stata una piacevole sorpresa soprattutto con il brano “Fai di te una stella” (“Shine”). Promosso a pieni voti il giovane Emiliano Fiasco vero protagonista della storia. Recitazione e danza sono i suoi punti di forza, la sua espressività è coinvolgente. Appare più solare rispetto al collega del grande schermo, ma la cosa non è per nulla un difetto. Emiliano riesce a far sorridere in tante occasioni, conquista la simpatia del pubblico senza arruffianarselo e poi lo commuove. Molto intenso il suo finale di primo tempo sotto la pioggia e altrettanto emozionante il passo doppio con il Billy adulto Francesco Consiglio sulle note de “Il lago dei cigni”. Per quanto riguarda il canto la voce che entra nel cuore è quella di Fabrizia Scaccia che interpreta la visione della mamma di Billy. Interviene poco, ma la sua performance canora è di altissimo livello. Molto simpatico Pasquale Delli Paoli (Mr. Braithwaite) con le sue acrobazie mentre si dimostra più che mai completo Nico Colucci, il fratello di Billy. Anche Monica Guazzini, nei panni della nonna, riesce a ritagliarsi alcuni spazi degni di nota. È sicuramente importante la figura di Michael, migliore amico di Billy, interpretato molto bene da Francesco Parlamagna che ha messo in luca già un’ottima dote vocale.

Anche stavolta Piparo ha curato con attenzione ogni dettaglio, persino le ombre riescono a creare la giusta atmosfera. Le coreografie di Roberto Croce si incastrano con precisione nella macchina allestita dal regista, in particolare colpiscono quando fanno da punti di incontro tra le due linee narrative, così i minatori si trovano a fare esercizi alla sbarra mentre Billy sembra ballare in mezzo a una sommossa. Non manca un tocco di trasformismo con le giovani pugili che in un batter d’occhio diventano ballerine in tutu, una mossa degna di Arturo Brachetti che osservava lo spettacolo dalla platea. Non mancano neanche alcuni accenni di tap curati da Marco Rea. Sono quindi parecchi i punti di forza di questo spettacolo, dalla storia al cast, dalle musiche alle coreografie. Billy Elliot conitnua a raccogliere applausi in ogni città.

Ivan Filannino

2 Comments

  1. Apparte il caldo atroce per cui era stato dato preavviso dal meteo oramai da una settimana e per cui non è stato fatto nulla se non offrire un po’ d’acqua,lo spettacolo è stato davvero bello. Attori e ballerini all’altezza del grande della danza

  2. Molto perplesso.
    Positivo: scenografia, cori, inetrprete mamma Billy.
    Sufficiente: Scarpati e Brescia come interpreti, scarsi quando cantano.
    Interprete Billy Elliot: bravo quando balla, stonato quando quando canta.
    Nonna Billy Elliot: Brava come macchietta.
    Amico Billy Elliot: bravo.
    Qualche caduta di stile da far cadere le braccia: vedi ‘scoreggia’, posizione invitante in presenza ballerino in calzamaglia.
    Spettacolo adatto per le scuole medie. Non di più.

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