Il Gallus Sinae è un uccello domestico, allevato per moltissimi scopi, meglio noto come “pollo”.
È però celebre per non essere in grado di volare. Se non per piccoli tratti.
Per qualche piccolo slancio di necessità.
Il “Pollo da volo” è invece una razza strana, socievole, selvatica, che sfida la natura.
Cercherà sempre, giorno per giorno, di volare.
Anche se gli allevatori, da oltre un recinto lontano, continueranno ad urlare che non serve.
La rubrica “Polli da volo” nasce con l’intento di sostenere e dare voce agli esercenti dello spettacolo, messi
in difficoltà dall’attuale, terribile, tragedia che sta colpendo tutti. Tutti costoro, sono Polli da volo.
Se per oggi non si vola, domani si vedrà.
PUNTATA 14: MICHELE LOSI E CAMPSIRAGO RESIDENZA
Chi siete?
Campsirago Residenza nasce nel 2008 ed è un centro di ricerca e di produzione teatrale. Le compagnie stabilmente residenti sono ScarlattineTeatro, Pleiadi, Riserva Canini, e Stradevarie, ognuna contraddistinta dalla propria poetica e dalla propria peculiarità artistica. La nostra residenza è immersa nella natura del Monte di Brianza e ospita da sempre anche compagnie nazionali e internazionali che qui creano le proprie opere.
Organizziamo quattro festival teatrali, tra cui Il Giardino delle Esperidi, teniamo percorsi di formazione rivolti a professionisti e alle scuole e promuoviamo le arti performative in forte dialogo con i il nostro territorio. La nostra sede è il quattrocentesco Palazzo Gambassi nella frazione Campsirago del Comune di Colle Brianza, in provincia di Lecco. Il legame con la natura rappresenta un elemento imprescindibile della nostra ricerca artistica ed è il cuore del festival delle Esperidi e dei nostri spettacoli di Teatro nel paesaggio.
Qual è la vostra poetica artistica?
Partendo dal teatro, abbiamo ampliato in 15 anni il nostro operare artistico ad altre arti performative – performance site specific urbane e nella natura, teatro di figura, teatrodanza, musica per la scena al teatro one to one– esplorando i linguaggi del contemporaneo e la relazione tra artista, spettatore e paesaggio. In particolare lavoriamo molto sul teatro nel paesaggio, sul teatro immersivo e nell’ambito del performativo, accanto al teatro di figura, al teatro ragazzi e per la primissima infanzia.
Come state vivendo questa situazione?
Stiamo vivendo questo momento con grande apprensione, probabilmente come tutti. Allo stesso tempo anche con la forte volontà di continuare a fare attività, sia per i bambini che per il nostro pubblico di adulti. La drammatica epidemia COVID-19 ha modificato radicalmente l’assetto sociale del nostro paese e prevedibilmente continuerà a farlo per i prossimi mesi. A causa di questa nuova ed inaspettata situazione la relazione spazio pubblico – spazio privato si è completamente trasformata. Pochi mesi fa abbiamo vinto un bando Cariplo con il progetto Campsirago 3.0 che prevedeva già nella sua strutturazione una sperimentazione e trasformazione in senso tecnologico e digitale di alcune delle nostre attività di produzione. Nei fatti la realtà di questi mesi ha superato il progetto. Quanto sta succedendo ci ha portato ad ipotizzare e ad effettuare una riconversione rapidissima del nostro lavoro per sostenere le famiglie, le istituzioni scolastiche e il pubblico adulto. A partire da questo contesto attuale, abbiamo quindi ipotizzato una modifica del progetto Campsirago 3.0 sia per quanto riguarda i contenuti principali, che per quanto riguarda le tempistiche, concentrando le azioni nel 2020 e focalizzando il nostro lavoro sullo sviluppo di forme e tecnologie più immediate, per poter dare riscontro immediato alla mutata situazione e rispondere a un’urgenza culturale e sociale.
Stiamo riflettendo molto sulle forme possibili di teatro in questo contesto di emergenza e continuiamo a credere che l’arte, anche e forse ancor più in questo momento, sia fondamentale e imprescindibile per l’uomo.
State offrendo delle proposte alternative allo spettacolo dal vivo?
Si, stiamo offrendo in realtà degli spettacoli che continuano ad essere dal vivo, anche se a distanza. Per i bambini abbiamo lanciato il 10 marzo l’iniziativa Le favole al telefono…al telefono: una lettura-gioco interattiva, interpretata al telefono da un attore o un’attrice, proprio come nel libro di Rodari. A seguito delle numerose richieste che ci sono pervenute -ad oggi 950 da 20 regioni italiane (circa 300 Comuni), dalla Svizzera e dalle famiglie italiane residenti in Inghilterra, Spagna, Belgio, Austria, Germania, Francia, Olanda, Canada- abbiamo deciso di coinvolgere altri artisti per questa esperienza speciale. Anna Fascendini ha tenuto quattro formazioni via Skype ai nuovi artisti che si sono uniti. Si è creata così una rete artisti e compagnie (di Torino, Milano, Inzago, Brescia, Firenze, Pavia, Carrara, Bergamo, Lecco, Bologna, Reggio Emilia, Parma) per portare alle famiglie un teatro riadattato all’emergenza. Sono in tutto 46 gli attori e le attrici italiane che stanno chiamando i bambini in tutta Italia, Svizzera e paesi europei (dove l’iniziativa è stata allargata per le famiglie italiane residenti all’estero), per raccontargli del Ragionier Bianchi e giocare al telefono con le favole di Rodari. L’iniziativa è stata allargata alla comunità francofona della Lombardia con la stessa lettura-gioco Le favole al telefono…al telefono in lingua francese. Il progetto delle Favole al telefono… al telefono viene ora proposto anche in Grecia grazie alla collaborazione con il Teatro ACT di Patrasso e Drin Team: un gruppo di sei attori e attrici hanno seguito una formazione con la regista Anna Fascendini e hanno attivato l’iniziativa, con la supervisione artistica di Campsirago Residenza, per tutti i bambini greci.
Favole al telefono è uno spettacolo-gioco che doveva debuttare il 7 marzo e che ha visto coinvolti nella realizzazione tutti gli artisti di Campsirago Residenza. Non nasce quindi appositamente per questa situazione di emergenza, ma si rivela adeguato a essere riadattato realmente al telefono. L’interazione con i bambini al telefono prende ancora maggior valore: la telefonata non è infatti solo un ascoltare una persona che parla, ma è caratterizzata da un’interazione, un dialogo. Favole al telefono… al telefono riproduce questa interazione che già c’era nello spettacolo e anzi, la rafforza.
Per gli adulti abbiamo invece proposto la nostra performance Hamlet private riadattata in videoconferenza dal vivo attraverso Skype o Zoom. Hamlet private è una lettura, per un solo spettatore alla volta, di ventidue carte ispirate alla storia di Amleto. Una performance che nasce nel 2014 da un incontro tra due realtà artistiche e dalla volontà di portare in Italia il progetto finlandese ideato da Gnab Collective Dal debutto ha continuato a essere proposta da sette performer in Germania, Francia, Danimarca, Inghilterra e Italia. Ora l’abbiamo riadattata per essere realizzata a distanza, ma mantenendo la stessa forza di interazione fra partecipante e performer. Il pubblico, in un teatro uno a uno, attraverso una video-performance, si trova a riscoprire Amleto, uomo contemporaneo e abisso di interrogativi e, insieme, in questo gioco, incontra sé stesso.
Inoltre stiamo lavorando per proporre, con il sostegno di Fondazione Cariplo e in collaborazione con Bepart, la nostra performance itinerante Alberi Maestri in forma di fruizione autonoma e digitale attraverso la tecnologia della realtà aumentata e del binaurale, il supporto di un’applicazione e l’utilizzo di device. Alberi maestri è un percorso esperienziale alla scoperta del mondo degli alberi e delle piante, della loro stupefacente esistenza, complessità e incredibile capacità di analizzare e risolvere situazioni complesse, di affrontare traumi e aggressioni. Una performance in forma site-specific, che stiamo adattando a luoghi diversi, per offrire un’esperienza unica e autonoma di teatro nel paesaggio dedicata al singolo spettatore o a piccoli gruppi.
Stiamo anche attivando insieme ai partner di progetto, una residenza digitale con il collettivo MMM vincitore del bando Open per la performance Radio Olimpia Bomba che debutterà il 25 giugno.
Stiamo infine continuando a lavorare per progettare Il Giardino delle Esperidi Festival e il Vimercate Ragazzi Festival, sperando di riuscire a realizzarli anche quest’anno, seppur con modalità diversa di fruizione da parte del pubblico e nel rispetto delle nuove direttive che saranno emanate dal Governo e dalla Regione Lombardia.
Cosa vi augurate per il futuro, per voi operatori dello spettacolo?
Ci auguriamo naturalmente che si possa presto tornare a lavorare e a fare teatro dal vivo. Questa per noi, come per tutti i nostri colleghi, è la speranza più forte. Nello stesso tempo speriamo anche che il tema della relazione tra uomo, pianeta e vita diventi ora davvero centrale nella riflessione artistica così come nell’agenda politica mondiale. La natura sta urlando ormai da tempo di fronte alla devastazione dell’uomo. Questa pandemia solleva con una drammaticità forse mai vista, il tema dello sfruttamento del pianeta e degli animali. C’è chi sostiene che il Covid-19 e altri gravi virus degli anni scorsi siano la risposta della natura all’assalto dell’uomo nei confronti degli ecosistemi e dell’ambiente. Noi non abbiamo una risposta, ma crediamo con forza che ci sia bisogno di un grande ripensamento globale e che il tema della salvaguardia del nostro pianeta non possa più essere ignorato. E in questo l’arte deve assolutamente fare la sua parte.
Infine, speriamo che questa situazione in cui si trovano le discipline dello spettacolo dal vivo, costrette necessariamente in questi mesi ad utilizzare la tecnologia, possa essere anche, magari, uno strumento e un’occasione di innovazione di contenuti, linguaggi e forma.
Un saluto al pubblico e dei ringraziamenti a vostra scelta
Ci auguriamo, più di ogni altra cosa, di poter rincontrare presto il nostro pubblico ai nostri festival!
Intervista di Angelica Orsi
Grafica Ginevra Lanaro
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