Il Gallus Sinae è un uccello domestico, allevato per moltissimi scopi, meglio noto come “pollo”.
È però celebre per non essere in grado di volare. Se non per piccoli tratti.
Per qualche piccolo slancio di necessità.
Il “Pollo da volo” è invece una razza strana, socievole, selvatica, che sfida la natura.
Cercherà sempre, giorno per giorno, di volare.
Anche se gli allevatori, da oltre un recinto lontano, continueranno ad urlare che non serve.
La rubrica “Polli da volo” nasce con l’intento di sostenere e dare voce agli esercenti dello spettacolo, messi
in difficoltà dall’attuale, terribile, tragedia che sta colpendo tutti. Tutti costoro, sono Polli da volo.
Se per oggi non si vola, domani si vedrà.
PUNTATA 3: GAIA CALIMANI E MANIFATTURE TEATRALI MILANESI
CHI SIETE?
Manifatture Teatrali Milanesi gestisce il Teatro Litta (in Corso Magenta), la Sala della Cavallerizza e il Teatro Leonardo, in Piazza Leonardo Da Vinci. Abbiamo anche due scuole di teatro: Grock – Scuola di Teatro e i corsi di musical e teatro, presso il Teatro Litta. A Milano siamo una struttura medio-grande: abbiamo millecento iscritti ai nostri corsi di teatro, i nostri teatri vanno dagli ottanta ai novanti posti della Cavallerizza fino ai cinquecento del teatro Leonardo.
Ovviamente dal 21 febbraio siamo momentaneamente senza i nostri luoghi: com’è giusto che sia, dopo gli ultimi decreti, siamo tutti a casa. Per un totale di circa 55 dipendenti, oltre agli insegnanti. Il teatro è fatto di persone: lavora con e per esse, quindi la delicatezza e la fragilità del nostro settore è propria della natura umana. Siamo ovviamente in ginocchio: questo è un dato di fatto. Il primo giorno di chiusura abbiamo perso cinquantacinquemila euro. Anche le scuole naturalmente hanno chiuso, come è sacrosanto che sia. Io tengo a precisare la necessità di questo provvedimento: è stato un ovvio e necessario atto di salvaguardia delle persone intorno a noi.
Però ovviamente, con questa chiusura, abbiamo annullato più di dieci titoli della stagione: per ora non sappiamo se riusciremo a concludere la stagione con gli ultimi titoli in programma. Certo è che, per noi, a febbraio la stagione è finita. Soltanto con la chiusura delle scuole, come dicevo prima, è venuto a mancare tutto il lavoro, sia di formazione, che di spettacoli ad hoc per le scuole superiori. Questo è stato uno dei danni più grossi.
UNA DELLE MIE SUCCESSIVE DOMANDE ERA, APPUNTO, QUESTA: COME STATE VIVENDO QUESTA SITUAZIONE? DA QUELLO CHE MI HA DETTO PRIMA, è PALESE CHE SIATE IN DIFFICOLTÀ.
Si, siamo molto conosci delle difficoltà, del fatto che la stagione sia finita. Ci vorranno un paio di anni prima di poter riuscire a rimetterci in piedi. E noi siamo una realtà che – mi arrogo il diritto di dire- è gestita molto bene. Ma siamo fragili e, al momento, sospesi. Vediamo cosa il Ministero partorirà, ma soprattutto quali saranno le azioni mirate a sostegno del lavoro. Poi, se devo essere sincera, io penso che sia una cosa così lontana dal nostro immaginario, così irreale, alla fine ci porterà, quando potremmo tutti ri-essere liberi, a una voglia, una curiosità e a un’energia talmente positiva e forte che sicuramente i nostri luoghi e la nostra attività potranno giovarne. però è una mia idea, dipende dalla mia sensibilità. Ci siamo dovuti fermare, ma la ripresa sarà al massimo.
COSA VI AUGURATE PER IL FUTURO, QUALI SONO I VOSTRI DESIDERI?
Che il teatro torni ad essere un incontro di persone. Di persona che raccontano delle storie alle altre. Di momenti vivi, in carne e ossa, di condivisione, di emozioni e di storie.
Forse, in un certo senso, questo aver azzerato tutto ci riporta a rivivere daccapo questo tipo di emozioni, questo tipo di ritualità, a ricordare il valore delle persone, dello stare insieme. Io ci conto molto
È IL MOMENTO PER RICORDARSI CHE SIAMO CHE SIAMO PERSONE. ABBIAMO UN VALORE E IL TEATRO, LA CULTURA, LO RAPPRESENTA.
Si, il teatro è un eco, una cassa di risonanza. Ad esempio, in questi giorni, naturalmente, noi ci troviamo a dover rimborsare dei biglietti già acquistati e, ovviamente, questa è una dei fattori più critici. E gli spettatori, di loro spontanea volontà, hanno cominciato a scriverci e ci hanno voluto donare i biglietti già acquistati. Mi ha colpito questo gesto così positivo, in un momento così nebuloso. è stato rincuorante, specialmente la settimana scorsa, quando vedevamo solo nero e non sapevamo neanche cosa dire ai dipendenti, come reagire, come fare con gli alunni e le scuole. Allora mi sono detta di provare a lanciare questa campagna, di farla diventare virale, a dire tutti “Donaci il tuo biglietto”. Naturalmente noi vi aspetteremo a teatro e faremo una grande festa per chi ci dona il biglietto. E questa cosa sta avendo una grande risonanza, una grande visibilità, è arrivata fino a Parigi. Ci sono davvero tante persone che stanno aderendo a questa campagna. In questo momento, nonostante tutto, nonostante ognuno sia nelle proprie stanze col proprio computer e il proprio telefono, stiamo rimettendo in gioco un sacco di energie e questo non mi fa pensare altro che positivo. Noi siamo una fondazione Onlus, quindi viviamo anche di questo: tra l’altro queste donazioni vengono anche defiscalizzate, per chi le vuole fare. Quindi andiamo avanti così, di giorno in giorno. In tutto questo, sento la volontà di ringraziare di cuore tutto lo staff di MtM, senza il quale niente di questo esisterebbe e senza il quale non potremmo sperare in una ripresa.
A cura di Irene Raschellà
Grafica di Ginevra Lanaro
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