Il processo al criminale nazista Adolf Eichmann, svoltosi a Gerusalemme nel 1961, diviene il punto di partenza per l’analisi del nazismo, il sistema totalitario più estremo. Per condurre tale analisi il pensiero della filosofa ebrea tedesca Hannah Arendt è stato fondamentale. La teoria della banalità del male applicata al criminale nazista Adolf Eichmann e all’agghiacciante macchina della deportazione e dello sterminio creata dal nazismo diviene dunque la chiave di lettura principale del lavoro teatrale. Adolf Eichmann, l’«uomo nuovo» di cui parla anche Arthur Miller, capace di compiere orrori fino a quel tempo impensabili, è il prodotto finale della spersonalizzazione dell’individuo e dell’annichilimento della coscienza voluti dal sistema totalitario.
In un uomo qualunque (genesi di un genocida) c’è il confronto duro e cinico tra il Primo Inquisitore e l’imputato: l’uno, pressante strumento del potere governativo; l’altro, tanto ordinario quanto distaccato e ambiguo. C’è il tormento e l’impotenza dei sopravvissuti, testimoni incapaci di descrivere compiutamente l’orrore patito. C’è la presunzione del giovane figlio d’Israele che non c’è stato e tuttavia pretende di giudicare. C’è la ragione fredda e distaccata della giornalista che vuole capire e criticare chi ha già condannato. Un percorso coinvolgente che mette sulla piatto della bilancia diverse questioni e pone altrettanti interrogativi, cercando di mantenere tutta l’obiettività necessaria e lasciando al pubblico la possibilità di prendere una posizione o, perlomeno, di considerare con diverso spirito critico i tempi in cui vive, lontani, come afferma il Primo inquisitore, dal «tempo in cui si bruciavano gli esseri umani».
UN UOMO QUALUNQUE
genesi di un genocida
di Giuseppe Santarelli
regia Gabriella Folletto
con Omero Affede, Francesco Conti, Luca Marani, Mariangela Martino, Marco Marzari, Marco Parisi, Carlo Zerulo
DOVE? Teatro Oscar
QUANDO? dal 29 al 31 gennaio ore 21 (domenica ore 17)
PREZZI: 15€
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