Nato a Milano, è attore, scrittore, giornalista, regista teatrale, drammaturgo e politico.
Nel 2001 fonda la Bottega dei Mestieri teatrali con cui ha messo in scena diversi spettacoli d’impegno civile quali, molti di questi pubblicati come libri; Linate 8 ottobre 2001: la strage, Bambini a dondolo sul turismo sessuale infantile, Do ut des su riti e conviti mafiosi, A 100 passi dal Duomo scritto in collaborazione con Gianni Barbacetto sulle mafie al Nord, Nomi, cognomi e infami e L’innocenza di Giulio.
Dalla stagione 2007-2008 è direttore artistico del Teatro Nebiolo di Tavazzano con Villavesco, in provincia di Lodi.
Nel dicembre 2009 è stato ricevuto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che gli ha portato la propria solidarietà per la vita sotto scorta che conduce a causa delle minacce ricevute da parte della mafia. Nel gennaio 2010 a Catania gli è stato conferito il premio giornalistico «Pippo Fava».
È consigliere regionale in Lombardia, primo firmatario della legge per l’educazione alla legalità e membro dell’Osservatorio sulla legalità del Consiglio regionale.
Stiamo parlando di Giulio Cavalli al quale ho fatto 5 domande sullo spettacolo in scena al Teatro della Cooperativa in scena dal 12 al 21 gennaio 2024 (esclusi lunedì 15 e mercoledì 17).
Quando e perché nasce lo spettacolo Odio gli indifferenti?
Girando per scuole, presentazioni dei miei libri e incontri ho avuto la sensazione che la Costituzione sia ormai un feticcio. C’è chi la sventola come spada per fare opposizione e chi la interpreta come se fosse un biglietto del biscotto della fortuna. Quando mi capita di rileggerla la trovo ferocissima, quasi violenta: scorrere la Costituzione oggi significa fare i conti con il fallimento disastroso della costruzione sociale in cui stiamo.
Quindi mi sono detto: che accadrebbe se diventasse obbligatorio – ma davvero – il rispetto della Costituzione? Quanti mestieri sparirebbero? Quanti falsi profeti verrebbero smutandati? Pensandoci ci ho ritrovato una giullarata già pronta, seppure tragica come lo sono tutte le giullare ben riuscite. A quel punto mi serviva un inquisitore, un uomo di legge, possibilmente qualcuno delegittimato per la sua rigorosa lettura della Costituzione. E Luigi De Magistris mi è sembrato perfetto.
C’è un indifferente che odi di più in assoluto e perché?
Credo di trovare più insopportabili gli indifferenti per vigliaccheria rispetto agli indifferenti per guadagno personale. Potrei citare la solita massima che va fortissima sui social del “silenzio degli onesti” eccetera eccetera ma più di tutto mi basisce la stupidità di chi è disposto a perderci pur di non prendersi la briga di applicarsi. Gli antifascisti omeopatici, ad esempio, che nella storia sono sempre stati la stampella dei fascismi.
Odio gli indifferenti sarà in scena presso il Teatro della Cooperativa che ha fatto della memoria storica e dell’impegno civile il proprio credo grazie al suo direttore artistico (Renato Sarti).
Vista la tematica, quant’è difficile fare in Italia un teatro politico ma soprattutto politica a teatro?
È così da sempre.
Quando ho lavorato con Dario Fo ho imparato che non bisogna mai perdere la voglia di vedere circuiti teatrali dove gli altri non riescono a immaginarli. Ci sono luoghi teatrali in Italia che limitandosi a fare “spettacolo” nell’accezione indolore del termine in realtà stanno facendo politica accarezzando il potere di turno. Nell’ultimo anno – quando dopo più di un decennio sono tornato in scena – mi sono ritrovato a recitare nelle sale mensa, nelle chiese, su palchi disabitati da decenni e nei teatri più prestigiosi e classici. In questo scenario il Teatro della Cooperativa è un unicum perché tiene insieme l’attività e l’attivismo teatrale con perseveranza.
Ho letto che ti definiscono “un autore civile” ma tu preferiresti fare un giro tra gli incivili per capire chi assegna il patentino. Lo hai capito/scoperto?
A me pare che il teatro sia “civile” per definizione.
Già l’impresa di raccogliere persone che dopo una giornata di lavoro anticipano o ritardano la cena, si coprono d’inverno, sfidano il maltempo, cercano parcheggio, organizzano gli orari e poi cedono una considerevole quota del loro poco tempo libero sia un’opera civile. Ancora di più in questo tempo in cui si ha la sensazione di poter usufruire di storie in tempi brevissimi e negli space di uno schermo. Trovo civili tutti i drammaturghi che ho studiato, fin dai secoli più lontani.
A teatro – a differenza di altri mezzi – l’inciviltà non fa share. Per fortuna!
Concludendo, chi vorresti vedere seduto in Prima Fila il 12 gennaio 2024 al Teatro della Cooperativa e cosa vorresti che si portasse a casa dopo la visione dello spettacolo Odio gli indifferenti?
Invecchiando ho maturato un’imbarazzante commozione per ogni singolo spettatore. Non mi spiego il privilegio di potere raccontare storie a persone che vengono ad ascoltarmi con fiducia. Forse avrei voluto almeno per un’altra volta vedere Michela Murgia sorridere per la tragicomicità del momento storico e per la nostra inesauribile voglia di sbeffeggiare il potere. Mi auguro che gli spettatori si portino a casa una cassetta degli attrezzi per affrontare la quotidianità. E domande, moltissime domande. Che barba gli spettacoli che hanno solo risposte.
Teatro della Cooperativa
dal 12 al 21 gennaio 2024
ODIO GLI INDIFFERENTI
Che Paese saremmo se si rispettasse la Costituzione
di Giulio Cavalli
con Giulio Cavalli e Luigi De Magistris
regia Giulio Cavalli e Renato Sarti
Buona serata a Teatro!
TiTo
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