“L’eterno marito”: 5 domande a Ciro Masella

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Foto Francesca Ferrai

Al Teatro Franco Parenti in scena un racconto di Dostoevskij, adattamento di Davide Carnevali, dal titolo L’eterno marito, un viaggio tra il sogno e la realtà dentro i movimenti dell’animo umano. Dal 9 al 18 febbraio 2024 in scena due bravi attori della scena contemporanea; Ciro Masella e Francesco Villano diretti da Claudio Autelli.

Attore e regista, ha lavorato con Luca Ronconi, Massimo Castri, Gigi Dall’Aglio, Federico Tiezzi, Roberto Latini, Ferdinando Bruni, Michele Sinisi, Giuliano Scarpinato, per il Teatro di Roma, il Piccolo di Milano, ERT-Emilia-Romagna Teatro, il Teatro Metastasio di Prato, il Teatro Stabile dell’Umbria, il CSS di Udine, il Teatro Due di Parma, la Compagnia Lombardi-Tiezzi, Carrozzeria Orfeo, Elsinor. Ha da poco tempo terminato le repliche al Teatro dell’Elfo/Puccini, con enorme successo di pubblico e critica, dello spettacolo Atti Osceni.

Sto parlando di Ciro Masella al quale ho rivolto le mie 5 domande alla vigilia del debutto dello spettacolo L’eterno marito, giusto per sapere…

… per chi non avesse letto il racconto né visto lo spettacolo L’eterno marito, cosa vedremo sul palcoscenico del Teatro Franco Parenti?

Vedrete un bellissimo libero adattamento di Davide Carnevali che è andato dritto al centro, fin nel cuore di un romanzo breve, non molto conosciuto di Dostoevskij, ma dello stesso spessore e livello e bellezza di altre opere più celebri come “Il giocatore” o i romanzi capolavoro (I Demoni, I fratelli Karamazov, ecc…).

Carnevali ha scavato nelle pieghe più recondite del romanzo e al contempo, con felicissima libertà creativa, ha costruito un suo personalissimo “racconto” sui temi affrontati da Dostoevskij, affidato a due attori (che hanno i nostri nomi, di noi due interpreti dello spettacolo) che giocano a entrare e uscire dai personaggi e dalle situazioni dostoevskijane ma trovandosi a “giocare” le dinamiche analizzate nel romanzo sia da attori che da personaggi.

Vedrete un lavoro sottile, profondo e felicissimo di scavo registico ad opera di Claudio Autelli, che ha contaminato i linguaggi, mischiato ulteriormente le carte, moltiplicato i piani che già Carnevali aveva immaginato; che ci ha condotto per mano nei meandri più oscuri e nascosti del romanzo e della riscrittura che ne ha fatto Carnevali, ma anche nelle dinamiche di rapporto fra noi due attori/interpreti, nelle possibilità di interazione, fra giochi a nascondersi, a svelarsi, a sottomettersi o a condurre il gioco.

Tra i due mariti si instaura un rapporto tanto ambiguo quanto bizzarro, un’apparente e improbabile amicizia che nasconde una sopita volontà di vendetta. Avendo letto il racconto di Dostoevskij ma non ho visto lo spettacolo, ti chiedo… quanto giocherà l’ambiguità nella versione Masella/Villano?

Molto.

Abbiamo lavorato, assieme a Claudio Autelli (e sulle geniali intuizioni di Carnevali, che a volte ci hanno stupito, tanto erano vicine ad alcuni nostri tratti caratteriali o frammenti biografici), per tenerci continuamente in un sottile equilibrio, in bilico proprio su quel filo esilissimo che non definisce mai veramente il rapporto dei due attori/personaggi.

Ci piaceva continuamente ribaltarlo, negarlo, costruirne rifrazioni o derive. Ci siamo divertiti con Claudio, anche usando il mezzo cinematografico e la telecamera live durante lo spettacolo, a scavare nelle espressioni più intime dei personaggi (cosa che ci è permessa appunto dalla telecamera/cinepresa e che in teatro normalmente invece è più difficile, per una questione di distanza fra spettatore e attore) ma a usare tali mezzi anche per costruire verità fittizie, false.

In scena c’è un tuo senso di colpa che hai trasferito al tuo personaggio? Se sì quanto pesa sulla tua anima…

È il personaggio di Francesco Villano che ha a che fare con un pesantissimo senso di colpa, io sono più occupato a ricordarglielo, a ravvivarlo, a usarlo a mio piacimento per vendicarmi (?), forse, o per tenere in vita uno strano e malato gioco di attrazione/repulsione, di amore/odio che ci lega.

Attenzione alla mia domanda (tra l’altro sono curioso di sapere la tua risposta!).

Chi secondo te NON dovrebbe vedere lo spettacolo L’eterno marito e perché?

Il nostro è uno spettacolo che non ha controindicazioni.

Dovrebbero vederlo tutti, anche – e soprattutto- quelli che pensano che si tratti “del solito mattone dostoevskijano”, o di una storia di un altro tempo, che nulla a che vedere con la contemporaneità.

Dovrebbero vederlo quelli che pensano:

“ma ancora con questioni di corna, nel 2024?!” o quelli che pensano che le atmosfere e i temi dostoevskijani siano lontani anni luce dalla nostra sensibilità, e che non possano riguardarci.

Cosa ti piacerebbe leggere in una recensione dello spettacolo L’eterno marito e cosa invece ti darebbe più fastidio?

Ho, o almeno cerco di avere sempre più, un rapporto sereno con le recensioni e i recensori: mi incuriosisce vedere cosa risuonerà in ciascuno sguardo, in ciascuna sensibilità. Spero chi si siederà in platea, si abbandonerà al nostro gioco (che prevede anche uno sfondamento della quarta parete, quindi una “discesa” appunto in platea). Sono curioso di vedere le reazioni, il coinvolgimento, gli sguardi.

Sul fastidio, sinceramente non saprei… te lo dico fra qualche settimana, magari… scherzo, naturalmente.

Ciascuno è libero di scrivere quel che pensa, di esprimere il proprio giudizio. Noi sappiamo quanto lavoro e dedizione e cura e amore c’è dietro questo spettacolo, e abbiamo tutto il diritto/dovere di proteggerne la crescita, di accompagnarlo per mano mentre incontra il pubblico. Quindi semplicemente mi augurerei parole rispettose e oneste. E per quanto possibile, anche se non di approvazione, il più possibile delicate, in un momento storico in cui la comunicazione è violenta, rabbiosa, vendicativa, sopraffacente.

Che dire, per abbandonarci al gioco di cui parla Ciro Masella ci basterà andare a teatro.

Quando?

dal 9 al 18 febbraio 2024

Teatro Franco Parenti

L’ETERNO MARITO
da Fëdor Dostoevskij
libero adattamento Davide Carnevali
regia Claudio Autelli
con Ciro Masella e Francesco Villano
in video Sofija Zobina e Lia Fedetto

Buona serata!

TiTo

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