La signora e il suo ritratto

Ritratto

Sul palco di Teatro Libero apre l’anno Ritratto di signora di Henry James, il lavoro registico di Antonio Mingarelli dimostra la difficoltà e la perizia necessarie nell’adattamento di una prosa densa e articolata alle scene teatrali.

La rielaborazione è meticolosa e non annacqua la fonte; i quadri sono ben definiti nello scandire il tempo della narrazione, la scena è essenziale ed evocativa, contrappuntata dalle malinconiche note di Schubert.

Splendidamente Silvia Giulia Mendola racconta in terza persona la protagonista, vestendone i panni. Come in un gioco di rimandi, una sorta di narrazione nel racconto, che forse disorienta inizialmente, ma si amalgama poi allo scivolare della vicenda, letteralmente raccolta dai passi di danza di Alessandro Romano, presenza silenziosa, ma focale.

Una recitazione che pervade la scena emozionando, puntuale nel ricamo dei gesti, forte nello sguardo luccicante, ferma nel raccontare il personaggio. Un personaggio che ha un po’ del fantasma perché vittima dell’idea di sé, ancora ammantato di un che di ottocentesco ma contemporaneo nell’affondo psicologico.

Un lavoro interessante, realizzato con notevole cura. Si tratta di un monolgo “incompleto”, necessarie sono le voci fuori campo degli altri, per lo più uomini, che partecipano alla vita di Isabel, che con o contro di loro si esige donna, e così, agonisticamente, si afferma.

Arianna Lomolino

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