Torniamo al Teatro Carcano per un progetto artistico e formativo molto interessante, La Repubblica, che vede coinvolti lavoratori dello spettacolo, studenti, professori e dipendenti dell’Università Statale di Milano.
Centro del progetto è lo spettacolo a partire dall’opera di Platone “Repubblica”, dove 6 attori professionisti dal 5 al 7 febbraio 2024 guidati dal regista Omar Nedjari, condurranno il dialogo, circondati da 12 allievi attori, studenti dell’Università Statale che, da studiosi delle parole di Platone, attraverso un percorso laboratoriale lungo più di un anno, presteranno il loro corpo e la loro voce al pensiero del grande filosofo.
Per saperne di più abbiamo contattato uno dei sei attori in scena, l’amico Alex Cendron,per le mie 5 domande giusto per sapere…
… cosa vedremo al Teatro Carcano?
TiTo mi fai partire subito in salita… eh eh eh!
Non facile guardarsi dal di fuori e quindi descrivere quello che vedrete senza cadere in spoiler o in sbrodolamenti egocentrici. Credo che quello che si vedrà sul palco del Teatro Carcano sarà un onesto, divertente e attento tentativo di portare in scena uno dei testi di filosofia più studiati e in parte controversi di Platone. Il testo è un adattamento di Omar Nedjari che ne cura anche la regia, ma è passato attraverso la traduzione del greco di studenti universitari (alcuni anche sul palco) e la collaborazione con esperti.
Il progetto mescola quindi molte forze ed energie differenti (oltre che contributi testuali diversi), ci sono io, Stefano Orlandi, Marika Pensa, Giuseppe Sartori ma anche Sergio Longo e i ragazzi della compagnia dell’università, insomma un bel mix di esperienze, provenienze ed età diverse.
E per chiudere ti direi, come dice Socrate sul palco, come è giusto considerare la luce e la vista simili al sole, ma non il sole, così il nostro spettacolo sarà un tentativo di conoscere La Repubblica di Platone, ma non essa stessa.
Ci sarà da divertirsi, te lo assicuro!
Sicuramente io ci sarò!
Dunque… Platone, Aristofane, Euripide e Eschilo… quanto bisogno abbiamo di ascoltare questi grandi maestri?… soprattutto, non avete paura di allontanare ancora di più i giovani dal teatro?
Mettere in scena i classici può sembrare anacronistico e inutile, ma a mio avviso dipende sempre dal modo in cui questi testi vengono assorbiti, digeriti e reinterpretati: sono grandissimi classici proprio per i nutrimenti che contengono e che da molto tempo permettono di riflettere, interrogarsi ed emozionarsi.
In questo caso l’operazione di Omar Nedjari mi sembra esattamente puntare in questa direzione: prendere un classico, trattarlo con rispetto e profondo studio, ma interpretarlo con lo sguardo di oggi, con la sensibilità e la materia di chi vive il presente. Teniamo conto poi che La Repubblica di Platone è un testo filosofico che, sebbene in forma di dialogo, non è stato scritto per la scena: qui sta la bellissima idea e scommessa dell’adattamento di Nedjari.
Per quanto riguarda l’allontanamento dei giovani dal teatro, condivido pienamente con te l’idea di questo rischio, e aggiungo che credo sia una “piaga” che da un bel po’ di tempo fa soffrire il Teatro e che però, spesso, è una ferita che i teatranti non tentano di curare in modo efficace. Qui però secondo me la polpetta avvelenata non è per i ragazzi che assisteranno allo spettacolo (faremo anche una replica dedicata alle scuole oltre alle serali), ma al contrario forse per chi li “costringerà” a venire a vedere un classico della filosofia e si troverà invece davanti ad uno spettacolo fatto da giovani (la maggior presenza su palco è della compagnia universitaria) che sono certo farà divertire e riflettere e che secondo me stupirà in positivo, restando solido dal punto di vista filosofico.
Sottotitolo ‘dall’utopia alla distopia!’ descriverete più una società ideale o una società spaventosa… di fatto viviamo più in una distopia, no?
Qui siamo a rischio spoiler! Cercherò di rispondere senza svelare troppo.
Naturalmente è la mia opinione, e la cosa bella credo sia proprio questa: scegliere se si tratti di utopia o distopia è compito di chi lo spettacolo lo guarda ed è la potenza della teoria filosofica che porta sul palco che non può che accenderti un piccolo conflitto interiore, fertile di riflessione. Io poi sul palco interpreto un ruolo che, proprio sulle possibili conseguenze di alcune idee della città ideale, ne mostra un lato diciamo… esplosivo.
Il teatro secondo Alex Cendron in che direzione sta andando?
Dopo la tragedia del Covid mi interrogo molto su questo fronte, e la mia sensazione (forse speranza) è che il Teatro stia facendo un po’ come la tartaruga della favola di Esopo (tanto per restare in tema di Antica Grecia e di filosofia) e che, dato per perdente, stia invece recuperando terreno con la sua enorme potenza del valore rituale, della presenza dal vivo in carne e ossa e della sua fertile complessità.
Concludendo… c’è una persona che vorresti invitare a vedere lo spettacolo La Repubblica? Se sì, chi e se posso perché…
Che domanda difficile.
Nasconde una piccola insidia: il perché, che si porta dietro il messaggio, che è il fiore della pianta del “ti voglio insegnare qualcosa”. Se però tieni conto che io vedo il Teatro e l’Arte come indissolubilmente legati al voler trasmettere un messaggio e guardo a chi, tra gli artisti, afferma che, no, il Teatro non deve per forza avere dietro nulla da insegnare, avrei molte persone, e non una sola da desiderare in platea. Molte, ma con caratteristiche comuni: i futuri elettori. Perché? Perché il messaggio che mi piacerebbe trasmettere con il Teatro, a loro ma anche a me, è che a volte l’importate non è avere delle risposte, ma farsi delle domande.
E queste domande le potremo solo formulare andando a teatro.
Quando?
Dal 5 al 7 febbraio 2024
Teatro Carcano
LA REPUBBLICA
dall’utopia alla distopia!
da Platone e Aristofane, Euripide, Eschilo
regia e drammaturgia Omar Nedjari
nuova traduzione dal greco curata da
Andrea Capra e Giuseppe Zanetto
con gli studenti dell’Università degli Studi di Milano
Penelope Volpi, Daniele Piccitto, Matteo Rinaldi, Matteo Ciocca, Jacopo Militello
e con il contributo degli allievi della Scuola Galileiana di Padova
con Alex Cendron, Sergio Longo, Stefano Orlandi, Marika Pensa, Giuseppe Sartori
coro Giacomo Angioletti, Anna Benedetta Battaia, Serena Krusa, Jacopo Militello, Leonardo Matera, Francesca Mele, Sofia Costanzo, Patrizia Salis, Sofia Genovese, Tommaso Di Bernardo, Giovanni Palazzo
Buona serata!
TiTo
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