![covatta2](https://www.milanoteatri.it/wp-content/uploads/2014/12/covatta2.jpg)
Il primo appuntamento della stagione del Teatro Manzoni dedicata al Cabaret (ciclo Ridere Alla Grande) vede come ospite Giobbe Covatta con il suo monologo Sei Gradi, dal 2 al 4 dicembre.
Il monologo scritto e diretto dallo stesso Covatta con la collaborazione di Paola Catella affronta con una comicità mai scontata e stupefacente ironia alcuni dei temi cari alla stagione milanese di quest’anno che si prepara all’ormai imminente arrivo di Expo2015: la sostenibilità ambientale e le sue conseguenze.
Chi è cresciuto negli anni 90 si ricorderà la maestria di Giobbe Covatta nel raccontare e interpretare la Bibbia e il Vangelo con uno sguardo sempre rivolto ai tempi presenti e all’attualità del quotidiano. Indimenticabile in particolare il suo Dio li fa e poi li accoppa: rivisitazione del diluvio universale attraverso la quale si affrontano le incongruenze e i difetti dell’uomo moderno.
Sei Gradi è uno spettacolo maturo, di un artista che si conosce e che non ha paura di mettersi in discussione e di rischiare. Si comincia a ridere di gusto fin dai primi minuti e non si smette mai: il monologo è scoppiettante e non scende mai d’intensità mentre i giochi di parole si susseguono tra il cabaret e il teatro di prosa classico. La scrittura è fresca, giovane, intelligente e non lascia mai andare il pubblico che diviene parte stessa dello spettacolo in una quarta parete che viene abbattuta con prepotenza: Covatta abbraccia il suo pubblico con consapevolezza e sembra dosare lo spettacolo e le battute alla sua misura.
Politica, attualità, televisione, lavoro, sanità: vizi e difetti della nostra epoca e della nostra società vengono ripresi con ironia senza giudizio perché Covatta ci dimostra come per ridere basta vedere i fatti come sono, niente di più. La verità è il punto di forza di Covatta, l’oggettività con la quale legge la realtà secondo il suo sguardo che risulta essere quello di ognuno di noi. Ci incamminiamo con l’artista lungo un sentiero di figure e personaggi, di situazioni e paradossi che conosciamo bene e che ci appartengono. Ridiamo degli altri ma in fondo ridiamo di noi stessi: da qui nasce quel gusto infantile della risata che si fa liberatoria. Ridiamo per non piangere, ridiamo perché negli ultimi tempi quasi ce ne siamo dimenticati.
Chi conosce la comicità e gli scritti di Giobbe Covatta riconoscerà i suoi grandi temi: i dialoghi bizzarri con Dio, l’apocalisse, la chiesa, la sua Napoli e gli italiani, tutti, dal nord al sud. Riconoscerà soprattutto il suo vero talento, posseduto solo dai più grandi: l’autoironia, l’arma con cui davvero un comico può conquistare e far suo il pubblico.
Sei Gradi è uno spettacolo attuale che prende un tema come si direbbe “serio” e ci gioca su senza perdere mai la credibilità e l’importanza insite nel suo esplicarsi. Questo spettacolo è un piacere completo e sublime: per la mente e per gli occhi. In particolare per la risata che te la ritrovi sorprendentemente continua e, così raro, davvero intelligente anche quando non la riesci a contenere.
Spettacolo imperdibile. Si spera che il prossimo appuntamento con Paolo Migone (10-11-12 gennaio 2015) non sia da meno!
mi piace il tuo articolo e mi piace l’idea dell’aiuto che non si deve mai pccraee di orgoglio e accettare anche i consigli degli altrile parole i pensieri le discussioni ci arricchiscono e ci fanno mettere meglio a fuoco le cose e le emozioni che sono dentro e fuori di noi