Danae Festival 2022: riemergere dallo spavento
Alla fine dello scorso anno ci siamo cimentati sull’ideazione di una nuova progettualità triennale.
È subito emersa una necessità di trasformazione già ricercata da tempo ma fattasi ora più urgente. Alle soglie del nostro venticinquesimo compleanno nel 2023, ci interessa definire ancora meglio il nostro agire, la nostra posizione poetica e curatoriale in modo sempre più chiaro.
Pensiamo che un Festival non possa più ridursi alla semplice compilazione di un calendario. Resta la volontà di promuovere esperienze innovative, radicali, interdisciplinari, stando anche accanto agli artisti e alle artiste che muovono i primi passi, senza trascurare il confronto con i maestri. Ma soprattutto ci interessa cercare delle forme e modalità che possano fare entrare il pubblico in un contatto più intimo con il processo di creazione e avvicinarlo anche a singolari esperienze di vita in dialogo con l’arte. Ci interessa creare spazi di pensiero.
Ciò a cui teniamo è che Danae sia un luogo dove possa accadere l’impensato e si faccia casa che accoglie progetti, artisti e spettatori.
Una parola chiave: Casa
Sulla scorta di questi pensieri, per la prima volta abbiamo deciso di lavorare alla costruzione del Festival a partire da un tema: “la casa”. E come spesso accade quando si mettono in moto delle energie e delle direzioni, ci siamo trovati di fronte a sorprendenti coincidenze, per cui molti dei progetti che ci sono stati presentati, sembrano riflettere in modo diretto o in modo sotterraneo sulla questione della casa e dell’abitare nella più ampia accezione.
Durante gli ultimi due anni la casa è diventata il contenitore di tutte le nostre sfere sociali, generando sentimenti ambivalenti, talvolta di conforto, talvolta d’invadenza. Si è sicuramente trasformata la relazione con gli spazi domestici che sono stati a lungo l’unico luogo dove poter agire. Molte persone hanno messo in atto cambiamenti a volte anche radicali circa l’abitare, cambiando casa, residenza, modalità abitative, costruendo progetti di comunità. La casa riveste da sempre una molteplicità di significati che vanno ben oltre l’idea della struttura, è un luogo affettivo più che fisico. È anche la prima esperienza di confine, determina un dentro e un fuori, che possono essere più o meno rigidi. È il luogo in cui la persona inizia a definirsi, in cui si sente al sicuro e contenuta, ma è anche spazio che ci limita e ci rinchiude. Poi c’è il corpo, il corpo che è la nostra prima casa, il nostro primo abito, che ha dovuto trovare strategie e modalità per esprimersi nonostante i divieti e le distanze.
Così si è andata costruendo la XXIV edizione di Danae Festival.
La programmazione: le forme della danza
Questa edizione offre una sintesi della grande varietà di poetiche e linguaggi della danza contemporanea nazionale, a cominciare da Virgilio Sieni e Alessandro Certini di Company Blu, due autorevoli protagonisti della scena, che dopo molti anni si ritrovano per narrare l’amicizia quale forma del tempo, in un’eccezionale occasione artistica e umanacon il lavoro Forme dell’amicizia(26 ottobre – Teatro Out Off). Dopo la loro ultima collaborazione che risale al lontano 1989, in qualche modo i due artisti tornano “a casa”, a quel momento dell’inizio. Si muove dentro una casa che è anche luogo dell’anima, la figura messa in scena da Federica Tardito della Compagnia Tardito/Rendina (Premio Eolo Awards 2015 miglior spettacolo di teatro ragazzi), che si ispira al personaggio di Sonja di Zio Vanja di Anton Čechov (20 ottobre – Teatro Out Off). Francesca Foscarini (Premio Danza&Danza 2018 coreografa emergente, Premio Positano 2015 danzatrice dell’anno) in collaborazione con il Collettivo Jennifer rosa, presenta Hit Me! (3 novembre – Spazio Fattoria), costruita a partire da una playlist di canzoni strettamente legate a un dato biografico: i pezzi al vertice delle classifiche nel giorno del suo compleanno, in ordine cronologico dalla nascita a oggi, sui quali danza quasi fosse nel chiuso della sua cameretta di allora. Simona Bertozzi (Premio Hystrio2019 – Corpo a corpo e Premio ANCT 2019 – Associazione Nazionale Critici di Teatro) in un’inedita collaborazione con la danzatrice e performer Marta Ciappina, presenta Quel che resta (28 ottobre – Teatro Out Off). In questo percorso di conoscenza tra le due interpreti, si è trattato di preparare il terreno, scambiare pratiche e mappe, per trovare un respiro comune e poter transitare da una danza all’altra. Alessandra Cristiani danzatrice e coreografa e interprete iconica della compagnia Habillé d’Eau, incarna totalmente l’idea di corpo come casa, di luogo di mistero e fascino, di luci e ombre, che racchiude tutto il nostro essere. Già presente in altre edizioni del Festival, propone una trilogia ispirata a tre grandi artisti: Corpus Delicti – da Egon Schiele (19 ottobre – Spazio Fattoria), Nucleo – da Francis Bacon (21 ottobre – Spazio Fattoria) e Naturans – da Auguste Rodin (22 ottobreSpazio Fattoria). La Trilogia indaga il valore della corporeità nell’epoca contemporanea e l’incidenza del corpo carnale nelle arti performative, prendendo ispirazione dall’arte di queste tre grandi personalità, autori irriducibili che hanno messo in crisi e rivoluzionato il segno iconografico seguendo necessità e desideri intimi e personali. La coppia composta dall’art worker Titta C. Raccagni (in campo video ha collaborato tra gli altri con Gabriele Salvatores, Alina Marazzi, Luca Bigazzi, Francesca Comencini) e la danzatrice e coreografa Barbara Stimoli (formatasi all’Accademia Isola Danza diretta da Carolyn Carlson, ha lavorato con le compagnie Arearea, Virgilio Sieni, Iris Erez, Felix Ruckert, Stefano Questorio e Strasse) presentanolaperformance Coming to matter – da una ricerca Pleasure Rocks (5 novembre – Spazio Fattoria),uno spazio di incontro e interazione tra materie: il corpo umano e la pietra.
Il teatro: tra casa e memoria
Riguardo al teatro si radicalizza la proposta, presentando progetti che si allontanano sempre più dalle convenzioni, in una grande varietà di visioni del panorama nazionale. Per tornare alla parola casa e a una delle attività in cui in molti si sono cimentati nel chiuso delle proprie abitazioni, cioè la panificazione, Tindaro Granata presenta Crescente (laboratorio 29-30 ottobre e presentazione al pubblico 30 ottobre/ laboratorio 5-6 novembre e presentazione al pubblico 6 novembre – LachesiLAB). Non un corso di panificazione, ma la possibilità di partecipare e conoscere i segreti di questa antica pratica che si ripete e si tramanda dai tempi dei tempi. Raccoglie i suoni e le voci provenienti dalle abitazioni il lavoro Ashes di Muta Imago (Premio Speciale UBU 2009, Premio della Critica ANCT 2009), la storia, in forma di concerto per suoni e voci, dell’angolo di una stanza e degli eventi che vi sono accaduti nel corso di centinaia di migliaia di anni, da ben prima che la casa venisse costruita, fino a un lontano futuro, quando gli esseri umani stessi non esisteranno più (23 ottobre – Teatro Out Off). Nel cast l’attrice Monica Piseddu e Marco Cavalcoli. È sicuramente un viaggio nella memoria della città di Milano ma anche nelle tante “case” che le varie formazioni hanno abitato, il progetto presentato Paolo Giorgio (5 novembre – Spazio Fattoria), un viaggio sonoro a partire da una serie di interviste che sono poi confluite nel suo libro Fuoriscena –Teatro indipendente a Milano e che verrà presentato dall’autore. Il libro segue i percorsi di alcune realtà, compagnie e spazi indipendenti che hanno segnato fasi importanti della storia teatrale cittadina e nazionale, dagli anni Novanta all’esplosione della pandemia di Covid-19.
La scena Internazionale: sperimentazione sonora e un omaggio a Loïe Fuller
La scena internazionale ospita due musicisti e ricercatori le cui proposte hanno una forte impronta performativa: Alessandro Bosetti, compositore e artista sonoro eclettico residente a Marsiglia, che lavora sulle sonorità del linguaggio parlato, presenta Plane/Talea (29 ottobre – Teatro Out Off), e Lin Chi Wei, artista di Taiwan residente a Parigi, sperimentatore e creatore di progetti partecipativi legati all’oralità, che presenta Talking Knots (29 ottobre – ZONA K). Entrambi propongono il coinvolgimento di un gruppo di persone che verranno istruite durante un workshop per poi consegnare delle parole, nel caso di Bosetti che ne farà un montaggio costruendo un concerto di suoni e parole e, nel caso di Lin Chi Wei, per essere parte attiva della performance, vocalizzando una serie di segni leggibili su un lunghissimo nastro che scorre di mano in mano. Si aggiunge a questi due artisti che propongono un’interazione intima e ravvicinata col pubblico, la coreografa e danzatrice Ola Maciejewska, nata in Polonia, attualmente residente a Parigi. Laureata nel 2012 in Teatro e Danza all’Università di Utrecht, ha presentato i suoi lavori in diversi paesi del mondo (Svizzera, Spagna, Canada, Polonia, Portogallo, Olanda) e in contesti prestigiosi tra i quali il Centre Pompidou nell’ambito del Festival d’Automne a Parigi, la Biennale Danza di Lione, il National Taichung Theatre di Taiwan. La Maciejewska sarà presente con LoïeFuller: Research (18 ottobre – Teatro Out Off), in cui si appropria del “Dancing Dress” inventato da LoïeFuller, una delle pioniere della danza moderna americana, per riflettere sul movimento che emerge come risultato della relazione tra il corpo umano e l’oggetto dancing dress.
Laterale: percorsi, prassi, l’arte e la vita, innovazione dei linguaggi
Si tratta di una sezione, creata nel 2018, nella quale invitiamo alcuni/e artisti/e a immaginare degli interventi che non abbiano forma di spettacolo, ma abbiano a che vedere con la prassi. Con questa sezione si vogliono proporre riflessioni sulla contemporaneità attraverso diverse modalità, sperimentando nuove possibilità di dialogo con lo spettatore, riconnettendo la dimensione culturale e artistica al suo ineluttabile contenuto politico e sociale. Quest’anno la sezione si è ampliata e arricchita e verrà presentata in quattro parti:
Laterale #1- 22 Ottobre – Teatro Out Off
Il dance-maker emergente Edoardo Mozzanega classe 1988, colloca la sua ricerca in una zona tra teatro, danza, film-making e pratiche somatiche. Collabora come interprete con molte realtà e nel 2022 entra a far parte come performer del nuovo progetto di Alessandro Sciarroni. Per Laterale presenterà Nico demini cu. Ovvero: la casa brucia e il fumo è rosa, in cui la storia di una casa di famiglia e della relazione che l’autore ha costruito con essa è il punto di innesco autobiografico per domandarsi quali siano gli spazi del possibile e le strategie a disposizione per generare utopie.
Laterale #2- 22 Ottobre – Teatro Out Off
L’Associazione OKKO sarà presente con Impossibile, è solo una parola, un intervento ancora a partire da una casa, che è anche uno spazio culturale e un progetto di vita. Okko è curata dall’attrice e regista Milena Costanzo, dall’artista visiva Simona Costanzo, dal costruttore, artigiano e inventore Andrea Montecchini insieme a Alessio Gennari botanico naturalista, che coltiva varietà antiche e tradizionali di ortaggi in totale biodiversità.
Laterale #3 – 23 ottobre – ZONA K
Un’altra novità di quest’anno è l’avvio di una collaborazione con Giulio Sonno, dramaturg e consulente artistico, che negli anni ha sviluppato un approccio transdisciplinare volto alla creazione di progetti e pratiche di relazione, collaborazione e co-creazione tra artisti e artiste e direzioni artistiche. Grazie alla sua mediazione Danae Festival e il Teatro delle Moire hanno avviato un percorso con altre due realtà artistiche e curatoriali, che pur nelle diversità, condividono una serie di intenti: Teatri di Vetro di Triangolo Scaleno di Roma e Altofest di Teatringestazione di Napoli, per co-creare delle pratiche condivise su un piano di cooperazione e scambio, concentrandosi sul processo come principio di confronto poetico, al fine di generare trame e relazioni inedite. In questa sezione questi quattro soggetti cercheranno di creare assieme agli spettatori, in forma giocosa e partecipata, una mappa fatta di parole e segni riflettendo su esperienze innovative di curatela e dei tentativi di scardinare i rigidi confini e la distanza tra spettatore e cosa artistica, per fare accadere l’incontro.
Laterale #4 – 30 ottobre – Teatro Out Off
Questa terza sessione vede la presenza del collettivo Al.Di.Qua. Artists (Alternative Disability Quality Artists) la prima associazione italiana di categoria di lavoratrici e lavoratori dello spettacolo portatrici di corpi disabilitati. Nata nel 2020, dopo che artisti e artiste di diverse discipline e disabilità si sono riuniti/e per ragionare e proporre istanze in merito all’accessibilità del mondo nel lavoro artistico.
L’incontro con l’associazione Al.Di.Qua. Artists si propone come una pratica trasformativa che mira a scavalcare il muro della norma per accogliere plurali mondi immaginifici sui corpi e gli spazi.
Verrà inoltre presentato il libro Lost in Translation. Le disabilità in scena di Flavia Dalila D’Amico, studiosa e curatrice nel campo delle arti performative. Il volume ricostruisce le storie che nascono dall’incontro tra le disabilità e lo spettacolo dal vivo dalla fine dell’Ottocento a oggi.
Danae InOnda
Cosmo Domestico: un viaggio siderale dentro la casa, raccontato da chi ci abita.
4 puntate + uno special live presso Crazy Art
Danae InOnda, un ambiente virtuale creato nel 2020 in reazione all’annullamento del festival a causa della pandemia, accoglie quest’anno il progetto sonoro Cosmo Domestico da un’idea di Ivan Carozzi (scrittore e autore televisivo e radiofonico), a cura di RadioVisione (progetto di podcast attivo su piattaforma spreaker.com dedicato alla produzione di progetti sonori sperimentali). Un podcast per raccontare alcune case e il mutato rapporto con esse innescato a partire dall’esperienza del lockdown. Tra i protagonisti del progetto, con le loro case: dalla provincia di Parma Andrea Montecchini, scultore, cuoco, muratore, saldatore, ballerino, costruttore di ogni immaginifica cosa; da Ravenna la danzatrice/performer, insegnante di yoga e scrittrice Francesca Proia; da Milano il vetraio/artigiano, suonatore di didgeridoo Alberto Grein; da Londra/Palermo l’attore, cabarettista e cantante sopranista dall’estensione di quattro ottave, Ernesto Tomasini.
Le quattro puntate del podcast saranno pubblicate e ascoltabili sul sito di Danae Festival ogni lunedì a partire da lunedì 10 ottobre.
Danae InOnda Special Live: La casa di via Silvio Pellico. Visita all’appartamento di Gustavo Adolfo Rol
Gustavo Adolfo Rol è stata una figura affascinante, misteriosa e controversa, nonché maestro spirituale per moltissimi artisti e personaggi di fama. Dopo la sua morte, nel 1995 gli arredi e gli oggetti di casa Rol – per sua volontà testamentaria – furono messi all’asta da Sotheby’s a Milano. Ivan Carozzi, partendo dall’elenco degli oggetti e degli arredi della famosa casa d’asta ha ideato e scritto un percorso sonoro che il pubblico potrà fruire, munito di cuffie, nello straordinario spazio Crazy Art –Via Merano 18 (6 novembre)
Extra Danae: l’offerta formativa e partecipativa
Extra Danae propone progetti di formazione e laboratori a cura di artisti e artiste in programma nel festival.
I workshop di Simona Bertozzi in coppia con Marta Ciappina e di Alessandro Certini si svolgeranno presso la Fabbrica del Vapore in collaborazione con l’Associazione Fattoria Vittadini.
Presso LachesiLab si svolgeranno i workshop di Tardito/Rendina ed Edoardo Mozzanega a cui si aggiungono il laboratorio finalizzato alla performance di Alessandro Bosetti e quello di Tindaro Granata per la preparazione del pane che troverà poi un momento di apertura al pubblico.
PROGRAMMA
Martedì 18 ottobre ore 20.30 | Teatro Out Off
Ola Maciejewska
Loïe Fuller: Research
La coreografa e danzatrice Ola Maciejewska, nata in Polonia, attualmente residente a Parigi, ha presentato i suoi lavori in diversi paesi del mondo (Svizzera, Spagna, Canada, Polonia, Portogallo, Olanda) e in contesti prestigiosi, tra i quali il Centre Pompidou nell’ambito del Festival d’Automne a Parigi, la Biennale Danza di Lione, il National Taichung Theatre di Taiwan. Nel 2019 ha ottenuto la borsa di studio «International Tanzmesse NRW» per una ricerca sul lavoro scenografico di Rolf Borzik presso l’Archivio della Fondazione Pina Bausch. In Loïe Fuller: Research la Maciejewska rivisita il “Dancing Dress”, l’abito-scenografia inventato da LoïeFuller, una delle pioniere della danza moderna americana, in uno sviluppo giocoso di forme cangianti che evocano la relazione tra “la scultura” e “lo scultore”. La pratica fisica ricrea il movimento della materia quando questa prende forma: un movimento che nasce dalla relazione tra il corpo umano e il “dancing dress”. L’idea di tale esercizio non è accentuare lo slancio che ci spinge a vivere una relazione fisica con le cose, ma piuttosto di creare delle forme che rendano questa relazione visibile.
ideazione e performance Ola Maciejewska
design Dance Construction Jolanta Maciejewska
organizzazione e amministrazione Caroline Redy
produzione So we might as well dance
commissionato da TENT Rotterdam/ NL
con il supporto di Zeebelt Theatre/ NL
grazie a Judith Schoneveld
durata: 40 minuti | ingresso: 12/10€
Nata in Polonia, ora di base in Francia, Ola Maciejewska (1984) è artista, ballerina e coreografa. I suoi lavori coreografici si distinguono per la forte interpretazione interdisciplinare della danza, basata sulla ricerca e sul lavoro strutturale controllato. Dal 2013 ha sviluppato una pratica coreografica unica basata sulla rilettura delle iconiche Danze Serpentine inventate da Loie Fuller dal prisma della danza e delle arti visive. È stata anche insegnante ospite presso HEAD School of Art and Design - Ginevra e École Nationale Supérieure d'Art - Limoges condividendo la sua ricerca e pratica artistica nell'ambito di masterclass. Tra il 2016 e il 2018 Ola Maciejewska è stata artista associata al Centre Chorégraphique National de Caen in Normandia. Nel 2020 ha ricevuto una borsa di studio dall'International Tanzmesse NRW per svolgere ricerche sulla scenografia di Rolf Borzik presso l'Archivio della Fondazione Pina Bausch. Nel 2022, Maciejewska ha ricevuto una borsa di studio dal Watermill Center fondato da Robert Wilson. Nel 2022 ha presentato in anteprima la sua nuova performance solista FIGURY (przestrzenne), un'opera poliedrica articolata intorno al tempo, alla resistenza e alla scultura.
TRILOGIA – LA QUESTIONE DEL CORPO E L’ARTE DI E. SCHIELE, F. BACON, A. RODIN DI ALESSANDRA CRISTIANI
Alessandra Cristianiincarna totalmente l’idea di corpo come casa, di luogo di mistero e fascino, di luci e ombre. Già presente in altre edizioni del Festival, propone una trilogia ispirata a tre grandi artisti: Egon Schiele, Francis Bacon e Auguste Rodin. La trilogia indaga il valore della corporeità nell’epoca contemporanea e l’incidenza del corpo carnale nelle arti performative, prendendo ispirazione dall’arte di queste tre grandi personalità, autori irriducibili che hanno messo in crisi e rivoluzionato il segno iconografico seguendo necessità e desideri intimi e personali.
Ogni sera nello spazio della performance sarà allestito un progetto fotografico in tecniche analogiche, digitali e processi antichi di stampa, a partire dal lavoro corporeo e performativo di Alessandra Cristiani, a cura di Alberto Canu e Samantha Marenzi.
Mercoledì 19 ottobre ore 20.30 | Spazio Fattoria / Fabbrica del Vapore
Alessandra Cristiani
Corpus delicti – da Egon Schiele (I tappa)
Cerco una “dislocazione” che porti un altro sentire, alimenti l’utopia di un nuovo linguaggio corporeo. Questi corpi-segni preludono a qualcosa di attuale, sono l’affacciarsi a un volume materico della presenza, taciuto o muto. Allo sguardo, immediata e viva è l’impressione di ricevere da loro la spinta di un dietro a volte colmo, pressato sul davanti ad evocare sigilli arcaici e a tratti un dietro largo e calmo, che inonda la persona, la perimetra. Corpi posati in un “per sempre”, oppure sospesi in uno spasmo, o trattenuti dal barlume di un’intuizione, mai disarmati. Corpi resi stretti, pieni che gridano un esubero, una via di fuga o di conquista di sé nel porsi smisurato. È necessario far saltare la proporzione aurea, il ricamo rappacificante e lasciare che qualcosa accada impudicamente o che qualcosa sia irriducibilmente. Il corpo e la questione del corpo: materia spirituale, enigma, enormità senza fine. Questo esserne contenuti e al tempo stesso estromessi. Questo disagevole abitarsi perché non se ne riconoscono più gli assi cartesiani, o questa forza dignitosa, banale, sacra, profana di essere solo corpo, emanazione di corpi. (Alessandra Cristiani)
progetto e performance Alessandra Cristiani
musica e suono Gianluca Misiti
luce Gianni Staropoli
produzionePinDoc
coproduzioneTeatro Akropolis
con il sostegno diArmunia / Festival Inequilibrio
in collaborazione conLios, Alfabeto performativo
con il sostegno diMiC – Ministero della Cultura, Regione Siciliana
Al termine dello spettacolo è previsto un incontro condotto da Samantha Marenzi, Studiosa, performer, fotografa, docente.
Durata: 60 minuti | Ingresso: 12/10€
Venerdì 21 ottobre ore 20.30 | Spazio Fattoria / Fabbrica del Vapore
Alessandra Cristiani
Nucleo – da Francis Bacon (II tappa)
Di quale corpo abbiamo paura? Quale fiducia riponiamo nel corpo se non quella che viene soddisfatta dal nostro grado di controllo, di manipolazione, di devianza? Forse per una intuizione carnale siamo di fronte a una fenomenologia invisibile e materiale, che si fa largo tra muscoli, nervi, ossa, flussi emozionali, fiorendo ogni volta nelle sue delicate alterazioni organiche. Esiste il corpo come allarme che impercettibilmente sopravvive al suo universo interiore.È quel corpo dal suo reame oscuro, a testimoniare che non c’è discorso, organizzazione immaginativa, realtà tangibile che possa afferrarlo per come è, nel verso che ha, nel suo divenire enigmatico. La fragilità, il mistero sono le uniche voragini che possono tentare di avvicinarlo. (Alessandra Cristiani)
concept e performance Alessandra Cristiani
musica e suono Claudio Moneta, Iva Bittova
luce Gianni Staropoli
scatti in Polaroid (istantanee Fuji Film) Samantha Marenzi
fotografie di scena Alberto Canu
produzione PinDoc
coproduzione Teatro Akropolis, Triangolo Scaleno Teatro
con il sostegno di Armunia / Festival Inequilibrio
in collaborazione con Lios, Alfabeto performativo
con il contributo di MiC – Ministero della Cultura, Regione Siciliana
grazie a Francesca Alterio, Simona Silvestri, Karine Ponties Cie Dame de Pic, Silvana Barbarini – Vera Stasi. Progetti per la scena
durata: 45 minuti | ingresso: 12/10€
Sabato 22 ottobre ore 20.30 | Spazio Fattoria / Fabbrica del Vapore
Alessandra Cristiani
Naturans – da Auguste Rodin (III tappa)
Naturans è il titolo che avvicina tattilmente l’opera dello scultore. Si rifà principalmente ad una vasta raccolta di disegni erotici, indicata come “il museo segreto” di Rodin, ai Dance Movements, esplorazione in gesso e terracotta dell’anatomia del nuovo movimento della danza del XIX secolo e alla frase “la natura è il corpo nudo”. La naturalezza del corpo nudo femminile è la via per sondare nuove prospettive di raffigurazione e percezione. Alcuni disegni e sculture, scelte per la loro efficacia evocativa, sono stati considerati strumenti creativi per la scena, immagini di danza, Haiku da esplorare secondo la metodologia del Butō Blanc del danzatore giapponese Masaki Iwana. Una drammaturgia corporea per invocare il Nikutai, il corpo come dimora, grembo in cui sostare e intercettare una profonda natura identitaria. (Alessandra Cristiani)
concept e performance Alessandra Cristiani
luce Gianni Staropoli
suono Ivan Macera
immagini Samantha Marenzi e Alberto Canu
produzione PinDoc
coproduzione Teatro delle Moire / Danae Festival
con il sostegno del Teatro Biblioteca Quarticciolo, Armunia / Festival Inequilibrio, Vera Stasi. Progetti per la scena
in collaborazione con l’Associazione Culturale Le Decadi
con il contributo di MiC – Ministero della Cultura, Regione Siciliana
durata: 50 minuti | ingresso: 12/10€
Alessandra Cristiani è performer e danzatrice. Dal 1996 indaga il pensiero e la pratica dell’Ankoku Butoh. Studia danza contemporanea con Moses Pendleton, Giovanna Summo, Domenique Dupuy, Hervè Diasnas; tecniche del mimo trasparente con Hal Yamanouchi; danza butō con Masaki Iwana, Akira Kasai, Akaji Maro, Tadashi Endo, Ko Murobushi, Yoko Muronoi, Hisako Horikawa, Toru Iwashita, Daisuke Yoshimoto, Atsushi Takenouchi, Kohshou Nanami, Yuko Kaseki. Crea e dirige, con la compagnia Lios, la rassegna internazionale di danza butō Trasform’azioni (2001-2011). Per il biennio 2011-13 è coreografa in residenza per l’Accademia Filarmonica Romana, inserendo performance in natura nel Festival Internazionale della Danza 2013. Lavora come solista e, stabilmente, nella compagnia Habillé d’eau diretta da Silvia Rampelli (Premio Ubu 2018 per lo spettacolo Euforia), presentando i suoi lavori in Italia, Polonia, Bosnia, Francia, Stati Uniti.
Giovedì 20 ottobre ore 20.30 | Teatro Out Off
compagnia tardito/rendina
Sonja
Si muove dentro una casa che è anche luogo dell’anima, la figura messa in scena da Federica Tardito della compagnia tardito/rendina. Una soggettiva sul personaggio di Sonja, un viaggio che si situa tra le pagine scritte dell’opera Zio Vanja di Anton Čechov. In scena viene evocato il mondo di una donna, dai delicati e azzurri moti dell’anima, e di un amore non corrisposto. Il personaggio, arrestandosi sulla soglia della narrazione, ne prende distanza per farsi vicina alla dimensione interiore e dar voce alla parte invisibile.
“Mi sono sentita toccata dal personaggio di Sonja come se questa anima femminile mi risuonasse nel profondo, uno strano sentimento di stupore e vicinanza. Con non poco tragicomico coraggio avanzo i primi passi verso la sua figura dai desideri mancati. Mossa da un desiderio di levità, scorgo una sottilissima vena sospesa, in bilico, tra l’anelito al sublime e il suo inevitabile inciampo.” (Federica Tardito)
di e con Federica Tardito
accompagnamento alla creazione Aldo Rendina
ideazione luci Lucia Manghi
ambiente sonoro Aldo Rendina
consulenza musicale Michele Anelli
immagine proiettata Pietro Bologna
costumi Monica Di Pasqua
produzione compagnia tardito/rendina coproduzione Sosta Palmizi e Arbalete
con il sostegno di Europa Teatri, Compagnia Zerogrammi e Arte in Movimento
progetto vincitore bando AiR-Artisti in Residenza 2020 della Lavanderia a Vapore
Un ringraziamento particolare a Danio Manfredini, Doriana Crema, al soffio di Raffaella Giordano, alla inesauribile disponibilità di Antonio Rendina e alla complicità di Carlo Cantono e Massimo Vesco.
Durata: 50 minuti | ingresso: 12/10€
Al termine dello spettacolo è previsto un incontro condotto da Alessandro Pontremoli, Professore Ordinario di Discipline dello Spettacolo presso l’Università degli Studi di Torino.
Federica Tardito e Aldo Rendina creano la compagnia tardito/rendina, condividendo l’interesse verso una poetica tesa a sperimentare il piacere di osservarsi drammatici e sorprendersi ridicoli. Tra gli spettacoli più significativi: Gonzago’s Rose, Circhio Lume, “Oh Heaven” (Il Paradiso possibile), “Oh Heaven” (Il Paradiso sotto), Il Compito e Sonja, progetto vincitore bando AiR – Artisti in Residenza 2020 della Lavanderia a Vapore. Con la regia di Bruno Franceschini L’anatra, la morte e il tulipano, Eolo Awards 2015 e Tempo, spettacoli dedicati all’infanzia. Inoltre, collaborano allo spettacolo Del bene Del male, regia di Stefano Cenci con Dimensioni Parallele Teatro e alla realizzazione di Sparsi, opera collettiva per soundpainter, danzatori e musicisti dal vivo. Conducono da anni un’attività pedagogica tra la danza e il teatro.
Federica Tardito si forma come danzatrice e nel tempo sviluppa il desiderio di studiare il lavoro dell’attore e del clown. In passato lavora principalmente con i coreografi/registi Georges Appaix, Pierre Byland, Roberto Castello e Giorgio Rossi in seno all’Ass. Sosta Palmizi, con la quale collabora tuttora. Insieme ad Aldo Rendina crea la Compagnia Tardito/Rendina.
LATERALE: percorsi, prassi, racconti tra arte e vita, innovazione dei linguaggi
Sezione nata nel 2018 nella quale invitiamo alcuni/e artisti/e a immaginare degli interventi che non abbiano forma di spettacolo ma abbiano a che vedere con la prassi, con lo studio, col pensiero, con le loro ossessioni o che siano la narrazione di singolari esperienze di vita in dialogo con l’arte. Sono a tutti gli effetti progetti inediti di cui il Festival segue da vicino la realizzazione. Con questa sezione si vogliono proporre riflessioni sulla contemporaneità attraverso diverse modalità di intervento nella scena, nel tentativo di immaginare nuove possibilità di dialogo con lo spettatore, riconnettendo la dimensione culturale e artistica al suo ineluttabile contenuto politico. Quest’anno la sezione si amplia e viene presentata in quattro parti.
Sabato 22 ottobre ore 17 | Teatro Out Off
LATERALE #1
Edoardo Mozzanega
NICO DEMINI CU – Ovvero: la casa brucia e il fumo è rosa
Il performance-maker Edoardo Mozzanega colloca la sua ricerca in una zona tra teatro, danza, film-making e pratiche somatiche. Nel suo intervento per Danae Festival la storia di una casa di famiglia e della relazione che l’autore ha costruito con essa è il punto di innesco per domandarsi quali sono gli spazi del possibile e le strategie a disposizione per generare utopie, narrazioni del fare mondo che non siano solo protesta o illusione. Mozzanega nomina questa alternativa: neutopica. Qualcosa che, al contrario dell’utopia (che non si trova in nessun luogo), è invece dovunque vi sia un incontro.
di e con Edoardo Mozzanega
produzione CodedUomo
durata: 40 minuti | ingresso: 5€
Edoardo Mozzanega (1988), performer, regista e performance-maker. Dal 2022 è artista associato della Compagnia Codeduomo. La sua ricerca si colloca in una zona liminale tra teatro, danza, video e pratiche somatiche, indagando un concetto espanso di performatività. Come perfomer e danzatore ha collaborato, tra gli altri, con Tony Thatcher, Compagnia NUT, Ariella Vidach, Public Movement, Ari Benjamin Meyers, Antonio Marras. Al momento è impegnato nella nuova produzione di Alessandro Sciarroni. A partire dal 2019 la curatela e i processi collaborativi entrano a far parte della sua pratica artistica con NEUTOPICA, un progetto nomade di residenza artistica sperimentale, situata in luoghi domestici in disuso.
Sabato 22 ottobre ore 18 |Teatro Out Off
LATERALE #2
Associazione OKKO
Impossibile, è solo una parola
L’Associazione OKKO è presente con un intervento ancora a partire da una casa, che è anche uno spazio culturale e un progetto di vita. Curata dall’attrice e regista Milena Costanzo, dall’artista visiva Simona Costanzo, dal costruttore, artigiano e inventore Andrea Montecchini insieme a Alessio Gennari, botanico naturalista, che coltiva varietà antiche e tradizionali di ortaggi in totale biodiversità (Terre di San Secondo), OKKO è prima di tutto una casa, aperta a scambi ed esperienze, in un momento che sempre più cerca di chiudere le persone in isolamenti del corpo e della mente. Coloro che la animano hanno fatto delle loro passioni e professioni un’occasione di condivisione: arte, artigianato, agricoltura e biodiversità. Le parole “cultura” e “coltura” hanno la stessa radice e così a OKKO ci si occupa di piante e persone rispettandone la diversità. Che cosa c’è da raccontare? Quello che c’è sempre stato e che ora sembra essere dimenticato. La relazione tra le persone, il rispetto per sé stessi e per questa terra che sempre di più rispecchia la richiesta di cure diverse.
di e con Milena Costanzo, Simona Costanzo, Alessio Gennari, Andrea Montecchini
durata: 60 minuti | ingresso: 5€
Simona Costanzo diventa stranamente famosa in Giappone negli anni ’90 con la creazione dei suoi Esserini, molto in voga anche in Italia, fino a che la loro madre non decide di metterli in secondo piano dedicando la sua arte creativa a veri bambini e ragazzi con laboratori fantastici. Dipinge e crea libri e oggetti d’arte. Fonda OKKO e apre le porte a scambi creativi di ogni genere con personalità affini.
Andrea Montecchini dopo tanti anni di lavoro nel montaggio per lo spettacolo dal vivo e diverse altre esperienze, si prende cura di oggetti e mobili che recupera, restaura e modifica rendendoli unici. È capace di aggiustare e costruire praticamente tutto, da elementi d’arredo a vere e proprie case. Maestro arciere, presenza fissa e instancabile di OKKO alla quale si affidano i casi irrisolvibili.
Alessio Gennari manda al diavolo il lavoro di elettricista, si iscrive a Scienze Naturali e con le sue ricerche in campo botanico diventa negli anni un punto di riferimento sulla biodiversità. Coltiva nel suo campo più di settecento specie di ortaggi rari. Fondatore di Manna Organic con Harald Gasser, lavora con alcuni dei più famosi chef stellati, insegna e si divide tra Emilia, Romagna e Alto Adige.
Milena Costanzo lavora attivamente nel teatro con diversi registi. Insegna e si dedica a diversi studi. Fonda una sua compagnia e si assesta per quasi sette anni su un progetto di ricerca chiamato “Trilogia della ragione”. La strada si fa impervia e le poetesse e filosofe studiate negli ultimi anni la portano a cercare da un’altra parte dove il suo modo di fare teatro si fonde con i dettagli più impensati.
Domenica 23 ottobre ore 17 | ZONA K
Laterale #3
Triangolo Scaleno Teatro – TeatrInGestazione – Teatro delle Moire – Giulio Sonno
Tessere
Con chi si decide di costruire una casa? Quale forma prende la casa? E soprattutto come ci si prende cura della casa? Grazie alla mediazione di Giulio Sonno, dramaturg e consulente artistico, abbiamo avviato una pratica di tessitura condivisa di immaginari politico-poetici e anche di confronto critico sulle smagliature del sistema teatrale, con altre due realtà artistiche e curatoriali:il festival Teatri di Vetro di Triangolo Scaleno di Roma e Altofest di TeatrInGestazione di Napoli. Proviamo ad aprire all’esterno questo percorso con la comune esigenza di trasformazione, di uscire dalle convenzioni, perché queste non ci animano più. Perché creano barriere, distanze, allontanamenti. Ci mettiamo “in gioco” con gli spettatori e le spettatrici in un cerchio, liberi/e di fare o non fare. E andremo a comporre una mappa di parole, segni, ritagli in un “collage” collettivo, con la complicità della visual artist Ilaria Garzillo. Ci troviamo tutti/e ad agire in uno spazio di invenzione, riuniti/e per esplorare. La casa va costruita assieme. Ci raccogliamo, riducendo le distanze, con i nostri tentativi e fallimenti davanti a un foglio bianco che è tutto da comporre.
con Roberta Nicolai – Triangolo Scaleno Teatro/Festival Teatri di Vetro, Anna Gesualdi e Giovanni Trono – TeatrInGestazione/Altofest, Alessandra De Santis e Attilio Nicoli Cristiani – Teatro delle Moire/Danae Festival, Giulio Sonno, visual thinking Ilaria Garzillo
durata: 60 minuti | ingresso:5€
Triangolo Scaleno Teatro è la fucina creativa del Teatri di Vetro Festival e di progetti artistici, interdisciplinari e di divulgazione scientifica, che rispondono ad una pluralità di istanze teoriche, pratiche e di politica culturale. La direzione artistica è di Roberta Nicolai. Teatri di Vetro è un progetto curatoriale che tramite il confronto tra la direzione artistica e gli artisti interroga la creazione scenica contemporanea per restituirla non più soltanto come opera, ma in una costellazione di oggetti paralleli. Un sistema complesso e policentrico, in cui ogni sezione – Trasmissioni, Elettr@suoni, Composizioni, Oscillazioni – assolve a una funzione specifica e in cui Oscillazioni si configura come meta, il fine che “informa” il resto.
TeatrInGestazione è un’impresa di produzione di teatro di innovazione nell’ambito della sperimentazione, riconosciuta dal Ministero della Cultura, fondata a Napoli nel 2006 da Anna Gesualdi e Giovanni Trono. Artisti, ricercatori e curatori indipendenti, lavorano in contesti nazionali e internazionali. Si occupano di produzione, formazione, progettazione e curatela, sia in ambito artistico che in contesti socialmente svantaggiati, con una particolare attenzione ai processi condivisi. Creano opere e dispositivi a carattere ibrido, incrociando diverse discipline e ambiti di ricerca a cui si lega sempre una componente teorica. La loro opera muove dall’esigenza di svincolare l’atto performativo dal contesto spettacolare e di qualificare la scena come sede di una socialità sperimentale. Nel 2011 inaugurano Altofest – International Contemporary Live Arts Fest.
Il Teatro delle Moire è una compagnia fondata nel 1997 da Alessandra De Santis e Attilio Nicoli Cristiani, che si sono formati come attori e performer accanto ad una serie di artisti della scena contemporanea, tra cui Danio Manfredini, Raffaella Giordano, Monica Francia, Michele Di Stefano. Interessato ad indagare nuove forme di linguaggio della scena, il Teatro delle Moire, oltre alla produzione di spettacoli destinati alle sale teatrali, si è occupato di installazioni e performance site specific. Sul fronte della trasmissione e della formazione Il TdM pone al centro della propria ricerca l’indagine sulla presenza scenica. Dal 1999 Teatro delle Moire cura a Milano Danae Festival, progetto dedicato ai nuovi linguaggi del contemporaneo, che nel 2009 vince il Premio Hystrio. Al Festival, il TdM affianca una serie di progetti volti al sostegno della produzione artistica e alla ricerca. È partner da alcuni anni del Centro di Residenza della Lombardia IntercettAzioni. Alessandra e Attilio sono anche due “agitatori culturali” in quanto sono stati motore di azioni che hanno lo scopo di sviluppare pratiche performative inclusive e comunitarie attraverso nuove modalità dell’agire insieme, fuori dal sistema teatrale, riconnettendo la dimensione culturale e artistica al suo contenuto politico.
Giulio Sonno, dramaturg, critico, consulente artistico, mediatore culturale dal percorso irregolare, negli anni sviluppa un approccio transdisciplinare volto alla creazione di progetti e pratiche di relazione, collaborazione e co-creazione tra artisti, curatori e direzioni artistiche. Affianca come consulente esterno progetti teatrali e formativi, conduce laboratori di visione e pensiero associativo, segue compagnie teatrali in fase di creazione, organizza/modera incontri e convegni, traduce in/da lingue dell’eurozona.
Domenica 30 ottobre ore 17 |Teatro Out Off
LATERALE #4
Al.Di.Qua. Artists
Spazi, tempi, pratiche accessibili
Al.Di.Qua. Artists (Alternative Disability Quality Artists) è la prima associazione italiana di categoria di lavoratrici e lavoratori dello spettacolo con corpi disabilitati: è nata nel 2020, dopo che artistə di diverse discipline e disabilità si sono riunitə per ragionare e proporre istanze in merito all’accessibilità del mondo nel lavoro artistico. Che succede se parlando di disabilità spostiamo l’accento da una presupposta “mancanza” del corpo all’accessibilità (politica, culturale, economica)? L’incontro con l’associazione Al.Di.Qua. Artists si propone come una pratica trasformativa che mira a scavalcare il muro della norma per accogliere plurali mondi immaginifici sui corpi e gli spazi. Un intervento tra racconto e proiezioni video, dove trova spazio anche la presentazione del libro Lost in translation – le disabilità in scena, a cura dell’autrice Flavia Dalila D’Amico, una ricostruzione delle storie che nascono dall’incontro tra le disabilità e lo spettacolo dal vivo dalla fine dell’800 ad oggi.
con Diana Anselmo e Flavia Dalila D’Amico
videoperformance Autoritratto in tre Atti di Diana Anselmo
video manifesto di Al.Di.Qua Artists
regia Claudio Gaetani
Incontro con interprete LIS
durata: 75 minuti | ingresso: 5€
Flavia Dalila D’Amico è una studiosa e curatrice nel campo delle arti performative. I suoi interessi di ricerca si rivolgono alle intersezioni tra corpi, soggettività politiche e tecnologie nell’ambito delle arti performative. Nel 2016 ha ottenuto il titolo di Dottore di Ricerca in Musica e Spettacolo presso Sapienza Università di Roma con una tesi volta a indagare la relazione tra le disabilità e il teatro, confluita in parte nel volume Lost in Translation. Le disabilità in scena (Bulzoni Editore). Fa parte dell’associazione Al.Di.Qua. Artists e cura la comunicazione del Teatro Biblioteca Quarticciolo di Roma e di Fuori Programma Festival Internazionale di Danza.
Diana Anselmo, classe ’97, è performer e attivista. Attualmente studente magistrale in Teatro e Arti performative allo IUAV di Venezia, durante la triennale in Sociologia inizia a conoscere il mondo delle arti performative lavorando al loro interno. Attivista sui temi del transqueerfemminismo intersezionale, presidente di Al.Di.Qua. Artists e, nel tempo libero, membro più giovane del Cultural Advisory Board.
Domenica 23 ottobre ore 20.30 | Teatro Out Off
Muta Imago
Ashes
Per la prima volta a Danae Festival, uno dei gruppi di punta della ricerca: Muta Imago e il loro ultimo progetto. Ashes è un concerto per suoni e voci che racconta la storia dell’angolo di una stanza e degli eventi che vi sono accaduti nel corso di centinaia di migliaia di anni, da ben prima che la casa venisse costruita, fino a un lontano futuro, quando gli uomini stessi non esisteranno più. La storia di un singolo punto sulla terra come ce ne sono milioni di altri. Speciale e anonimo come ognuno di essi. Brevi frammenti di vite private, vacanze, compleanni, morti, cadute, uccisioni, animali, alberi di Natale, dinosauri, biologia, geologia, tutto quello che passa e non resta, ma che definisce e conferisce un significato preciso alla vita degli esseri umani. Una composizione che cerca di restituire l’emozione del passaggio del tempo, attraverso un’indagine sulle forme dell’oralità a cui di solito non si dà importanza ma che invece più di ogni altra cosa riescono a parlarci delle grandi questioni della vita di tutti. Muta Imago esplora la possibilità di viaggiare nel tempo attraverso il suono, costruendo un racconto acustico che prende forma nella mente del pubblico. È la voce, — il suo essere atto di presenza attraverso un’articolazione di intensità — a creare mondi, tessere inneschi, generare visioni, imprimere un cambiamento, destinato a scomparire con l’evanescenza del fiato che si dissolve. Ashes è un aleph di suoni che scorrono paralleli, un flusso di attimi che si sovrappongono, si fanno sentire per un istante. Un concerto per voci e musica eseguita dal vivo, un viaggio sonoro immersivo. Una sequenza di accadimenti senza soluzione di continuità, avanti e indietro, ora, allo stesso tempo, non prima, né dopo. I/le quattro performer parlano, giocano, urlano, lottano, confessano segreti, fanno dichiarazioni d’amore, in uno spazio che non cambia mai, in un singolo punto sulla terra, come ce ne sono milioni di altri, speciale e anonimo.
drammaturgia e regia Riccardo Fazi
con Marco Cavalcoli, Ivan Graziano, Monica Piseddu, Arianna Pozzoli
musiche originali eseguite dal vivo Lorenzo Tomio
occhio esterno Claudia Sorace
luci Maria Elena Fusacchia
amministrazione, organizzazione e produzione Grazia Sgueglia, Silvia Parlani, Valentina Bertolino
produzione esecutiva Index Muta Imago
con il supporto di MiC – Ministero della Cultura e il sostegno di Azienda Speciale Palaexpo Mattatoio Progetto Prender-si cura
durata: 50 minuti | ingresso: 12/10€
Muta Imago è una compagnia teatrale nata a Roma nel 2006. È guidata da Claudia Sorace, regista, e Riccardo Fazi, dramaturg e sound artist ed è composta da tutte le persone che sono state, sono e saranno coinvolte nella realizzazione dei lavori. La continua ricerca di forme e storie che mettano in relazione la sfera dell’immaginazione con quella della realtà presente, umana, politica e sociale, porta la compagnia a investigare diverse forme di arti dal vivo: il teatro, il teatro musicale, la performance, la radio, con l’obiettivo di indagare nella maniera migliore il rapporto tra l’essere umano, il suo tempo e il suo sentire. Gli spettacoli di Muta Imago sono da anni ospitati e co-prodotti dai più importanti festival nazionali e internazionali. Tra le ultime produzioni: Sonora Desert (2021), Sparizioni (2020), Combattimento (2018), Lontano da qui (2018). Alla produzione degli spettacoli, Muta Imago affianca un’intensa attività didattica, di formazione e di ricerca. Nel 2021 la compagnia ha vinto il Premio Speciale Ubu e il Premio Rete Critica per il progetto Radio India – Oceano Indiano. Nel triennio 2020-2022 Muta Imago è stata compagnia residente di Oceano Indiano, un progetto di Teatro di Roma – Teatro Nazionale. Nel 2022/23 sarà al lavoro sulla nuova produzione Tre Sorelle.
Mercoledì 26 ottobre ore 20.30 | Teatro Out Off
Virgilio Sieni e Alessandro Certini
Forme dell’amicizia
Virgilio Sieni e Alessandro Certini, autorevoli protagonisti della scena contemporanea italiana, dopo molti anni si ritrovano a narrare l’amicizia quale forma del tempo, in un’eccezionale occasione artistica e umana. L’ultima esperienza di creazione insieme infatti risale a “Duetto” opera del 1989. Fino ad allora avevano condiviso gli studi d’arte, l’iniziazione alla danza, le esperienze artistiche di quegli anni: tante forme di quella che è una amicizia. Con questo lavoro si riattraversa oggi il loro percorso certamente artistico, ma anche umano ed esistenziale. Il gesto della danza permette di viaggiare letteralmente nei luoghi del corpo intrecciati nel movimento del tempo, per ritrovarsi.
di e con Virgilio Sieni e Alessandro Certini
video di scena a cura di Federico Bucalossi
luci Vincenzo Alterini
sonorità Spartaco Cortesi
coproduzione Compagnia Virgilio Sieni – Company Blu
con il sostegno di MiC – Ministero della Cultura, Regione Toscana e Comune di Sesto Fiorentino
durata: 50 minuti | ingresso: 12/10€
Virgilio Sieni è danzatore e coreografo italiano. Si forma in discipline artistiche e architettura, dedicandosi parallelamente a ricerche sui linguaggi del corpo e della danza. È uno dei fondatori della compagnia Parco Butterfly e nel 1992 crea la Compagnia Virgilio Sieni, affermandosi come uno dei protagonisti della scena contemporanea internazionale. Dal 2003 dirige a Firenze CANGO Cantieri Goldonetta, Centro Nazionale di Produzione della danza per la ricerca e la trasmissione sui linguaggi del corpo. Nel 2007 fonda l’Accademia sull’arte del gesto. È vincitore di tre Premi Ubu (2000, 2003, 2011) e del premio Lo Straniero (2011); nel 2013 è stato nominato Chevalier de l’ordre des Arts et des Lettres della Repubblica francese. È stato Direttore della Biennale Danza di Venezia dal 2013 al 2016. La sua ricerca si fonda su un’idea di corpo come luogo di accoglienza delle diversità e come spazio per sviluppare la complessità archeologica del gesto.
Alessandro Certini – Coreografo, danzatore, improvvisatore. Inizia lo studio della danza a Firenze, moderna con Traut Faggioni (Mary Wigman, Harald Kreutzberg), classica con Antonietta Daviso. Studia poi tecniche post‑moderne e contact improvisation ad Amsterdam ed a Londra. Co‑fondatore nel ’79 della compagnia Group/O diretta da Katie Duck (USA/NL), collabora a tutte le produzioni lavorando nel nord Europa fino al 1987. Negli anni ’80 e ’90 è accreditato sulla scena internazionale della ricerca artistica sull’improvvisazione di danza e musica a fianco di riconosciute figure guida in questo ambito artistico. Dal 1989 ha fondato e co-dirige con Charlotte Zerbey Company Blu. Come docente è stato regolarmente ospite alla SNDO (Amsterdam), EDDC (Dusseldorf), Bewegungs Art (Freiburg), Rotterdam Dance Accademy, Thèatre Contemporain de la Danse (Parigi), Accademia di Danza di Roma, Radialsystem V di Berlino, scuole e centri di formazione, tra cui l’Accademia di Danza di Roma. È co-direttore della Residenza Artistica Multipla TRAM al Teatro Limonaia di Sesto Fiorentino.
Venerdì 28 ottobre ore 20.30 | Teatro Out Off
Simona Bertozzi
Quel che resta
Simona Bertozzi in un’inedita collaborazione artistica con la danzatrice e performer Marta Ciappina. In questo percorso di conoscenza tra le due interpreti, si è trattato di preparare il terreno, scambiare pratiche e mappe, per trovare un respiro comune e poter transitare da una danza all’altra. Sin dall’inizio, la Bertozzi ha cercato di attribuire allo spazio delle caratteristiche ambientali che potessero generare delle visioni, mutare la densità dell’aria e generare delle inattese capacità di attraversamento. Dei modi inediti dello stare. Tutto questo affinché potessero incontrarsi in una danza sconfinata, in grado di riverberare oltre la consapevolezza del loro agire sorprendendole, quasi loro malgrado, in atteggiamenti di affezione e irresistibile risonanza. Quel che resta è l’irruenza e l’indugiare dei corpi, è il tocco senza peso: estende un vocabolario di attese e ripartenze, di geometrie reiterate, di figurine, ghiaccio, resistenza, epidermide e pupille e di ritornelli.
concept e coreografia Simona Bertozzi
danza Marta Ciappina, Simona Bertozzi
soundscape Roberto Passuti (con un estratto dal documentario Big Animals survival strategies) light design Giuseppe Filipponio
musica Stravinsky: Diversions, Ray Chen, Timothy Young Divertimento: IV. Pas de deux, Coda Presto
produzione Nexus 2021
con il contributo di MiC – Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna
con il sostegno di Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni e di Fondazione CR Firenze
Residenze creative nell’ambito di Residenze per artisti nei Territori
a cura di Masque teatro, Artists in ResidenSì Bologna
in collaborazione con Dialoghi – Residenze delle Arti Performative a Villa Manin 2021, CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, AlmaStudios Bologna
durata: 45 minuti | ingresso: 12/10€
Simona Bertozzi, coreografa, danzatrice e performer. Numerose le sue collaborazioni come interprete, tra gli altri con i coreografi Tomas Aragay (cia Societat Doctor Alonso – Spagna) e, dal 2005 al 2010, con Virgilio Sieni. Inizia l’attività di coreografa nel 2005 con un percorso di ricerca e produzione lavorando con danzatori e performer professionisti, ma anche con bambini, adolescenti e amatori, con richiedenti asilo e con giovani immigrati di seconda generazione. Nel 2007 vince il concorso coreografico GD’A (Giovani Danzautori dell’Emilia Romagna) e nel 2008 fonda la Compagnia Simona Bertozzi | Associazione Culturale Nexus. Nel 2008 è la coreografa italiana selezionata per il festival Aerowaves, The Place Theatre (Londra) e nello stesso anno con il solo Terrestre prende parte al progetto internazionale Choreoroam, sostenuto da British Council/The Place, Dansateliers/Rotterdam e Bassano Opera Festival. Negli anni si sono consolidate importanti collaborazioni con artisti e studiosi tra cui: Francesco Giomi direttore artistico di Tempo Reale, Enrico Pitozzi e Cristiana Natali docenti dell’Università di Bologna, Egle Sommacal musicista e chitarrista dei Massimo Volume, Angela Baraldi attrice e cantante e Tabea Martin coreografa e danzatrice.
Danzatrice, coach e didatta, Marta Ciappina si forma principalmente a New York al Trisha Brown Studio e al Movement Research. Come danzatrice affianca, tra gli altri, Simona Bertozzi, Chiara Bersani, Daniele Albanese, Daniele Ninarello, Luis Lara Malvacias, Gabriella Maiorino. Dal 2013 collabora con la compagnia MK, guidata da Michele Di Stefano, Leone d’Argento alla Biennale Danza di Venezia del 2014. Nel 2015 inizia la collaborazione con Alessandro Sciarroni, Leone d’oro alla Biennale Danza di Venezia del 2019. Dal 2016 partecipa alle creazioni della compagnia svizzera Cie Tiziana Arnaboldi. Attualmente, come interprete, è concentrata su Dream – progetto di Alessandro Sciarroni, Gli anni – creazione di Marco D’Agostin. Come docente collabora con la Scuola Luca Ronconi del Piccolo Teatro di Milano diretta da Carmelo Rifici, con la Biennale Danza di Venezia diretta da Wayne McGregor e con il progetto DA.RE diretto da Adriana Borriello.
Sabato 29 ottobre ore 15 e ore 17 | ZONA K
Lin Chi-Wei
Talking Knots (PRIMA NAZIONALE)
Artista di Taiwan residente a Parigi, sperimentatore e creatore di progetti partecipativi legati all’oralità. Lin Chi-Wei si è formato in letteratura francese e antropologia culturale, specializzandosi anche in media art. Ha pubblicato diversi saggi, tra cui Sound Machine and the Modernity of Hearing, nel quale analizza le condizioni estetiche del suono e dell’arte in un contesto post coloniale dell’Asia dell’Est. I suoi lavori sono stati esposti e presentati presso la Biennale di Venezia, la Biennale di Shanghai e la Tate Modern. Lin Chi-Wei presenta un lavoro che fa parte di una serie di performance o “modelli” che coinvolgono un gruppo di persone, a cui l’artista chiede di vocalizzare una serie di segni. In Talking Knots una corda con alcuni nodi scorre di mano in mano dei partecipanti. Ad ogni nodo corrisponde un suono che ognuno emette, venendo a creare un bordone sonoro mistico difficilmente prevedibile, vista l’interazione collettiva improvvisata e in tempo reale.
progetto partecipativo di Lin Chi-Wei
con Lin Chi-Wei e i partecipanti al laboratorio
durata: 30 minuti | ingresso: 5€
Nato a Taipei nel 1971, Lin Chi-Wei è un artista transdisciplinare con una formazione accademica in letteratura francese, antropologia culturale e arte dei media. Sin dai primi anni ’90, Lin è stato coinvolto nella scena controculturale taiwanese, è stato membro fondatore della noise band Z.S.L.O. ed è stato responsabile della programmazione di vari festival di arte alternativa. Nello stesso periodo, Lin ha esplorato i regni della musica e dell’arte religiosa attraverso intense ricerche sul campo (in particolare la scultura del tempio e il rituale taoista). Queste esperienze, combinate con le sue pratiche nella performance noise e nella composizione di musica elettronica, hanno portato prospettive critiche verso le pratiche artistiche contemporanee. Dal 2004 Lin ha avviato la serie “Tape Music”, o in seguito denominata IDCM (Interhuman Dynamic Coordinated Models), in risposta alle tematiche da lui perseguite nel corso degli anni. Sono protocolli sincroni che consentono all’individuo l’autonomia nella formazione di intelligenza collettiva, che porta a complesse opere sonore.
Sabato 29 ottobre ore 20.30 | Teatro Out Off
Alessandro Bosetti
Plane / Talea
Ritorna a Danae Alessandro Bosetti, compositore e artista sonoro con un particolare interesse per la musicalità del linguaggio e per la voce intesa come oggetto autonomo, oltre che per il rapporto tra suono e memoria. Nato in Italia, e attualmente basato in Francia, si afferma sulla scena della musica sperimentale a Berlino, dove nel decennio 2000-2010 è parte attiva di una profonda trasformazione dei linguaggi sonori (Ensemble Phosphor, composizioni per Kammerensemble Neue Musik, Die Maulwerker, Neuevocalsolisten Stuttgart) e sulla scena della radiofonia sperimentale e di creazione in Germania e in Europa (WDR, Deutschlandradio, Radio France) di cui diviene autore prolifico e multi-premiato (Prix Phonurgia Nova, Palma Ars Acustica, Prix Hörspiel de La muse en Circuit, etc). Con Plane/Talea Bosetti presenta un concerto in multidiffusione. Un “coro impossibile” costruito attraverso il campionamento di migliaia di frammenti e particelle di voce anonimi, e la loro ricomposizione in ghirlande e tessiture polifoniche. Tale ciclo può venir inteso come la sonificazione utopica di una comunità impossibile, in cui la “voce”è atomizzata in particelle primarie ed in seguito ricostituita in masse e nubi sonore. Ogni nuova iterazione di Plane/Talea si arricchisce di nuove voci raccolte in loco e contiene ad oggi più di cinquanta voci anonime, a cui si aggiungeranno le voci raccolte a Milano nei giorni immediatamente precedenti il concerto.
di e con Alessandro Bosetti
Al termine dello spettacolo è previsto un incontro assieme a Lin Chi-Wei condotto da Francesco Venturi, musicista, ricercatore ed esperto di vocalità.
durata 45 minuti | ingresso: 12/10€
Alessandro Bosetti, compositore e artista sonoro con un particolare interesse per la musicalità del linguaggio e per la voce intesa come oggetto autonomo, oltre che per il rapporto tra suono e memoria. Costruisce dispositivi sorprendenti, spesso legati al medium radiofonico, e conduce una riflessione instancabile di rimessa in discussione di categorie estetiche e posture dell’ascolto. I suoi lavori recenti comprendono l’archivio di voci Plane Talea (in corso), le performances radiofoniche Je ne suis pas là pour parler (2019) et Consensus Partium (2020), il ciclo di composizioni Pièces à pédales (2021) e le pièces di teatro musicale Journal de Bord e Portraits des Voix (2018 e 2021). La musica di Alessandro Bosetti è accolta nei programmi di numerosi festival, tra cui il Festival d’Automne di Parigi, il Festival Eclat di Stoccarda, il festival Présences Electroniques del GRM di Parigi, il festival Liquid Architecture di Melbourne, il San Francisco Electronic Music Festival e il festival Musica di Strasburgo. La sua musica è l’oggetto di numerose pubblicazioni discografiche su etichette come Errant Bodies Press, Holidays Records, Rossbin, Sedimental, Unsounds e Monotype, che nel 2016 gli ha dedicato un box set retrospettivo (4 CD). Il suo libro Thèses/Voix – una raccolta di testi tra teoria, poesia e partitura – è stato pubblicato nel 2021 da Les presses du réel. Alessandro Bosetti vive e lavora a Marsiglia.
Domenica 30 ottobre e domenica 6 novembre ore 20.30 | LachesiLAB
Tindaro Granata
Crescente
Per la prima volta a Danae, Tindaro Granata presenta il suo ultimo progetto Crescente, ideato durante il lockdown: un’esperienza legata alla conoscenza dei segreti della panificazione dove la manualità dell’impasto di farine, acqua e “u criscenti” (il lievito madre) è l’occasione per diventare custodi consapevoli di un antico lavoro umano che si ripete e si tramanda dai tempi dei tempi. Un piccolo gruppo di persone si immergerà insieme a Tindaro in una due giorni di impasti, racconti, risate e nutrimento alla conclusione dei quali si apriranno le porte ai curiosi che vorranno ascoltare, e anche assaggiare, in un rito finale di condivisione. Non è un corso di panificazione e non è una performance, ma è la possibilità di partecipare e conoscere i segreti di questa nobile arte.
progetto partecipativo di Tindaro Granata
con Tindaro Granata e i partecipanti al laboratorio
produzione Proxima Res
durata: 90 minuti ca | ingresso: 10€
Tindaro Granata nasce a Tindari (ME). Il suo percorso teatrale inizia nel 2002 con Massimo Ranieri, con il ruolo di co-protagonista in Pulcinella. Nel 2007 incontra Carmelo Rifici, col quale inizia un felice sodalizio che lo porta a lavorare al Piccolo Teatro di Milano, al festival del Dramma Antico di Siracusa, al LAC di Lugano e infine in Proxima Res, associazione della quale diventa direttore artistico. In veste di drammaturgo/regista/attore Tindaro Granata esordisce nel 2011 con Antropolaroid, uno spettacolo sulla storia della sua famiglia, che ottiene numerosi riconoscimenti e premi, e che in dieci anni ha toccato più di 300 repliche in tutta Italia. Nel 2013 scrive, dirige ed interpreta Invidiatemi come io ho invidiato. Con questo spettacolo, Tindaro riceve, tra gli altri premi, il primo premio Mariangela Melato con Miglior attore emergente. Nel 2016 debutta Geppetto e Geppetto, sul tema della stepchild adoption. Allo spettacolo viene conferito il Premio Ubu 2016 come Miglior novità o progetto drammaturgico, cui seguono il Premio Hystrio Twister 2017 come Miglior Spettacolo dell’anno e il Premio Franco Enriquez. Nel 2019 scrive il testo dello spettacolo Dedalo e Icaro, per la compagnia Eco di Fondo e con la regia di Frongia/Ferraù. Come attore è diretto da importanti registi, tra cui Serena Sinigaglia, Andrea Chiodi e Leonardo Lidi. Nel 2022 viene eletto Direttore Artistico del Teatro Greco di Tindari. In piena pandemia crea lo spettacolo/laboratorio Il rito del pane attraverso il quale insegna a gruppi di allievi panificatori a conoscere le proprietà delle diverse farine e a impastarle con il lievito madre “Sophia Loren”. Questa volta tocca ai partecipanti raccontare le loro “storie di pane”.
Giovedì 3 novembre ore 20.30 | Spazio Fattoria / Fabbrica del Vapore
Jennifer rosa / Francesca Foscarini
HIT ME!
Torna al festival la danzatrice e coreografa Francesca Foscarini con HIT ME!, spettacolo nato in collaborazione con il collettivo artistico Jennifer rosa, gruppo multidisciplinare attivo dal 2005 sulla scena nazionale e internazionale. La performance è costruita a partire da una playlist di canzoni strettamente legate a un dato biografico della performer: i pezzi al vertice delle classifiche nel giorno del suo compleanno, in ordine cronologico dalla nascita fino ad oggi. I migliori successi, ascoltati e ballati da tutti, rappresentativi di un’epoca, la incalzano uno dopo l’altro: pezzi che non ha scelto ma che la riguardano, canzoni che si ritrova addosso, maratona di una vita in cui buttarsi a capofitto in un’improvvisazione sempre diversa ad ogni replica.
concept e regia Chiara Bortoli, Francesca Raineri/Jennifer rosa
performer Francesca Foscarini
alla consolle Chiara Bortoli
cura della tecnica Fiorenzo Zancan
coproduzione Jennifer rosa Associazione Culturale Van
con il sostegno di Festival Danza In Rete/TCV Vicenza Voll, Vicenza
durata: 50 minuti | ingresso: 12/10€
Francesca Foscarini nasce a Bassano del Grappa nel 1982 e vive da circa un anno in Salento. Si occupa di danza contemporanea come coreografa, danzatrice e insegnante. Con il suo lavoro autoriale, iniziato nel 2009, ottiene importanti riconoscimenti nazionali e internazionali: Mas Danza 2012, Premio Equilibrio 2013, Danzatrice dell’anno sulla scena contemporanea (2015), Premio Danza&Danza (2018). Significative le collaborazioni professionali come danzatrice con Y. Godder, S. Wiktorowicz, A. Sciarroni, R. Castello, Marco D’Agostin e con il Collettivo Jennifer rosa. Nel 2016 incontra lo scrittore Cosimo Lopalco con il quale crea i più recenti lavori: Animale, Oro. L’arte di resistere, Museo dell’Altrove–Giulia, Italia, Caruso (2020-2021), Punk. Kill me please(2021) e l’ultimo Greta on the Beach. È attualmente impegnata in Under the Open Sky, una ricerca artistica sulla natura che si svolge a Lamia Santolina, la casa giardino e residenza d’arte di Cosimo Terlizzi e Damien Modolo. Fonda nel 2013 con Marco D’Agostin e Giorgia Ohanesian Nardin, l’associazione Culturale Van con sede a Bologna, organismo di produzione della danza finanziato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dalla Regione Emilia Romagna.
Sabato 5 novembre ore 17 e 20.30 |. Spazio Fattoria / Fabbrica del Vapore
Titta Cosetta Raccagni e Barbara Stimoli
Coming to matter (PRIMA NAZIONALE)
Coming to matter è una delle evoluzioni della ricerca Pleasure rocks, che esplora da anni forme di risignificazione del piacere nella relazione tra umano e non-umano. È uno spazio di incontro e intra-azione della materia, tra corpi umani e pietre. Entrare in relazione con le pietre è un atto di cura: non sposto ma sono spostatƏ, non scelgo ma sono sceltƏ, non mi muovo ma sono mossƏ, in una continua riconfigurazione del gesto. La percezione del tempo cronologico muta e si dilata: si genera uno stato meditativo, una quiete dinamica. L’umano gradualmente si sottrae, in un processo di decentramento.
ideazione e regia Barbara Stimoli e Titta C. Raccagni
performer Barbara Stimoli, Titta C. Raccagni, Camilla Isola
suono live Antonio Della Marina
disegno luci Enrico Peco
produzione Nexus 2022
coproduzione Teatro delle Moire/ Danae Festival
con il sostegno alle residenze di theworkroom (Fattoria Vittadini/Fondazione Milano), Stazione di Topolò/PostajaTopolove, BASE Milano, CSS Centro Stabile di Innovazione/Dialoghi/Villa Manin
durata: 45 minuti | ingresso: 12/10€
Titta C. Raccagni è da sempre attivƏ nel circuito indipendente italiano. Per molti anni ha fatto sperimentazione e ricerca in ambito video, realizzando documentari, corti e lavori di videoarte. Ha collaborato tra gli altri con Gabriele Salvatores, Alina Marazzi, Luca Bigazzi, Francesca Comencini, Fabrizio Bentivoglio, Alessandra Speciale. Il suo lavoro Manga kissa è stato selezionato per far parte del film prodotto da Ridley Scott. Ha collaborato per dieci anni con Associazione Filmmaker, storica realtà del cinema indipendente milanese e promotore di alcune sue opere. Con “Diario blu(E)“, opera autobiografica, partecipa, tra gli altri, al Torino film festival e Visions du réel e nella versione installativa a Pergine spettacolo aperto. Parallelamente al video, negli anni esplora altri linguaggi artistici e in particolare la performance, studiando con nomi della danza italiana e collaborando a progetti collettivi, tra cui il gruppo Strasse, con cui partecipa, tra gli altri, a Santarcangelo dei Teatri e Uovo/ Triennale Milano. Dal 2015 si dedica al progetto Pornopoetica da cui si genera l’attuale ricerca di Pleasure rocks, che si muove tra performance, video e fotografia, unendo il senso del suo percorso artistico e di vita.
Barbara Stimoli, danzatrice e coreografa. Laureata in Tecniche Artistiche e dello Spettacolo (Ca’ Foscari), si forma all’Accademia Isola Danza diretta da Carolyn Carlson e con figure della danza e del teatro internazionale, tra cui Yasmeen Godder, Raffaella Giordano, Iris Erez, Enzo Cosimi, Jan Fabre, Arkadi Zaides. Come danzatrice ha preso parte a diverse produzioni collaborando con le compagnie Arearea e Tpo, e con Iris Erez, Felix Ruckert, Stefano Questorio. È stata assistente alla coreografia di Virgilio Sieni per “Angelo che se ne va”. È co-fondatrice dei collettivi La Badini e Barrage Entertainment. Tra i suoi lavori come autrice “Vanitas” (Anticorpi XL, Biennale di Venezia) e “Studies on human bodies – omaggio a F.Bacon” (Chi-Wen Art Gallery / Taipei), “Perhaps nothing can be completely destroyed” (CSS Teatro stabile di innovazione del FVG). Nel 2015 ha vinto la residenza artistica a Djerassi Program (Woodside, CA) con la ricerca “Dis-connection” e il bando di produzione Assemblaggi provvisori/Dello Scompiglio con il progetto Pornopoetica. Dal 2018 si dedica a Pleasure Rocks insieme a Titta C. Raccagni e Alessia Bernardini.
Sabato 5 novembre ore 18 | Spazio Fattoria / Fabbrica del Vapore
Indipendenze: la scena sommersa come incubatore di futuro
Paolo Giorgio in conversazione con Sara Chiappori, giornalista e critica teatrale
Danae Festival prova a innescare modelli sperimentali di dialogo a partire dai materiali del libro Fuoriscena – Teatro indipendente a Milano (ed. Postmedia Books – Sartoria editoriale) del regista e docente Paolo Giorgio, fondatore del collettivo di ricerca teatrale Circolo Bergman. Intrecciando le voci degli artisti, la pubblicazione traccia un affresco su più di vent’anni di teatro a Milano. Indipendenze è uno spazio aperto all’incontro, che parte da queste voci per intercettarne e farne risuonare altre: quelle dei nuovi artisti che si affacciano sulla scena e quelle degli spettatori. A quale comunità ha senso che si rivolga oggi il fatto teatrale? E che nuova qualità deve costruire, per portare avanti la propria natura di arte insieme inattuale e contemporanea? Dall’immersione nella materia sonora dalle riflessioni degli artisti e delle artiste intervistati durante la gestazione del libro, si passa a una discussione aperta che ha l’intento di conoscersi e parlare di futuro. Un primo momento di riflessione condivisa per provare a capire che cosa ci interessa chiedere al teatro di domani.
Ingresso gratuito con prenotazione
Paolo Giorgio è regista e autore. I suoi spettacoli sono stati prodotti o ospitati da festival (Mittelfest, Biennale di Venezia, Asti Teatro, Pergine Festival) e teatri italiani (Teatro Out -Off, ZONA K, Teatro I, Teatro Franco Parenti, Teatro Filodrammatici, Cubo Teatro, Tieffe Teatro, Teatro Magro e altri). Nel 2013 ha fondato il collettivo Circolo Bergman, con il quale sviluppa la sua attuale ricerca. Dal 2007 è docente di regia e recitazione presso la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano per la quale dal 2010 è project manager per i progetti internazionali. Ha tenuto corsi in diverse Accademie all’estero (Malta, Slovacchia, Repubblica Ceca, Serbia).
Danae InOnda
IVAN CAROZZI + RADIOVISIONE
Cosmo Domestico: un viaggio siderale dentro la casa, raccontato da chi ci abita.
Un podcast in 4 puntate + un appuntamento dal vivo presso Crazy Art
Danae InOnda, un ambiente virtuale creato nel 2020, accoglie quest’anno il progetto sonoro Cosmo Domestico, ideato e scritto da Ivan Carozzi, a cura di RadioVisione. Cosmo Domestico è un podcast per raccontare alcune case e il mutato rapporto con esse, innescato a partire dall’esperienza del lockdown. Protagonisti del progetto con le loro case: Andrea Montecchini, scultore, cuoco, muratore, saldatore, ballerino, costruttore di ogni immaginifica cosa (Montecchini si potrà conoscere dal vivo nell’intervento di OKKO, per la sezione Laterale), la danzatrice/performer, insegnante di yoga, nonché scrittrice Francesca Proia, il vetraio/artigiano Alberto Grein, l’attore, cabarettista e cantante sopranista dall’estensione di quattro ottave Ernesto Tomasini. Quattro puntate fruibili sul sito di Danae Festival a cui si aggiunge un appuntamento dal vivo domenica 6 novembre che sarà dedicato a Gustavo Adolfo Rol il grande sensitivo torinese nato nel 1903 e morto nel 1994.
Online su www.danaefestival.com
Dal 10 ottobre Andrea Montecchini
Dal 17 ottobre Alberto Grein
Dal 24 ottobre Francesca Proia
Dal 31 ottobre Ernesto Tomasini
Domenica 6 novembre ore 15.30 – 16.15 – 17.00 – 17.45 – 18.30 | Crazy Art
Ivan Carozzi e RadioVisione
La casa di via Silvio Pellico. Visita all’appartamento di Gustavo Adolfo Rol
Immersione sonora presso gli ambienti di Crazy Art, antiquariato e follie
Gustavo Adolfo Rol è stata una figura affascinante e misteriosa, nonché maestro spirituale per moltissimi artisti e personaggi di fama. Conosce tra gli altri Einstein, Croce, Fermi, Picasso, Dalì, D’Annunzio, Cocteau, Krishnamurti. La sua nomea di veggente si diffonde tra l’élite politica e aristocratica di tutta Europa, e i Capi di Stato di molti paesi desiderano chiedergli consiglio. Dopo la sua morte, nel 1995 gli arredi e gli oggetti di casa Rol – per sua volontà testamentaria – furono messi all’asta da Sotheby’s a Milano. Ivan Carozzi, partendo dall’elenco degli oggetti e degli arredi della famosa casa d’asta ha ideato e scritto un percorso sonoro che il pubblico potrà fruire, munito di cuffie, nello straordinario spazio Crazy Art.
ideato e scritto da Ivan Carozzi
a cura di RadioVisione
liberamente ispirato alla vita e alla figura di Gustavo Rol
produzione Teatro delle Moire / Danae Festival
si ringrazia per la collaborazione Stanze
durata: 30 minuti | ingresso: 5€
Ivan Carozzi ha lavorato per la tv ed è stato autore di programmi come «Le invasioni barbariche», «L’assedio», «Lessico amoroso» e «Dilemmi». È stato caporedattore del mensile di fumetto e cultura Linus, è autore dei libri «Figli delle stelle» (Baldini e Castoldi, 2014), «Macao» (Feltrinelli digital, 2012), «Teneri violenti» (Einaudi Stile Libero, 2016), «L’età della tigre» (Il Saggiatore, 2019) e «Fine lavoro mai» (Eris, 2022). È autore dei podcast «Rael e i figli delle stelle», «La grande incertezza», dell’audiodocumentario «Sostanza di cose sperate. Voci e storie dal processo 7 aprile» trasmesso su Radio Tre e per Chora Media di «Una specie di tenerezza». Ha scritto per testate on line e off line e ha un blog su Il Post. È inoltre autore insieme a Nicola Porcelluzzi per Chora Media dell’apprezzatissimo podcast «Frigo» (2022), dedicato alla storia di Frigidaire la più creativa, esplosiva e imprevedibile delle riviste italiane.
RadioVisione è un progetto di podcast attivo dal 4 novembre 2020, dedicato alla produzione di programmi sperimentali, che si interroga sulla contemporaneità attraverso interviste, storie, racconti, incontri con esperienze e persone singolari. La redazione ha sede a Milano ed è composta ad oggi da: Alessandra De Santis, Alessandra Licheri, Attilio Nicoli Cristiani, Antonella Spina, Barbara Piovella, Costantino Pirolo. RadioVisione è aperta alla collaborazione di professionisti in vari campi dell’arte e della produzione radiofonica.
INFO
338 8139995
BIGLIETTI
Acquista online su DICE
Biglietto intero 12€
Biglietto ridotto 10€
Ridotto per under 30 / over 65
Tindaro Granata Crescente: biglietto unico 10€
Laterale #1,2,3,4, Cosmodomestico: biglietto unico 5€
ABBONAMENTI
Danae Card (tutto il festival): 90€
Danae CardX3: 30€/25€
La visione degli spettacoli in abbonamento è garantita previa prenotazione
DANCE CARD
Acquistando la DANCE CARD a 5€ potrai accedere a un cartellone di spettacoli di danza in tutta la Lombardia con il 50% di sconto sul biglietto intero.
www.dance-card.org
EXTRADANAE laboratori
Giornata di pratica di teatro danza | di compagnia tardito/rendina
€ 40
This manifesto is a place to be | di Collettivo Neutopica
Gratuito
Quando – Dove – Cosa – Come | di Alessandro Certini
€ 40
Quel che resta | diSimona Bertozzi e Marta Ciappina
€50
Plane / Talea sessioni di registrazione voci del “coro impossibile” | di Alessandro Bosetti
Gratuito
Crescente | di Tindaro Granata
€30
LUOGHI
TEATRO OUT OFF
Via Mac Mahon 16
[MM5 Cenisio, tram 12]
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